Con una statura di più di un metro e ottanta, Sadamu Komachi era uno dei piloti più alti dell'aviazione navale giapponese, e le sue audaci imprese furono frequentemente citate nei giornali della sua regione, rendendolo famoso. Nacque nella Prefettura di Ishikawa nell'aprile del 1920, e si arruolò in marina quando compì 18 anni.
Komachi cominciò la sua carriera di pilota da caccia dopo aver conseguito il brevetto alla scuola di volo nel giugno 1940, ottenendo come primo incarico di prestare servizio sulla portaerei Shokaku.
Nel primo giorno delle ostilità effettuò una missione di copertura aerea sulla flotta d'attacco a Pearl Harbour.
Durante la Battaglia del Mar dei Coralli nel maggio 1942, Komachi registrò le prime vittorie, abbattendo due Wildcat F4F (uno dei quali in coppia) e un bombardiere.
Sempre un Wildcat fu a un passo dall'ucciderlo il 24 agosto, nel corso di uno scontro con gli F4F del VF-6 sopra Guadalcanal, durante la Battaglia delle Salomone Orientali.
Avendo individuato la sua preda sotto di lui, Komachi si era gettato in picchiata a caccia della sua vittoria.
Tuttavia, un secondo Wildcat pilotato dal tenente Albert Vorse gli si era portato in coda, aprendo il fuoco.
Colto di sorpresa, il pilota giapponese era scampato a morte certa effettuando col suo Zero un selvaggio e incontrollabile avvitamento per circa 1.800 metri. Talmente ingannato da quella manovra disperata , Vorse rivendicò la propria vittoria (la quinta di un probabile bottino di 11,5), permettendo cosi a Komachi di scampare al suo destino.
Durante quel combattimento Komachi aveva consumato molto prezioso carburante, e sulla strada del ritorno rimase a secco, per cui fu costretto a compiere un ammaraggio.
Il pilota si era ormai rassegnato a morte certa aggrappandosi a una tanica di benzina galleggiante, ma un cacciatorpediniere lo trasse in salvo nella notte individuandolo con i riflettori illuminanti.
Rabaul (nota come la "tomba dei piloti da caccia") fu il successivo incarico operativo di Komachi, che volò per breve tempo con il204° Gruppo aereo prima di trasferirsi al 253°, presso l'aeroporto di Tobera.
Komachi cominciò la sua carriera di pilota da caccia dopo aver conseguito il brevetto alla scuola di volo nel giugno 1940, ottenendo come primo incarico di prestare servizio sulla portaerei Shokaku.
Nel primo giorno delle ostilità effettuò una missione di copertura aerea sulla flotta d'attacco a Pearl Harbour.
Durante la Battaglia del Mar dei Coralli nel maggio 1942, Komachi registrò le prime vittorie, abbattendo due Wildcat F4F (uno dei quali in coppia) e un bombardiere.
Sempre un Wildcat fu a un passo dall'ucciderlo il 24 agosto, nel corso di uno scontro con gli F4F del VF-6 sopra Guadalcanal, durante la Battaglia delle Salomone Orientali.
Avendo individuato la sua preda sotto di lui, Komachi si era gettato in picchiata a caccia della sua vittoria.
Tuttavia, un secondo Wildcat pilotato dal tenente Albert Vorse gli si era portato in coda, aprendo il fuoco.
Colto di sorpresa, il pilota giapponese era scampato a morte certa effettuando col suo Zero un selvaggio e incontrollabile avvitamento per circa 1.800 metri. Talmente ingannato da quella manovra disperata , Vorse rivendicò la propria vittoria (la quinta di un probabile bottino di 11,5), permettendo cosi a Komachi di scampare al suo destino.
Durante quel combattimento Komachi aveva consumato molto prezioso carburante, e sulla strada del ritorno rimase a secco, per cui fu costretto a compiere un ammaraggio.
Il pilota si era ormai rassegnato a morte certa aggrappandosi a una tanica di benzina galleggiante, ma un cacciatorpediniere lo trasse in salvo nella notte individuandolo con i riflettori illuminanti.
Rabaul (nota come la "tomba dei piloti da caccia") fu il successivo incarico operativo di Komachi, che volò per breve tempo con il204° Gruppo aereo prima di trasferirsi al 253°, presso l'aeroporto di Tobera.