White_Group Sab Nov 29, 2008 5:01 pm
All'improvviso lo Stato Maggiore cambia programma
Un brutto mattino di metà ottobre, tuttavia, ci giunse una notizia che sconvolgeva completamente tutti i nostri piani.
Lo Stato Maggiore della Marina aveva preso una decisione sorprendente: quella di richiamare a sud, per i progettati sbarchi nelle Filippine e in Malesia, le portaerei Soryu, Hiryu ed Akagi.
Non solo : era stato anche stabilito uno scambio di equipaggi, cosicché il contrammiraglio Jamon Yamaguchi , sostenitore entusiasta dell'azione su Pearl Harbor avrebbe dovuto condurre a sud le sue portaerei con a bordo piloti nuovi e scarsamente allenati, mentre i suoi piloti, quelli destinati a Pearl Harbor, avrebbero compiuto l'azione agli ordini di un altro comandante.
Mentre io spiegavo all'inviato dello Stato Maggiore della Marina che con tre portaerei in meno non avrei potuto attaccare la base americana, Yamaguchi m'interruppe e gridò:
«Qualunque cosa mi si venga ad ordinare, io morirò soltanto davanti a Pearl Harbor, non altrove. Che le mie navi vadano pure al sud: io, costi quel che costi, andrò ad attaccare le Hawaii con i miei vecchi piloti ».
Poi, in tono addolorato, quasi supplichevole, continuò rivolto all'inviato dell'alto comando:
«Signor ufficiale dello Stato Maggiore, forse la decisione è stata presa perché le mie navi, la Soryu e la Hiryu, hanno un'autonomia inadeguata rispetto alla distanza che ci separa da Pearl Harbor?
E allora mi si dia soltanto il carburante che occorre per il viaggio di andata. Per il ritorno mi arrangerò; andrò alla deriva, sfrutterò le correnti. Che importa quello che accadrà dopo l'attacco? Signor ufficiale dello Stato Maggiore: io non posso separarmi adesso dai miei piloti, davvero, non posso ».
Queste parole mi addoloravano profondamente, ma non potevo fare nulla per Yamaguchi, e cercavo perciò di sfuggire i suoi sguardi imploranti.
Il vice-ammiraglio Nagumo e il capo di Stato Maggiore addetto alla spedizione, Kusaka, si rassegnarono a metà, perché non c'era altro da fare: ma Yamaguchi non ci riusciva.
Poco dopo, però,l'ammiraglio Yamamoto inviò un messaggio che ci riempì di gioia:
« Conformemente ai desideri delle squadre, l’operazione su Pearl Harbor sarà effettuata da sei portaerei, come deciso anteriormente ».
A rischio di vedersi togliere il comando, Yamamoto era riuscito ad imporre la sua volontà.