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    Balloon Buster

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    Messaggio  Matteo Dom Mag 10, 2009 10:03 am

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    Willy Coppens, nato a Watermael, presso Bruxelles, il 6 marzo 1892, fu chiamato alle armi a vent’ anni e venne assegnato al III Battaglione carri del III Reggimento granatieri, inviato in Russia a comattere accanto alle armate zariste.
    Il 6 settembre 1915, però, il giovane passò all'Aviation Militaire belga e frequentò il corso di pilotaggio in Inghilterra pagando personalmente le relative spese ed ottenendo il brevetto il 5 dicembre dello stesso anno.
    Rientrato in Belgio, Coppens frequentò la Scuola militare di volo a Étampes, pilotando i vecchi Maurice Farman F13 e F14 e ottenendo l'abilitazione definitiva al volo soltanto nel luglio del 1916, senza tuttavia riuscire a farsi assegnare a un reparto da caccia.
    Fu invece assegnato alla 6° Escadrille che, dotata di lenti BE2c di produzione belga e di Farman plurimpiego era adibita a compiti di osservazione e ricognizione.
    Il pilota ebbe occasione in quel periodo di volare con uno dei primi Sopwith Strutter impiegati in quella zona di operazioni e, attaccato da quattro caccia tedeschi nel cielo della foresta di Houthulst, riuscì a rientrare nonostante che 32 proiettili avessero colpito il suo aeroplano.
    Il 15 luglio 1917 l'impaziente e combattivo Coppens fu finalmente assegnato alla 1a Escadrille caccia di base a Les Moéres, un reparto comandato da Fernand Jacquet e che contava tra i propri piloti assi come Jan Olieslagers e André de Meulemeester e usava gli agili monomotori biplani da caccia Nieuport 17.
    La prima uscita di guerra del neo-cacciatore ebbe luogo, ma senza risultati, il 21 luglio, proprio quando arrivò alla squadriglia il primo Hanriot HD1, che fu consegnato a lui poiché né de Meulemeester né Olieslagers lo vollero.
    Eppure si trattava, cosa che fece molto piacere al futuro asso, di una macchina agile, dall'ottima visibilità e dalle buone prestazioni, attenuate soltanto dal fatto che l'aereo montava una sola mitragliatrice.
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    Messaggio  Matteo Dom Mag 10, 2009 10:04 am

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    Passavano i giorni e le settimane, ma Coppens non riusciva a impegnarsi in combattimento: sembrava che quando c'era lui in volo gli aeroplani tedeschi scomparissero.
    In quel periodo fu dato prima come disperso e poi dichiarato caduto in combattimento il grande asso francese Georges Guynemer, che Coppens conobbe il giorno prima della sua scomparsa,per un atterraggio che il francese aveva compiuto sul campo della 1a Escadrille.
    Ma Coppens non ebbe nulla da raccontare all'asso francese:
    per lui non c'erano state vittorie e non ve ne furono per tutto l'inverno, anche se andava a provocare il nemico, giungendo perfino - il 18 febbraio 1918 - a fare acrobazie nel cielo di Bruxelles occupata dai tedeschi.
    Nel marzo di quell'anno lo Stato Maggiore belga riorganizzò l'Aeronautica, essendosi finalmente reso conto che la suddivisione dell'Aviazione in piccoli reparti, con impiego di caccia isolati, era antieconomica e pericolosa.
    Nacque così, come reparto, il 'gruppo' costituito da tre squadriglie da caccia e si prese a inviare in missione operativa almeno pattuglie di tre aerei.
    La nuova tattica operativa non piaceva a Coppens, che si considerava cacciatore solitario, ma ovviamente egli dovette adeguarvisi, anche perché, in fin dei conti, era soltanto un maresciallo e non un ufficiale.
    Il 18 marzo Coppens ebbe la prima occasione buona quando, nel cielo di Bovekerke, attaccò un pallone,ma non riuscì ad abbatterlo per mancanza di munizioni adeguate.
    Gli aerostati da osservazione erano una caratteristica della Prima guerra mondiale, nel corso della quale furono largamente usati dalle artiglierie per l'osservazione del tiro specie sul piatto fronte franco-tedesco.
    Proprio perché costituivano l'occhio delle batterie, essi svolgevano compiti importantissimi che ne facevano bersagli da abbattere con precedenza su altri, allo scopo di 'accecare' i direttori di tiro.
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    Messaggio  Matteo Dom Mag 10, 2009 10:05 am

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    Si trattava di grandi salsiccioni pieni di idrogeno, nella cui navicella si trovavano uno o più osservatori collegati con i reparti a terra mediante telefono.
    Al primo avvistamento di aerei nemici gli osservatori saltavano con il paracadute, mentre il personale di servizio metteva in azione il verricello per far scendere il pallone e le difese antiaeree entravano in azione.
    Attaccare quei torpidi mostri era impresa pericolosa ed anche se fosse sfuggito alla contraerea l'attaccante avrebbe potuto abbatterli solo se le armi di bordo fossero state dotate di munizioni adatte, cioè incendiarie e traccianti.
    Altrimenti, nonostante l'infiammabilità dell'idrogeno, i proiettili passavano da parte a parte il pallone senza atterrarlo.
    Ne derivava che la caccia agli aerostati era considerata una specialità nell'ambito della caccia, alla quale si dovevano assegnare piloti abilissimi e dai nervi saldi.
    Consapevoli dell'enorme importanza che avevano i Draken (come i tedeschi li chiamavano e come si prese a chiamarli anche da parte alleata), gli Stati Maggiori britannico e francese avevano chiesto ai tecnici un munizionamento per aereo che fosse efficace contro di essi.
    I cacciatori britannici e francesi di aerostati pertanto disponevano, sia pure non in abbondanza, non solo di proiettili traccianti e incendiari per le mitragliatrici di bordo, ma anche di sia pur rudimentali missili anti-aerostato:
    in pratica razzi simili a quelli dei fuochi artificiali delle sagre paesane applicati ai due lati della fusoliera o sotto le ali o sui montanti alari.
    L'Aeronautica belga, però, non disponeva di proiettili incendiari per mitragliatrice, per cui Coppens, dopo l'insuccesso della sua prima azione contro un pallone frenato, rientrò alla base e si precipitò dagli alleati inglesi della non lontana base di Bray-Dunes per chiedere un po' di pallottole incendiarie.
    Purtroppo sembrava che la fortuna continuasse a tenergli il broncio, tanto che a fine aprile, dopo 35 voli di guerra, egli era ancora a zero vittorie.
    Soltanto il giorno 25, mentre era in pattuglia con il proprio comandante, il capitano W. Gallez, Coppens s'imbatté in una formazione di 20 aerei tedeschi già impegnati dalla sezione 'gialla' comandata da de Meulemeester.
    Buttandosi in picchiata, il pilota si astenne dal far fuoco finché non fu a distanza ravvicinatissima, quindi scelse un nemico che, accortosi del nuovo attaccante, aveva iniziato una manovra evasiva:
    Coppens si avvicinò, si mise in coda e sparò, abbattendo l'avversario.
    Agli inizi di maggio Coppens ricevette venti proiettili incendiari francesi e, per risparmiarli al massimo, decise di inserirne nel nastro della mitragliatrice, tra i proiettili convenzionali, solo quattro per ogni missione e di far fuoco contro gli aerostati soltanto a meno di 50 metri di distanza.
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    Messaggio  Matteo Dom Mag 10, 2009 10:05 am

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    Sua prima vittima fu un salsiccione galleggiante sopra Zarren, pallone che egli quasi speronò e che infine riuscì a far cadere in fiamme.
    Rientrato al campo per rifornirsi di munizioni, l'aviatore stava tornando verso la linea del fronte quando incontrò un biposto Hannover e nello scontro fu costretto a sprecare anche uno dei proiettili incendiari di cui si era appena rifornito.
    Con i tre rimasti riuscì però, poco dopo, a far precipitare un altro pallone.
    Da quel giorno la foresta di Houthulst diventò sua propria riserva di caccia, poiché ogni volta che gli veniva comunicata la presenza di un aerostato egli andava ad attaccarlo e riusciva spesso ad abbatterlo, incurante della massiccia difesa contraerea che gli ormai preoccupati comandi tedeschi disponevano a protezione dei loro'occhi dell'artiglieria'.
    Altri tentavano di emulare Coppens, ma non avevano la sua stessa fredda determinazione e la sua abilità.
    Il 4 settembre il comandante della squadriglia attaccò un pallone senza riuscire ad abbatterlo e il suo gregario, che aveva seguito in quota l'attacco, decise di dar lezione.
    Egli si gettò in tuffo, ma scoprì di essere ancora troppo alto, fece una mezza capovolta, quindi picchiò verso il bersaglio, che si incendiò alla prima raffica.
    Tre minuti dopo l'aviatore abbatteva un altro aerostato sopra Werckem, sparando i restanti proiettili incendiari del nastro.
    Per Coppens la carriera di abbattitore di aerostati terminò bruscamente il 14 ottobre 1918 quando, dopo aver abbattuto un pallone scoperto per caso, andò ad attaccarne un altro che gli era stato segnalato e fu colpito ad una gamba dalla contraerea, perdendo il controllo dell'apparecchio che entrò in vite.
    Comunque, nonostante il dolore, il pilota riuscì a portarsi entro le linee amiche, dove l'aeroplano si schiantò al suolo.
    Estratto dai rottami, fu subito portato all'ospedale da campo e quindi a quello di La Panne dove i medici gli amputarono la gamba maciullata.
    In totale egli aveva ottenuto 37 vittorie, delle quali,solo nove contro aeroplani e tutte le altre contro Draken.
    Nessun altro aviatore belga raggiunse lo stesso numero di vittorie o soltanto vi ci si avvicinò.
    Benché mutilato,l'aviatore rimase in servizio attivo e fu tra l'altro addetto militare belga a Londra.
    Sconfitto ed invaso il Belgio dai tedeschi nel maggio del 1940, Coppens riparò in Svizzera, dove poi si stabilì.

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