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    Aleksandr Ivanovich Pokryshkin - VVS

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    Messaggio  Staff Ven Set 05, 2008 11:47 pm

    Aleksandr Ivanovich Pokryshkin - VVS Pokrys10
    Per gli occidentali Aleksandr Ivanovich Pokryshkin è forse il pilota da caccia sovietico più famoso.
    Sotto certi punti di vista enigmatico, era un pilota di caccia estremamente intelligente e fuori del comune, in possesso di una brillante mentalità tattica e delle qualità di un comandante astuto. Pokryshkin era tanto leale quanta franco, qualità che gli valsero un grande rispetto da parte dei suoi colleghi e del pubblico sovietico in generale, ma anche l'ostilità dei capi politici, tra cui Josif Stalin.
    Nato il 6 marzo 1913 a Novonikolaevsk (ora Novosibirsk), Pokryshkin si arruolò nell'esercito sovietico nel 1932.
    L’anno seguente si diplomò presso la scuola aeronautica di Perm per tecnici dell'aviazione, e dopo un periodo trascorso come meccanico, un incontro occasionale con il grande pilota di caccia sovietico Suprun lo portò a frequentare un corso di pilotaggio.
    Pokryshkin si diplomò presso l'accademia aeronautica di Kacha nel 1939.
    Nel corso di una carriera operativa che lo vide compiere oltre 600 sortite, Pokryshkin prese parte a 156 battaglie aeree e si vide accreditare 59 vittorie personali, anche se la lista degli assi della V.V.S. di Ivanov Sultanov (1993), basata sulla documentazione sovietica, gli accredita 6 vittorie di gruppo nel suo bottino finale.
    Il primo aereo operativo di Pokryshkin fu il MiG-3 e poi egli passo a pilotare i P-39 Airacobra americani, conseguendo notevoli successi durante la guerra aerea sul Kuban nel 1943.


    Ultima modifica di Staff il Dom Set 07, 2008 10:41 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Staff Ven Set 05, 2008 11:56 pm

    Aleksandr Ivanovich Pokryshkin - VVS Pokris10
    La sua prima esperienza di combattimento ebbe luogo il primo giorno dell'operazione "Barbarossa"; continuò a prestare servizio durante tutta la grande guerra patriottica prima come vice comandante e poi come comandante di squadriglia; divenne in seguito vice comandante e quindi comandante del 16.Gv.IAP.
    Nel maggio del 1944 Pokryshkin fu posto al vertice del 9.Gv.IAD e guidò la divisione nelle grandi battaglie aeree che divennero una caratteristica dei combattimenti sia sul Fronte meridionale che su quello settentrionale del Caucaso, come pure sul Primo, Secondo e Quarto Fronte ucraino.
    Nel 1948 "Sasha" Pokryshkin terminò il corso dell'accademia militare di Frunze, e nove anni dopo anche quello dell' accademia dello stato maggiore, ricoprendo infine diversi incarichi nella PVO (Comando della Difesa Aerea).
    Pokryshkin continuò la sua carriera occupando la posizione di vice comandante in capo della Difesa aerea nazionale, nella seconda meta degli anni '60, e nel 1972 venne promosso al grado di maresciallo dell'aria.
    Infine, nel novembre 1981, Pokryshkin "abbandono" gli incarichi operativi, diventando consulente ispettivo assegnato presso l'Ispettorato generale del Ministero della Difesa.
    Quattro anni dopo morì in seguito a una lunga malattia.
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    Messaggio  Staff Dom Set 07, 2008 10:42 am

    Aleksandr Ivanovich Pokryshkin - VVS I361286_cobra
    La nascita di un'asso
    Negli anni '30, le gesta di Chkalov con i suoi voli da primato, l'enorme pubblicità data al salvataggio dei sopravvissuti del Chezvuskin (operazione per la quale venne creata e conferita per la prima volta, il 20 aprile 1934, l'onorificenza di Eroe dell'Unione Sovictica) e gli esempi proposti da aviatrici che fecero epoca, come la navigatrice (e poi pilota) Marina Raskova, furono di ispirazione per tutti quei volontari che si arruolarono nell'arma più prestigiosa dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
    I piloti assegnati ai reggimenti caccia nel 1941 venivano addestrati molto sommariamente al combattimento aereo, mentre tutta l'attenzione era rivolta all'apprendimento delle tecniche di volo in formazione: le dure lezioni della Spagna e della Finlandia furono praticamente ignorate.
    Questa situazione non migliorò fino al 1942: fu solo allora che alcuni validi comandanti di caccia ebbero finalmente la possibilità di condividere con i loro inesperti colleghi ciò che avevano appreso nel corso dei combattimenti aerei.
    Ancora traumatizzati dalla decimazione loro inflitta dalla Blitzkrieg (guerra lampo) tedesca, iniziata il 22 giugno 1941, i piloti da caccia sovietici che erano riusciti a sopravvivere alle tremende perdite subite, grazie a una combinazione di pura fortuna e naturale abilita, cominciarono ben presto ad accumulare vittorie:
    i bersagli offerti dalla Luftwaffe non mancavano di certo in quella prima cruenta estate sui Fronte orientale.
    L’ influenza dei "veterani" sulle tattiche di combattimento cominciò lentamente a farsi sentire mentre l'aviazione sovietica entrava nel secondo anno di guerra contro la Luftwaffe.
    Piloti esperti cercarono di porre rimedio alla totale inadeguatezza dell' addestramento al combattimento influenzando l'istruzione impartita nelle unità operative, e tra la fine del 1941 e gli inizi del 1942, comandanti come Safanov e Savitsky si guadagnarono una solida reputazione come istruttori di piloti più giovani.
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    Messaggio  Staff Dom Set 07, 2008 10:43 am

    Forse il migliore in assoluto fra loro, fu il tre volte Eroe dell'Unione Sovietica Aleksandr Pokryshkin, al terzo posto fra gli assi dell'aviazione sovietica per vittorie conseguite, che aveva combattuto fin dal primo giorno dell'invasione tedesca.
    Quando istruiva i piloti novellini sulle tattiche di combattimento, sottoponeva loro a raffica dei casi ipotetici, che avrebbero dovuto risolvere da soli.
    All'inizio della grande guerra i piloti da caccia sovietici pilotavano aerei lenti e armati in modo inadeguato, utilizzando tattiche statiche e difensive, elaborate allo scopo di fornire il massimo supporto alle forze di terra.
    Il tipo di formazione maggiormente utilizzata in combattimento era quella serrata, orizzontale e a tre aerei chiamata zveno, e a causa di essa gli obsoleti biplani I-I5 e I-152 e monoplani I-16 diventavano facile preda dei Bf 109 tedeschi.
    Una manovra difensiva costituita da volteggi, chiamata krug samlotev, veniva usata dai piloti della VVS per garantirsi una copertura reciproca, sfruttando pienamente i pregi degli agili caccia I-16 e I-153.
    Mentre i piloti sovietici acquisivano rapidamente esperienza, le tattiche venivano modificate in modo da soddisfare l'esigenza di contrattacchi più aggressivi, cosi da contrastare il dominio dei cieli sovietici da parte della Luftwaffe.
    Oltre che dalle tattiche inadeguate, i piloti da caccia della VVS erano intralciati anche dalla scarsa familiarità con i loro velivoli.
    Per esempio, durante i primi 18 mesi del conflitto, l' addestramento operativo sul proprio aeroplano era limitato a un'ora o due sullo Yak I o sui LaGG-3, e i piloti che avessero avuto dieci ore di addestramento sul proprio aereo prima di essere abilitati al volo operativo erano una minoranza.
    Per questa motivo non costituì una sorpresa l'alto numero di perdite fra i nuovi piloti nelle squadriglie, che comportò poi un ulteriore carico di lavoro per le riserve di aviatori e aviatrici esperti che riuscirono a sopravvivere a quella iniziale carneficina.
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    Messaggio  Staff Dom Set 07, 2008 10:44 am

    Questa situazione non era più tollerabile e perciò, parallelamente all'insegnamento individuale impartito ad hoc dai veterani al fronte, notevoli sforzi vennero compiuti dallo stato maggiore della VVS per migliorare innanzitutto l'efficienza globale in combattimento.
    Il perno attorno a cui ruotavano queste nuove tattiche era rappresentato dall'adozione di nuovi tipi di formazioni aeree: anche i sovietici seguirono l'esempio delle altre aeronautiche nazionali volando in coppie.
    Il 14 settembre 1942 fu ordinato alle divisioni da caccia di creare delle coppie, o "cacciatori", per pattugliare in prossimità degli aeroporti nemici e intercettare gli aerei in fase di decollo o di atterraggio. Qualche tempo prima, quella stessa estate, era stata usata per la prima volta in azione contro il nemico la picchiata verticale ad alta velocità, in conformità a un'ordinanza emanata il 17 giugno che suggeriva ai piloti della VVS di sfruttare il vantaggio dell'altezza quando si impegnava in combattimento la Luftwaffe.
    Durante la battaglia di Kharkov, nell'estate del 1942, nacque la formazione dell' etazherka ("scaffalatura" o "mensola").
    Questa tattica prevedeva che coppie di aeroplani volassero a quote diverse e a una certa distanza fra loro: il 16.Gv.IAP fu il primo a utilizzare questa nuova tecnica.
    In questa estratto, Pokryshkin descrive la prima volta in cui impiegò la etazherka, sui Kuban, nella primavera del 1943:
    Il comandante del reggimento mi ordinò di guidare una sortita di sei caccia per ripulire lo spazio aereo in cui operavano i nostri bombardieri.
    Il gruppo era composto da giovani piloti, e così io volevo che la missione fosse per loro anche un esempio pratico, da un punto di vista tattico.
    Dopo aver formato la nostra «scaffalatura» di tre coppie, passammo al setaccio velocemente l'area in cui si trovavano i nostri bombardieri.
    I piloti del mio gruppo mantenevano una formazione serrata, seguendo ogni mia mossa.
    Apparvero dei Me 109.
    «Lasciateli perdere», avvisai via radio.
    Volevo che ogni azione avesse la massima comprensibilità per i miei ragazzi.
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    Messaggio  Staff Dom Set 07, 2008 10:45 am

    Dopo aver fatto passare i Me 109 (non costituivano alcuna seria minaccia per i nostri bombardieri, che non erano ancora a portata di tiro), attaccai all'improvviso l'aereo numero uno, che faceva parte di una delle coppie nemiche di testa, con un «colpo del falcone» (in russo sokoliny udar, era un attacco a sorpresa condotto con una picchiata quasi verticale).
    Il suo gregario, vedendo levarsi delle fiamme azzurre dal caccia del suo comandante, pensò bene di ritirarsi.
    Uno dei nostri piloti azzardò il suo inseguimento, il che, a prima vista, poteva sembrare un'ambizione legittima.
    Questi, comunque, si ricordò subito che, solo in caso di estrema necessità e soltanto a un mio preciso segnale, un gregario poteva intraprendere un'azione offensiva, e perciò rientrò subito nei ranghi.
    Il suo compito, in questo caso, era di coprire il suo numero uno, osservare e valutare la situazione intorno a lui, tenendosi pronto per qualunque evenienza.
    Questa disciplina nel combattimento permise la continuazione della nostra lezione.
    Un gruppo di caccia nemici si lanciò all'inseguimento dei nostri bombardieri mentre si stavano ritirando dal loro bersaglio, avvicinandosi a noi.
    Era impossibile attendere, come avevamo fatto prima.
    Detti l'ordine via radio : «Attaccate».
    Scendemmo in picchiata e il nemico ruppe la forrnazione.
    Io abbattei un gregario e la nostra seconda coppia ebbe la meglio sul suo comandante.
    L’esempio pratico aveva funzionato.
    Vennero elaborate anche altre manovre in combattimento.
    Ancora Pokryshkin:
    "Quando scortavamo dei bombardieri, il nostro reggimento attuava una tecnica chiamata nozhnitsy (forbici).
    Essa consisteva essenzialmente in questo: una coppia (o alcune coppie) di caccia che scortavano i bombardieri si davano il cambio avvicinandosi e poi allontanandosi l'uno dall'altro senza perdere velocità, dandosi in tal modo reciproca copertura.
    Allo stesso tempo i piloti potevano tenere sotto controllo un'ampia zona dello spazio aereo.
    Se si illustrasse lo schema di volo con un diagramma, questo avrebbe l'aspetto di una serie di otto incatenati.
    La tecnica più disperata adoperata in un duello aereo da qualsiasi aviazione militare nel corso della guerra in Europa fu lo speronamento (taran), adottato inizialmente dalla VVS nei giorni bui del 1941-42.
    Quest'ultima conosceva in sostanza tre modi diversi per eseguire un taran, e cioe:
    1) Attaccare di coda, affondando l' elica dell' aereo sovietico nei piani direzionali dell'aereo nemico, che con il timone verticale e/o quelli orizzontali danneggiati si sarebbe schiantato al suolo.
    2) Speronare con un'ala i piani direzionali dell'aereo nemico, o sfiorare (a bassa quota) con la propria ala quella dell'avversario, così da fargli perdere il controllo.
    3) Dirigere direttamente l' aereo contro il nemico: questa tattica finale era adoperata soltanto come extrema ratio.

    Gli assi Sovietici della II guerra mondiale.

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