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    Sadamu Komachi

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    Messaggio  Red_Group Sab Nov 15, 2008 7:09 pm

    Con una statura di più di un metro e ottanta, Sadamu Komachi era uno dei piloti più alti dell'aviazione navale giapponese, e le sue audaci imprese furono frequentemente citate nei giornali della sua regione, rendendolo famoso. Nacque nella Prefettura di Ishikawa nell'aprile del 1920, e si arruolò in marina quando compì 18 anni.
    Komachi cominciò la sua carriera di pilota da caccia dopo aver conseguito il brevetto alla scuola di volo nel giugno 1940, ottenendo come primo incarico di prestare servizio sulla portaerei Shokaku.
    Nel primo giorno delle ostilità effettuò una missione di copertura aerea sulla flotta d'attacco a Pearl Harbour.
    Durante la Battaglia del Mar dei Coralli nel maggio 1942, Komachi registrò le prime vittorie, abbattendo due Wildcat F4F (uno dei quali in coppia) e un bombardiere.
    Sempre un Wildcat fu a un passo dall'ucciderlo il 24 agosto, nel corso di uno scontro con gli F4F del VF-6 sopra Guadalcanal, durante la Battaglia delle Salomone Orientali.
    Avendo individuato la sua preda sotto di lui, Komachi si era gettato in picchiata a caccia della sua vittoria.
    Tuttavia, un secondo Wildcat pilotato dal tenente Albert Vorse gli si era portato in coda, aprendo il fuoco.
    Colto di sorpresa, il pilota giapponese era scampato a morte certa effettuando col suo Zero un selvaggio e incontrollabile avvitamento per circa 1.800 metri. Talmente ingannato da quella manovra disperata , Vorse rivendicò la propria vittoria (la quinta di un probabile bottino di 11,5), permettendo cosi a Komachi di scampare al suo destino.
    Durante quel combattimento Komachi aveva consumato molto prezioso carburante, e sulla strada del ritorno rimase a secco, per cui fu costretto a compiere un ammaraggio.
    Il pilota si era ormai rassegnato a morte certa aggrappandosi a una tanica di benzina galleggiante, ma un cacciatorpediniere lo trasse in salvo nella notte individuandolo con i riflettori illuminanti.
    Rabaul (nota come la "tomba dei piloti da caccia") fu il successivo incarico operativo di Komachi, che volò per breve tempo con il204° Gruppo aereo prima di trasferirsi al 253°, presso l'aeroporto di Tobera.
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    Messaggio  Red_Group Sab Nov 15, 2008 7:09 pm

    Mentre si trovava li divenne uno specialista nell'uso delle bombe a scoppio aereo (Ta-Dan) contro le formazioni di B-24.
    La notte fra il 18 e 19 febbraio 1944, Rabaul e le zone circostanti vennero attaccate da cinque cacciatorpediniere americani (Farenholt, Buchanan, Landsdowne, Lardner e Woodworth) del 12° Destroyer Squadron.
    Procedendo in linea di fila, le unità bombardarono numerosi obiettivi e lanciarono 15 siluri contro le navi ancorate nella baia di Keravia.
    Le batterie costiere di Rabaul, concepite per sparare a corta distanza e prevenire eventuali tentativi di sbarco, rimasero mute, e cosi il sergente Komachi, livido di rabbia per l'incapacità di rispondere al fuoco, si offrì volontario per attaccare il nemico.
    Uno Zero solitario si levò in volo nella notte, armato con due bombe da 60 kg. Luci rossastre allargo della costa segnalavano la posizione del convoglio americano, mentre i bagliori dei cannoni dei vascelli potevano essere visti dalla riva come dalle alture circostanti.
    Al largo di Kotopo, l'audace pilota cominciò a mitragliare a volo radente, senza che le navi rispondessero al fuoco.
    Fu soltanto quando Komachi sganciò le sue bombe (che mancarono il bersaglio) che le batterie contraeree dei cacciatorpediniere risposero rabbiosamente.
    Komachi effettuò ripetuti passaggi a bassa quota, e poi ritornò alla base dopo aver esaurito la sua scorta di munizioni.
    Ecco il suo rapporto: "Ho attaccato i cacciatorpediniere, investendo tre delle quattro unità con fuoco di piccolo e medio calibro.
    Li ho inseguiti fin fuori la baia".
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    Messaggio  Red_Group Sab Nov 15, 2008 7:10 pm

    In realtà le navi avevano subito ben pochi danni, poichè le fiamme che aveva scorto sui cacciatorpediniere erano state causate dai teloni protettivi dei cannoni che si erano incendiati.
    In pratica, nella fretta di rispondere al fuoco, gli artiglieri delle navi avevano semplicemente sparato attraverso i teloni!
    Quando il grosso del 253° Gruppo aereo fu ritirato a nord verso Truk il 19 febbraio 1944, Komachi lo seguì e continuò da quella base la sua lotta personale contro i B-24 usando le bombe a scoppio aereo.
    Fu allora che ricevette il raro onore di una menzione da parte dei suoi superiori per le sue qualità tecniche.
    Il 19 giugno 1944 quindici Zero, al comando del capitano di corvetta Harutoshi Okamoto, lasciarono Truk per Guam, nelle Marianne.
    All'insaputa dei piloti dei caccia, che si trovavano a corto di carburante, il campo d'aviazione di Orote aveva appena subito un'incursione da parte degli aerei delle portaerei americane.
    La pattuglia di Zero in avvicinamento fu scorta dagli F6F, che invertirono la rotta e li attaccarono a bassa quota.
    In un faccia a faccia con il guardiamarina Wendell Twelves del VF-15 a poco più di 60 metri di quota, Komachi fu colto di sorpresa e il motore del suo Zero venne colpito.
    Dopo aver compiuto col suo apparecchio in fiamme un ammaraggio da manuale, il pilota riporto gravi ustioni al volto e al corpo, ma riuscì nell'impresa di nuotare verso riva, facendo poi ritorno in Giappone a bordo di un sommergibile.
    Lo Zero di Komachi fu uno dei due abbattuti dal guardiamarina Twelves, le sue prime vittorie di guerra.
    Il pilota di quell’ Hellcat ne avrebbe riportate altre 11.
    Tornato in patria, Komachi prestò servizio col Gruppo aereo di Yokosuka fino al termine della guerra ... e anche qualche giorno dopo.
    Il 18 agosto 1945 partecipò alla seconda missione di intercettazione di B-32 Dominator del 386° Bomber Squadron nei cieli di Tokyo, danneggiando il velivolo pilotato dal tenente John R. Anderson.
    Anche se sotto l'aspetto del diritto internazionale l'attacco al B-32 era legale (il Giappone si trovò tecnicamente in guerra fino alla firma dei documenti ufficiali di resa, il 2 settembre 1945), Komachi temè la rappresaglia alleata, e si nascose finchè le forze d'occupazione americane non abbandonarono il suo paese.
    Il sottocapo Sadamu Komachi aveva volato per circa 2.500 ore nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ingaggiando oltre 180 duelli, compiendo due atterraggi d'emergenza e venendo abbattuto una volta.
    I suoi camerati gli attribuirono più di 40 vittorie, mentre secondo i suoi calcoli Komachi ne aveva riportate "la metà".

    Tratto da Aerei Militari

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