"Non ho mai visto niente di simile", aveva detto Richard Nelson, capo-controllore di torre del John F. Kennedv, osservando le basse nubi che sovrastavano la rotta di avvicinamento alla pista 22 sinistra.
Non era un normale acquazzone estivo, il vento al suolo era moderato (15 nodi), il QNH si manteneva abbastanza alto, e i lampi che già saettavano vividamente su Newark sembravano permanere nel cielo per due, tre, anche cinque secondi.
Più in alto, a 5.000 piedi John Bliss stava cercando di convincere il suo DC-8-63F ad atterrare regolarmente, nonostante la forte turbolenza che rendeva inquieti, nei loro stalli, i 141 tori della Pennsylvania destinati a Budapest, via New York, con il volo Flying Tiger Line 161.
"Tiger 161 autorizzato all'atterraggio", comunicò la torre in un crescendo di scariche, segno evidente della cellula temporalesca che circondava il sentiero di discesa.
Il comandante controllò ancora una volta gli strumenti:
154 nodi, 600ft/min, 50° flap, carrello "down", EPR ok.
La pista apparve dietro un piovasco che avvolse subito il DC-8 con le sue propaggini, poi, come se una mano gigantesca l'avesse scagliato improvvisamente giù, il quadrigetto si trovò basso, pericolosamente basso, a rasentare i radi alberi ai margini della catenaria.
Bliss cercò di lottare con l'incredibile forza che lo spingeva verso terra e l'aereo serpeggiò impazzito "come un gatto nero su un cornicione rovente".
Ma la pista era proprio li sotto e il carrello si posò, in qualche modo, sulla lunga striscia di cemento.
In rullaggio Bliss chiamò la torre: "qui Tiger 161 , cambiate subito la pista in uso, la turbolenza è pericolosa...".
"ricevuto, 161, ma il vento al suolo è appena 15 nodi...".
"non m’ interessa affatto ! Vi sto dicendo che c'è un violento (crr..) su quella pista, cambiatela con quella di nord-ovest, subito! ...".
Dalla torre nessuno rispose, e Bliss si diresse al parcheggio.