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    I Bombardieri a reazione della Luftwaffe

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    Messaggio  White_Group Lun Nov 24, 2008 12:37 am

    I Bombardieri a reazione della Luftwaffe Bomb_110
    I bombardieri tedeschi della Seconda Guerra Mondiale costituiscono un argomento di particolare interesse nello studio della storia dell'aviazione militare.
    lnfatti, è innegabile che, nonostante le possibilità industriali e tecnologiche del Terzo Reich, le macchine di questa categoria abbiano avuto uno sviluppo differente da quanto avvenuto, ad esempio, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
    La Luftwaffe non ebbe mai migliaia di bombardieri strategici pesanti come i B-17, i B-24 e i B-29 oppure gli Halifax e i Lancaster e puntò principalmente su bimotori dalla grande flessibilità operativa, come i Do.217, gli He.111 o gli Ju.88.
    D'altra parte, l'intera visione tedesca della guerra differiva nelle modalità e nei mezzi da quella dell'avversario.
    Tuttavia, mentre gli Alleati preferirono perfezionare al massimo formule fondamentalmente convenzionali, come nel caso del B-29 (rimasto anche nei primi anni del dopoguerra il più importante bombardiere strategico) e del B36 (concepito all'epoca dell'entrata in guerra degli Stati Uniti ma realizzato solo dopo la fine del conflitto), i progettisti tedeschi scelsero per i loro progetti soluzioni d'avanguardia e, infatti, furono i primi ad applicare la propulsione a reazione al di fuori dell'ambito degli aerei da caccia.
    Oggi si parla moltissimo della Luftwaffe «che avrebbe potuto essere», cioè di quella moltitudine di progetti che fu avviata a guerra inoltrata e fu poi abbandonata nel corso dello sviluppo o la cui realizzazione fu bruscamente troncata dai massicci bombardamenti nemici o dall'occupazione delle fabbriche da parte delle forze d'invasione.
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    Messaggio  White_Group Lun Nov 24, 2008 12:37 am

    Si tratta di una massa di materiale sulla quale è difficile trovare testimonianze, in quanto gli archivi furono trafugati o distrutti mentre i testimoni oculari si vanno rarefacendo, per evidenti motivi anagrafici. Accade, così, che questi progetti siano, alternativamente, sopravvalutati o sottovalutati, mentre spesso informazioni deformate da motivi propagandistici vengono prese quali verità inconfutabili .
    Il risultato è che aerei prodotti in serie e ampiamente impiegati in missioni operative, come i bireattori Arado Ar.234B, vengono considerati alla stregua di prototipi andati poco più in la della fase sperimentale, mentre schizzi di massima, abbandonati all'inizio dello sviluppo o al primo stadio della costruzione, sono al centro di leggende che ipotizzano un primo impiego sperimentale, talvolta proseguito a guerra finita in URSS.
    In realtà, a parte alcuni banchi-prova volanti sperimentali, allestiti esclusivamente per collaudare i motori a razzo o a turbina in condizioni operative simili a quelle reali, il primo ed unico bombardiere (e ricognitore) a reazione ad entrare in servizio è stato l'Arado Blitz, una macchina molto importante in quanto probabilmente ha influenzato tutti gli sviluppi del dopoguerra.
    Meno fortunato, invece, è stato lo Junkers Ju.287 la cui architettura si basava sull’ audace soluzione dell'ala a freccia inversa:
    il programma incontrò difficoltà tecniche e politiche e la situazione precipitò prima che si potesse arrivare alla produzione di serie.
    Vi furono poi altri aeroplani a reazione con l'attacco al suolo quale missione prevalente, ma non si trattava di bombardieri nel senso abituale del termine; di essi fu costruito in serie soltanto il Me.262 Sturmvogel versione caccia-bombardiere della Schwalbe per superiorità aerea.

    Testi di Nico Sgarlato e Giorgio Gibertini

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