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    I miracoli di Fiorio & C

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    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:29 pm

    Oggi è successo qualcosa che ci ha risollevato il morale: sono giunti i primi tre velivoli americani tipo P. 39 Airacobra su cui sarà montato, appena terminato l'addestramento, il mio Stormo.
    Stamane, ai limiti della pista, eravamo in molti del 4° ad attendere i nuovi velivoli e quando i tre aeroplani si sono fermati sul piazzale abbiamo cominciato a girare attomo alle nuove macchine, per la verità un po' bruttine in confronto ai nostri Macchi e con innovazioni meccaniche per noi inusitate.
    Il carrello triciclo, l'abitacolo con la porta laterale identica ad una portiera di automobile, il motore sistemato dietro al posto di pilotaggio, un armamento molto pesante che comprende persino un cannoncino da 37 mm.
    Ognuno di noi sbircia, tocca, fa commenti;
    azzardiamo giudizi, affiorano speranze; ad un tratto lo sguardo spazia sulla linea di volo verso i nostri Macchi 202 e 205.
    Ormai, dopo tanti voli, tanti avvenimenti, lieti e tristi, dobbiamo lasciarli; sono ormai al limite dell'efficienza.
    Li stiamo consegnando, al 5° Stormo i 202, al 51° i 205 S.
    Prima di ritornare a volare, subiranno però una revisione completa al reparto tecnico dove avvengono dei «miracoli» inspiegabili.
    Pezzi di lamiera ormai da buttare ritorano ad essere aeroplani pienamente efficienti.
    Appunto a questi miracoli la mente ritorna in questo momento, dinnanzi alla visione dei nostri vecchi Macchi, e rivivo la situazione catastrofica del primo periodo post-armistiziale, con i velivoli efficienti Macchi e Reggiane, che per il continuo impiego bellico, diventavano sempre meno numerosi, con le ditte costruttrici tutte al Nord, i magazzini qui al Sud quasi completamente vuoti per saccheggio dei tedeschi o a causa dei bombardamenti anglo-americani.
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    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:30 pm

    A chiunque sarebbero letteralmente cadute le braccia, ma per fortuna c'era « gente» che davanti a tanto sfacelo non si perse d'animo; anzi, dalla situazione disastrosa ricevette lo stimolo a ricostruire dal nulla, iniziando dal banco di lavoro, dal cavalletto prova motori, e così via; oggi il servizio tecnico è in grado di revisionare a nuovo velivoli e motori, cosa ritenuta pochi mesi fa assolutamente impossibile dai superiori comandi alleati.

    Fra qualche anno, quando la nostra Aeronautica sarà completamente ricostruita, forse si ignorerà questo periodo; ci si dimenticherà con tutta probabilità del capitano Fiorio, di lacovazzi e Miglio, che in questi mesi hanno compiuto veramente miracoli.

    Noi piloti li tocchiamo con mano questi miracoli; sappiamo che sono gli uomini del reparto tecnico che ci ridanno l'aereo efficiente dopo pochi giorni, lavorando ininterrottamente senza nessun riconoscimento economico, forse senza nemmeno quello morale; hanno fatto cose veramente incredibili.

    Dopo pochi giorni dall'armistizio, noi del 4° Stormo non avevamo quasi più 205 efficienti; gli uomini di Fiorio, di lacovazzi, di Miglio pigliano dei 202 e te li trasformano in 205 sostituendo l'elica, il motore, l'impianto olio e benzina, senza quasi attrezzature adatte e lavorando allo scoperto, sotto il sole o la pioggia, di notte e di giorno, poichè di capannoni disponibili nemmeno a parlarne, sia a Galatina per le fusoliere, sia a Brindisi per i motori.
    Poi anche i 205 così ricostruiti, circa una ventina, non poterono più essere impiegati poiche la loro autonomia era insufficiente a raggiungere le nuove posizioni tedesche nei Balcani ed allora via le due mitragliatrici in fusoliera ed al loro posto gli specialisti installano un serbatoio ausiliario costruito con lamiere varie, sagomate a mano e saldate.
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    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:30 pm

    Ad un dato punto, i pezzi di duralluminio finiscono ed allora si « frega» nottetempo il rivestimento del bar di Manduria e così via.
    Gli uomini del Servizio tecnico barattano vestiario con pezzi di ricambio dai contadini del luogo, scatolame in cambio di tubi flessibili, polli con polvere da saldare, ecc. ecc.
    Ai Macchi 205 vengono adattati mozzi ruota dei Re. 2002 o viceversa.
    Ho visto raddrizzare eliche contorte con la sola mazza per mancanza dell'apposita attrezzatura, così come ho visto fondere l'ottone, il rame o l'alluminio in un forno costruito con un fusto di benzina rivestito con creta. In questi giorni stanno costruendo vari banchi prova per motori, per pompe ad iniezione, per provare i compressori d'avviamento.
    Lavorano così, giorno e notte, per una paga da fame, senza riconoscimenti; lavorano così per passione del loro lavoro, e per amore, tanto amore per la nostra Arma, permettendo a noi piloti di volare e di combattere ed, in ultima analisi, alla nostra Aeronautica di sopravvivere.
    Ora arriveranno le nuove macchine straniere e loro, i nostri specialisti, sono già qui a guardarsele con aria sorniona, a studiarsele con pochi colpi d'occhio, mentre si puliscono le mani sporche d'olio con uno straccio ancora più sporco e ti guardano in viso e sembrano dire:
    «Stia tranquillo, signor tenente, che le mettiamo a posto per benino; sono macchine facilissime ... roba da niente! ».
    Forse esagerano, ma tu hai subito un senso di fiducia.
    Da questa notte poi passeranno ore ed ore sui manuali tecnici per capire come funziona questo o quel congegno, bestemmiando solo perchè le parole sono scritte in inglese e non in napoletano o in veneto.
    Un rumore non familiare mi distoglie da questi penslerl: sono i P. 39 che hanno messo in moto; due aerei rullano in pista e decollano subito, poi eseguono passaggi a bassa quota sul campo.
    Sono un po' infastidito:
    « Che cosa credono gli americani, di insegnarci qualche cosa?
    Ci diano il tempo per prendere alla mano i loro velivoli e poi vedranno cosa sanno fare quelli del 4° Stormo! ».
    Gli aerei atterrano; i piloti scendono sicuri, ed io, come altri vicini a me, rimango allibito: in volo non erano andati gli americani, ma il nostro « Ele » Annoni e Gensini, così tanto per provare, e con buona pace degli amencani che dicevano essere il P. 39
    « aeroplano molto, molto difficile ... prima imparare e poi... ».
    Ma prima del «poi» sono andati su appunto Annoni e Gensini.

    Tratto da Ali nella Tragedia

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