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    Chi Uccise Yamamoto ?

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    Messaggio  Staff Sab Set 20, 2008 10:30 pm

    Chi Uccise Yamamoto ? I367031_YamamotoF1
    Pearl Harbor, 14 aprile 1943.
    Le otto del mattino sono passate da pochi minuti, quando il capitano di fregata Edwin Layton del servizio informazioni entra nell'ufficio dell'ammiraglio Chester W. Nimitz, comandante in capo della Flotta del Pacifico.
    L'ufficiale ha con sé il testo di un messaggio giapponese appena decifrato, un messaggio che, a suo giudizio, rappresenta un vero «colpo».
    Lo porge a Nimitz, che legge:
    « L'ispezione del comandante in capo della flotta riunita a Ballale, Shortland e Buin avverrà secondo questo programma:
    Ore 6 del 18 aprile: partenza da Rabaul su un aereo medio d'attacco con la scorta di sei caccia.
    Ore 8 arrivo a Ballale e partenza immediata per Shortland con un cacciasommergibili.
    Arrivo previsto a Shortland, ore 8,40.
    Ore 9,45: partenza da Shortland a bordo di un cacciasommergibile e arrivo a Ballale alle 10,30.
    Ore 11.00: partenza da Ballale con un aereo medio d'attacco e arrivo a Buin alle 11 ,10.
    Ore 14: partenza da Buin a bordo di un aereo medio d'attacco e arrivo a Rabaul alle 15,40.
    In caso di maltempo il giro d'ispezione verrà rimandato di un giorno ».

    L'ammiraglio Nimitz accenna un sorriso, e ne ha motivo.
    Quel messaggio, minuzioso come il programma di viaggio di un'agenzia turistica, offre agli americani la possibilità insperata di eliminare nientemeno che l'ammiraglio Isoroku Yamamoto, prestigioso comandante della Flotta nipponica, stratega temuto e ammirato dagli stessi avversari, ideatore dell'attacco a Pearl Harbor avvenuto circa sedici mesi prima.
    E' un'occasione da non perdere: far fuori Yamamoto significherebbe assestare un durissimo colpo al Giappone, dove l'ammiraglio gode di un prestigio inferiore solo a quello dell'Imperatore e dove non si vede uno stratega in grado di sostituirlo.
    Nimitz non ha esitazioni e informa immediatamente l'ammiraglio William F. Halsey, capo delle operazioni nel Pacifico meridionale, della magnifica occasione che si è presentata: il giro d'ispezione di Yamamoto prevede scali nella Nuova Britannia e nell'isola di Bougainville, località che fanno parte del campo d'azione di Halsey.
    A lui, dunque, spetterà il compito di studiare e portare a termine il piano.
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    Messaggio  Staff Sab Set 20, 2008 10:35 pm

    Ha soltanto quattro giorni di tempo.
    Oltre che a Pearl Harbor, anche a Washington si è a conoscenza dell'imminente viaggio di Yamamoto.
    Il messaggio giapponese è stato intercettato da un anonimo radiotelegrafista di una sperduta base dell' Alaska, inviato nella capitale e qui decifrato nel giro di poche ore dagli esperti del servizio informazioni.
    La mattina del giorno 15, il testo del documento, che collima perfettamente con quello decifrato alle Hawaii, viene presentato a Frank Knox, ministro della Marina.
    L'idea di approfittare di quelle preziose notizie per eliminare Yamamoto viene anche a Knox, ma il ministro, a differenza di Nimitz, si mostra esitante: gli sembra, tutto sommato, che si tratterebbe più di un'azione da killer che di una vera e propria impresa di guerra.
    In ogni caso, sottopone il problema a Roosevelt e il presidente esprime chiaramente il proprio parere favorevole alla missione.
    Il piano per uccidere Yamamoto ha ricevuto il benestare della massima autorità statunitense; non rimane che agire, e il tempo stringe.
    Nella zona d'operazione, frattanto, le cose sono andate avanti, procedendo nel tipico stile militare: dal superiore all'inferiore.
    Nimitz ha incaricato della missione l'ammiraglio Halsey; Halsey l'ha passata al contrammiraglio Marc Mitscher, comandante delle forze aeree delle isole Salomone con centro operativo nell'isola di Guadalcanal; Mitscher si consulta con un suo collaboratore, Henry Vicellio, comandante della 70° squadriglia da caccia dell'aviazione dell'Esercito, e i due concludono che il capo ideale dell'operazione non può essere che John Mitchell, della 339° squadriglia.
    Mitchell e i suoi «ragazzi » sono tutti espertissimi piloti, veri assi dell'aviazione, ma forse questa volta si pretende un po' troppo da loro.
    Fra ordini, precisazioni, proposte e controproposte, alla sede di comando del contrammiraglio Mitscher si sono persi quasi tre giorni e si è giunti a sabato 17 aprile, vigilia della Domenica delle Palme e vigilia del viaggio di Yamamoto.
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    Messaggio  Staff Sab Set 20, 2008 10:36 pm

    Chi Uccise Yamamoto ? Yamamoto05en4
    Appuntamento in cielo sull'isola di Bougainville
    Dei veri piani presentati per compiere la missione, Mitchell sceglie quello più semplice e più difficile allo stesso tempo: intercettare il volo di Yamamoto e abbattere il suo aereo.
    Solo così, invece di attaccare l'ammiraglio giapponese durante i suoi spostamenti in cacciasommergibili, si avrà la certezza del risultato.
    Mitragliare e bombardare una nave, infatti, sarebbe forse più semplice, ma chi potrebbe garantire che Yamamoto morirà nell'affondamento?
    Invece, una volta abbattuto il suo aereo...
    Tuttavia, non ci si può nascondere che questo secondo piano è legato ad un filo.
    Un piccolo errore nella rotta di volo porterebbe i caccia molte miglia lontano dall'obiettivo; e poi, chi assicura che Yamamoto rispetterà cronometricamente il programma di viaggio?
    Uno scarto di pochi minuti basterebbe per far sfumare l'appuntamento in cielo.
    Obiezioni più che fondate, certamente, ma nessuna possibilità di scelta: o così o niente.
    Per il primo problema, Mitchell assi¬curache con una buona bussola, di quelle impiegate dalla Marina, ce la farà.
    Quanto al secondo problema, il comandante della spedizione non può far altro che affidarsi alle assicurazioni degli informatori «psicologi »: Yamamoto ha l'ossessione della puntualità; se quello è il programma, si può giurare che l'ammiraglio spaccherà il secondo.
    Salvo imprevisti, naturalmente.
    Per il maggiore Mitchell, quel sabato sera è più lungo del solito.
    In poche ore si tratta di stabilire con esattezza tutti i particolari del piano.
    Prima di tutto, il punto d'intercettamento.
    Si decide di colpire l'obiettivo a ovest di Kahili, sull'isola di Bougainville, poco prima dell'atterraggio di Yamamoto.
    Calcoli complicati portano Mitchell a concludere che l'aereo dell'ammiraglio giapponese dovrebbe trovarsi nel punto prescelto per l'intercettamento alle 9,35 del mattino di domenica, tenuto conto del diverso fuso orario.
    E' possibile una tolleranza di una decina di minuti intorno all'ora prefissata: al di là di questo «tempo massimo» i caccia Lightning destinati all'impresa non potrebbero più trattenersi nella zona ;pena l'impossibilità del ritorno per mancanza di carburante , e la missione fallirebbe.
    Per raggiungere l'obiettivo e tornare alla base, infatti, bisognerà già ricorrere all'ausilio di serbatoi supplementari, e anche questa « aggiunta» è da considerarsi appena sufficiente.
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    Messaggio  Staff Sab Set 20, 2008 10:37 pm

    Non resta quindi che confidare nella puntualità di Yamamoto.
    Sistemati i particolari, Mitchell passa a un' altra fase delicata della preparazione: la scelta dei piloti.
    Alla base, malgrado le raccomandazioni di assoluta segretezza, la notizia è trapelata e il capo della missione è tempestato di «raccomandazioni».
    Tutti vorrebbero « vendicare Pearl Harbor ».
    Ma Mitchell ha già deciso: diciotto Uomini in tutto, e salo quattro destinati al gruppo d'assalto vero e proprio: Lanphier, Barber, McLanahan e Moore.
    Gli altri faranno da «copertura ».
    Venogno illustrati i piani di volo, dissipando alcuni dubbi e risolvendo altri problemi spiccioli.
    La riunione dura fin oltre la mezzanotte: si entra nella Domenica delle Palme, l'ultimo giorno per Yamamoto.
    Alle 7,10 del mattina diciotto Lightning sono pronti per il decollo.
    Partono prima quattro aerei, guidati da Mitchell.
    Poi, è la volta del gruppo d'assalto.
    McLanahan, prima di sollevarsi, ha un pauroso scarto ed esce di pista: gli si è forata una gomma del carrello e per lui la missione finisce prima di cominciare.
    Non c'è tempo per aspettare riparazioni o la sostituzione dell'aereo: la pattuglia d'assalto si è ridotta a tre uomini.
    Alle 7,25 i diciassette caccia sono in formazione, ma dopo pochi minuti di volo anche Moore ha delle difficoltà.
    Il suo apparecchio perde colpi.
    Si avvicina all'aereo di Lanphier e gli fa capire di essere nei guai.
    I piloti hanno l'ordine di comunicare fra loro solo a vista e a gesti, mantenendo il più assoluto silenzio radio per non essere captati dalle riceventi giapponesi.
    Lanphier fa intendere a Moore di tornare indietro e così anche un secondo « assaltatore »esce di scena.
    Secondo i preventivi accordi, McLanahan e Moore saranno sostituiti dalle due riserve, Holms e Hine.
    I sedici caccia si avvicinano all'obiettivo volando a pelo d'acqua, fuori dalla portata dei radar nipponici.
    La loro velocità è di 320 chilometri all'ora.
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    Messaggio  Staff Sab Set 20, 2008 10:38 pm

    Chi Uccise Yamamoto ? Yamamoto55cm3
    Poco prima delle 9,30 cominciano a salire di quota: tra cinque-dieci minuti dovrebbero scorgere il gruppo di Yamamoto in qualche punto del cielo.
    Ore 9,34: i caccia americani sono sul luogo dell'appuntamento.
    Pochi secondi e la cuffia di Mitchell gracchia: « Nemico avvistato ».
    E' Canning, uno della « copertura », a dare per primo la notizia.
    Ora i japs si vedono chiaramente: una puntualità sbalorditiva.
    Sono otto aerei, sei caccia Zero e due bombardieri.
    Due bombardieri, non uno.
    Questo non era previsto.
    Su quale viaggia Yamamoto?
    Impossibile saperlo. Bisogna abbatterli entrambi.
    La battaglia è breve, ma violentissima.
    Gli Zero si avventano sugli americani mentre i due bombardieri si sganciano dalla formazione tentando la fuga.
    Sulla loro scia si buttano Tom Lanphier e Rex Barber, sparando all'impazzata.
    E' questione di attimi.
    Uno dei due bombardieri precipita in fiamme. nella giungla, l'altro sembra disintegrarsi in mare.
    Sul primo viaggiava lo ammiraglio Yamamoto: nessun superstite.
    Sull'altro c'era l'ammiraglio Ugaki, che miracolosamente si salverà con alcuni ufficiali del seguito.
    Yamamoto verrà ritrovato dopo faticose ricerche: il suo volto era ancora riconoscibile e fra le mani, guantate di bianco, stringeva la sciabola da samurai.
    Pearl Harbor è vendicata.
    La pattuglia di Mitchell, compiuta la missione, si allontana a tutta velocità prima che dalla base di Bougainville si alzino altri Zero.
    Soltanto Ray Hine non fa ritorno: lo hanno visto precipitare in mare, colpito da un caccia nipponico.
    Per quanto possa apparire strano, le versioni dei piloti americani, una volta tornati alla base, non coincidono.
    Lanphier è sicuro di avere abbattuto un bombardiere sulla giungla; Barber è convinto di averne abbattuti due, uno in mare e l'altro sulla foresta.
    La polemica è destinata a durare a lungo; una commissione d'inchiesta appositamente costituita giungerà a ipotizzare la presenza di un terzo bombardiere, alzatosi in volo durante lo scontro.
    Secondo il ministro della Guerra americano, l’ abbattimento dell'aereo di Yamamoto sarebbe da attribuirsi a Lanphier, ma molti storici dell' Aviazione avanzano dubbi su questa versione.
    Sebbene oziosa, rimane dunque aperta ancora oggi la domanda: chi ha ucciso Yamamoto?

    Attacco a Pearl Harbor Mondatori 1972


    Chi Uccise Yamamoto ? Yamamoto6dl2
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    Messaggio  Franz_S Ven Ott 01, 2010 10:39 pm

    18/04/1943 06:00
    Sul campo d’aviazione di Lakunai (Rabaul - Nuova Birmania) due bombardieri bimotore dell'Aviazione della Marina imperiale giapponese stanno rullando sulla testata della pista.
    Sul primo dei due Mitsubishi G4M (codice alleato "Betty'') si trova l'ammiraglio Yamamoto con il suo seguito;
    il secondo ha a bordo il vice ammiraglio Matome Ugaki.
    Ambedue i "Betty" appartengono al 705° Kokutai.
    Alle 06:00 in punto, i due aerei decollano, scortati da 6 caccia Mitsubishi A6M3 mod. 32 del 204° Kokutai.
    Immediatamente i due bimotori salgono a circa 2.500 m di quota, sovrastati di poche centinaia di metri dalle due pattuglie disposte a V della scorta.
    La formazione fa quindi rotta su Ballalae;
    il tempo è sereno, e l'arrivo è previsto per le 07:45.
    Alle 05:00 erano decollati da Guadalcanal i 16 P-38 preposti all'intercettazione.
    Il maggiore Mitchell guidò i suoi caccia, radenti il mare, verso un punto a Nord Ovestl di Ballalae, in prossimità della costa di Bougainville, in modo da intercettare il gruppo nemico alle 07:30.
    Era stato pianificato che un gruppo di quattro P-38 (piloti Hine, Barber, Lanphier ed Holmes) avrebbe attaccato l'aereo di Yamamoto, che si sapeva sarebbe stato un bimotore.
    Un secondo gruppo di 12 avrebbe fatto rapidamente quota in modo da assicurare una forte copertura ai 4 attaccanti, nel caso dal vicino aeroporto di Kahili si fossero levati in volo dei
    caccia giapponesi.
    Alle 07:34 i 16 P-18 sono ancora uniti quando una voce rompe il silenzio radio
    "Bogeys! Eleven o' clock, high"
    Mitchell vede gli 8 aerei giapponesi scendere verso Ballalae, e subito ordina al gruppo dei 4 attaccanti di serrare sotto il nemico.
    Contemporaneamente, comincia a far quota alla massima velocità ascensionale possibile, seguito dai restanti undici P-38 della copertura.
    Nel gruppo degli attaccanti si verificarono subito dei problemi:
    i serbatoi supplementari del tenente Holmes non si sganciavano, e quindi Holmes, seguito dal gregario Hine, rinunciò all'attacco per lanciarsi in una serie di brusche evoluzioni per tentare di far staccare gli ingombranti serbatoi dal velivolo.
    Quindi, solo Barber e Lanphier portarono a termine l'attacco.
    Quando il maggiore Mitchell fu a circa 6.000 metri di quota udì Lanphier rivendicare per radio l'abbattimento di un bimotore.
    Effettivamente, in basso, sulla giungla di Bougainville aleggiava una spessa nube di fumo.
    Sul mare, per un attimo Mitchell scorse anche un P-38 inseguito da uno "Zeke".
    Essendo ormai al limite dell'autonomia, e non scorgendo altri velivoli nemici, Mitchell diede l'ordine di rientrare.
    Risulta pertanto chiaro che, da parte americana, gli unici che potevano sapere ciò che era accaduto sulla giungla di Bougainville al momento dell'intercettazione erano Barber,
    Holmes e Lanphier (Hine non rientrò alla base e fu dato per disperso).
    Il primo a rientrare a Guadalcanal fu il capitano Lanphier.
    Ancor prima di toccare terra egli si mise a gridare per radio:
    "I have shot down the son of bitch!"
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    Messaggio  Franz_S Ven Ott 01, 2010 10:41 pm

    Una volta a terra egli raccontò di aver decisamente puntato sul bimotore di testa;
    Mentre stava per collimarlo si accorse che una sezione di tre "Zeke" stava picchiando su di lui. Tirò allora la cloche a sé ed affrontò muso contro muso i tre caccia nemici.
    I suoi cannoncini strapparono un'ala ad uno degli attaccanti, mentre gli altri due sfilarono via.
    A questo punto Lanphier raccontò di aver eseguito un looping, seguito da un rovesciamento manovra che lo portò a trovarsi sulla destra del bombardiere di testa, Lanphier aprì il fuoco, e le sue raffiche si infilarono perpendicolarmente nella fusoliera del 'Betty".
    Il motore sull'ala destra si incendiò, poi l'ala stessa si staccò dall'aereo, che si infilò nella giungla sottostante.


    Chi Uccise Yamamoto ? Yamamotof1
    Prima di rilasciare queste dichiarazioni ai suoi superiori, Lanphier fece il suo racconto a svariate persone che attendevano il ritorno del gruppo sulla pista, tra le quali vi erano anche dei corrispondenti di guerra.
    Dopo Lanphier atterrò Barber.
    Il suo resonto fu molto più asciutto.
    Riferì di aver notato Lanphier fronteggiare in cabrata tre 'Zeke", e di averlo per questo superato.
    Mentre procedeva ad alta velocità rasente la giungla, Barber vide avanti a sé un "Betty",leggermente spostato alla sua destra.
    Con una minima accostala se lo trovò nel collimatore, e già alla prima raffica Barber vide pezzi di lamiera staccarsi dall'impennaggio verticale del bimotore.
    Subito il motore destro cominciò a fumare e proprio mentre il “Betty" puntava il muso verso terra, Barber lo superò.
    Dichiarò pertanto di non averlo visto cadere.
    La sua alta velocità lo portò poi sul mare, a sud di Bougainville, dove incrociò un altro "Betty", inseguito da un P-38.
    Anche Barber sparò, ed il bimotore giapponese andò in pezzi.
    I “Betty" gli esplose letteralmente in faccia, ed il suo P-38 investì alcuni rottami ancora fluttuanti nell'aria a più di 600 chilometri all'ora.
    Effettivamente, il P-38 di Barber riportava evidenti ammaccature sul muso e sul bordo d'attacco delle ali.
    L'ultimo a fare il suo resoconto fu Holmes.
    Disse di aver centrato uno "Zeke" della scorta e di aver poi abbattuto un "Betty” che volava basso sul mare.
    Gli ufficiali preposti al riconoscimento degli abbattimenti conclusero che Lanphier aveva abbattuto uno "Zeke" ed un "Betty".
    Il "Betty' era quello di testa, quello precipitato nella giungla, presumibilmente l'aereo su cui viaggiava Yamamoto.
    Ad Holmes vennero attribuiti uno "Zeke” probabile, ed un "Betty" in collaborazione con Barber. A Barber venne inoltre riconosciuto il probabile danneggiamento di un terzo "Betty".
    A parte queste assegnazioni “ufficiali" i cronisti presenti a Guadalcanal avevano già incoronato T-J Lanphier come "colui che aveva abbattuto l'ammiraglio Yamamoto".
    Una conferma di questa tesi si ebbe qualche mese dopo dagli stessi giapponesi che ammisero la morte di Yamamoto su un aereo caduto nella giungla di Bougainville.
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    Messaggio  Franz_S Ven Ott 01, 2010 10:43 pm

    Chi Uccise Yamamoto ? Yamamotof2
    Lanphier sfruttò abilmente la grande fama acquisita con questa impresa.
    Per "il pilota che aveva abbattuto Yamamoto" molte porte si aprirono.
    Nel dopoguerra Lanphier ricoprì diverse cariche importanti in alcune industrie aereonautiche, arrivando successivamente a percorrere una discreta carriera politica.
    Barber, persona molto più schiva e riservala, nutrì fin dal primo momento il dubbio che il “Betty” che lui aveva sicuramente colpito sopra Bougainville fosse quello di Yamamoto.
    Inoltre egli non aveva visto in volo tre "Betty" ma solo due, a differenza di quanto risulterebbe sommando le attribuzioni ufficiali dell'USAAF.
    Il primo segnale che i dubbi di Barber potessero essere fondali si ebbe subito dopo il conflitto.
    Le fonti ufficiali giapponesi dichiararono infatti che la mattina del 18 aprile 1943 la Marina imperiale aveva perduto, sopra Bougainville, solo due bimotori tipo G4M "Betty”
    Uno di questi era caduto in mare, e di tutti gli occupanti si erano salvati solo il vice ammiraglio M. Ugaki, il pilota H.Hayashi e un altro ufficiale.
    L'altro era caduto nella giungla e tutti gli occupanti orano morti, compreso l'ammiraglio Yamamoto.
    Quindi, oltre a non aver perduto alcun caccia della scorta, i giapponesi affermavano che i "Betty" in volo quel mattino erano soltanto due, e non tre.
    A conferma del fallo che, in realtà, non era andato perso alcun caccia, le autorità militari nipponiche resero nota la fine dei 6 piloti degli "Zeke” di scorta.
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    Messaggio  Franz_S Ven Ott 01, 2010 10:44 pm

    I conti decisamente non tornavano;
    a parte le inesattezze riguardo l'abbattimento dei due “Zeke" della scorta, rimaneva il mistero del terzo “Betty".
    Un ulteriore spiraglio di luce sulla vicenda venne dal diario che l'ammiraglio Ugaki aveva tenuto durante tutto il conflitto.
    Nel passo in cui narra l'intercettazione sopra Bougainville, Ugaki dice che un P-38 superò ad alla velocità il suo aereo, per puntare decisamente sul bimotore di testa, quello di Yamamoto.
    Il P-38 sparò sul "Betty" da una posizione arretrata.
    Ugaki non vide alcun caccia americano attaccare l'aereo di Yamamoto provenendo da destra, come aveva dichiarato Lanphrier.
    Ma la guerra era terminala da poco, e gli organi ufficiali americani non davano ancora molto credito alle dichiarazioni degli ex-nemici.
    Qualcuno concluse che forse sia Barber che Lanphier avevano sparato sullo stesso Betty, ma la versione ufficiale non fu cambiata,
    Solo nel 1960 l'abbattimento del Betty di Yamamoto venne diviso alla pari fra Barber e Lanphier, ma alla cosa non fu data molta pubblicità e Lanphier rimase sui libri di storia come l'uccisore di Yamamoto.
    Il primo duro colpo alla tesi di Lanphier si ebbe nel 1972.
    In quell'anno C, Darby, un ,cercatore di relitti australiano, rinvenne i rottami del "Betty" su cui si trovava Yamamoto.
    L'aereo era immerso nella giungla tropicale di Bougainville e, presso il relitto, una piccola lapide, deposta dai giapponesi pochi giorni dopo la sua morte, ricordava Yamamoto.
    Darby,scattò diverse fotografie, che comparvero su alcune riviste.
    In tali foto era ben visibile l'ala destra del Betty ancora vicina al tronco della fusoliera.
    Questo fatto smentiva la dichiarazione di Lanphier, secondo il quale l'ala si era staccata sotto i suoi colpi quando il "Betty" era ancora in volo.
    Se così fosse stato, chiaramente non si sarebbe potuta trovare di fianco della fusoliera.
    Inoltre, la stessa fusoliera non presentava fori di proiettili sul lato destro.
    Erano invece ben visibili i segni di colpi sull'impennaggio verticale del "Betty", in accordo con le dichiarazioni di Barber.
    Darby scrisse anche a Barber e nel 1988 tornò sul luogo in cui si trova il relitto scattando altre foto.
    Nel 1979 era inoltre stata pubblicala la traduzione di una biografia giapponese di Yamamoto in cui il pilota del Betty dell'ammiraglio Ugaki, Hayashi, affermava di aver
    visto un solo P-38 superare il suo aereo e mettersi in coda al "Betty" di Yamamoto, abbattendolo.
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    Messaggio  Franz_S Ven Ott 01, 2010 10:46 pm

    Alla luce di tutti questi nuovi elementi, venne organizzata nell'aprile del 1988 una "Yamamoto Retrospective", presso il Nimitz Museum di Fredericksburg Texas.
    A tale conferenza parteciparono tutti e nove i piloti ancora viventi che avevano combattuto su Bougainville quel mattino d'aprile del 1943:
    R, Ames, R. Barber, D. Canning. D. Goerke, J. Jacobsen, B. Holmes, J. Mitchell, L. Kittel e, unico superstite giapponese K. Yanajiya.
    E fu proprio Yanajiya che, in quell'occasione parve fugare ogni residuo dubbio su chi avesse abbattuto Yamamoto.
    Egli affermò infatti che vide chiaramente due P-38 insinuarsi tra la scorta e i due "Betty".
    A questo punto il primo gruppo di "Zeke" picchiò sul P.38 di testa, che inverti la rotta e fronteggiò l'attacco (si trattava chiaramente di Lanphier).
    Il secondo P-38 intanto proseguì indisturbato ed abbattè il Betty di Yamamoto, che cadde nella giungla.
    Il secondo gruppo di "Zeke" cercò allora di proteggere il secondo "Betty" che ormai si trovava sul mare.
    Yanajiva incrociò allora un P-38, e lo centrò ripetutamente.
    Sembra certo che anche il sopraggiungente Sugita centrasse lo stesso P-18, ed è pertanto probabile che Hine sia caduto sotto i colpi di entrambi i cacciatori giapponesi.
    Non si è invece riuscito a chiarire chi danneggiò lo "Zeke" di Sugita, che comunque atterò regolarmente.
    La verità parrebbe pertanto finalmente emersa;
    il 18 aprile 1943, sopra Bougainville, i giapponesi persero due Betty:
    quello di Yamamoto, abbattuto da Barber e quello di Ugaki, abbattuto da Barber ed Holmes.
    Gli americani persero il P-38 del tenente Hine .

    L’unica nota stonata, ma ormai poco credibile, viene da un'intervista rilasciata nel 1990 da Hayashi, che smentendo quanto da lui già dichiarato nella citata biografia di Yamamoto,
    afferma di aver visto due P.38 attaccare contemporaneamente il "Betty" di Yamamoto, uno da sinistra e l'altro da destra, a distanza di 1 o 2 minuti l'uno dall'altro.
    Questa dichiarazione pare poco credibile poiché è in contrasto sia con la versione di Barber che con quella di Lanphier, ed appare inoltre impossibile che sia intercorso un tale intervallo di tempo tra l'attacco dei due piloti.
    Tutti i partecipanti hanno infatti dichiarato che gli avvenimenti si svolsero in modo molto più rapido.
    Le attribuzioni ufficiali dell'USAAF non sono ancora state modificate in favore di Barber, e l'indagine su ciò che accadde realmente su Bougainville il 18 aprile 1943 sembra si debba considerare tutt’altro che chiusa.

    P.F.Vaccari
    Storia Militare

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