L' RF-84F era decollato dalla lunga pista di Villafranca in un brutto pomeriggio di ottobre, lasciandosi dietro una vorticosa scia di pioggia e il caratteristico sibilo cavernoso del J65-W-7.
Ai comandi un giovane tenente della 3a Aerobrigata era impegnato negli ultimi controlli post-decollo per una missione di addestramento alla ricognizione armata.
I Colli Euganei sfrecciarono veloci sotto le ali dell'aviogetto, poi fu la volta di Mestre e Latisana, al traverso di Cervignano il pilota iniziò l'ultimo tratto della rotta di avvicinamento all'obiettivo, che apparve pochi secondi dopo il sorvolo dell'lsonzo: i cantieri di Monfalcone.
La missione simulava una ricognizione armata sulla direttrice Venezia-Trieste, con incarico finale di riprendere la zona industriale marittima per la preparazione di un attacco di F-84F delia 6" Aerobrigata.
Il tenente riportò la sua posizione alla base, poi armeggiò a lungo con i selettori per predisporre lo scatto delle sei fotocamere;
era molto teso in questo volo perchè intendeva portare a termine nel modo migliore la sua "prima" crociera operativa ritornando a Villafranca con riprese indiscutibili, era stanco della sufficienza con cui lo trattavano i colleghi più anziani al reparto.
Cosi non si accorse del preoccupante valore indicato dai televel dei serbatoi alari.
Descrisse un largo giro sull'obiettivo e tirò la barra a se per riprendere la quota di ritorno alla base, ma mentre sorvolava la costa, due vivide luci cominciarono a lampeggiare mandando sinistri riflessi sui quadranti del pannello carburante.
Accidenti, sono partite le pompe delle Wings! ", pensò subito interrogando gli strumenti.
Una rapida occhiata gli rivelò la verità:
i serbatoi esterni non avevano travasato, erano ancora pieni di duemila litri di JP4, ma quel carburante ora non avrebbe più potuto riempire i serbatoi alari, doveva rientrare solo con quel poco che rimaneva nelle ali.