Era una bellissima notte d'inverno con la luna bianca e tanta luce che potevi leggere il giornale
per la strada, volendo.
Avevo avuto una giornata pesante: riunioni, colloqui, colazione di lavoro e ancora
incontri e discussioni.
Come, del resto, tutte le volte che andavo a Bruxelles.
Tornai in albergo abbastanza presto.
Avevo intenzione di andare subito a dormire per essere pronto la mattina
seguente, molto per tempo:
dovevo essere a Milano non più tardi delle dieci e con il mio Cessna 310 ci volevano
almeno due ore e mezzo.
Decollo dunque alle 7.30, fuori dell'albergo alle 6, sveglia alle 5.
Non che alzarmi a quell’ora mi preoccupasse più di tanto, ma quando si vola da soli è bene èssere riposati.
Che luna, che luna fantastica!
Mentre mi avviavo all'ascensore, pensai che se il tempo era così fino a Milano valeva forse la pena...
E, così, mi trovai in una cabina telefonica a chiamare I'ufficio meteorologico di Bruxelles National Airport.
Poi avrei deciso.
Non c'éra una nuvola in tutta l'Europa, proprio come avevo previsto;
niente, sereno dal mare del Nord al Mediterranèo.
Il 310 era lì che brillava sotto la luna e sembrava in ottima forma.
Era un amico; insieme da ormai due anni, volavamo i cieli di tutta l'Europa, spesso io e lui soli.
Ci volle un po' di tempo per preparare l'aeroplano alla partenza.
Non mi aveva mai tradito, ma io sapevo che da me lui si aspettava certi riguardi.
Per un pilota, per un pilota appassionato, l'aeroplano non è una massa ben organizzata di alluminio, acciaio, bulloni, cavi, rondelle e chilometri di filo..
E' molto, molto di più.
Un pilota sa e sente gli "umori" della sua macchina.