MC 200
La Regia Aeronautica fu coinvolta nella guerra in Europa in ritardo rispetto agli altri belligeranti ma il suo materiale di volo era ancora agli standard prebellici.
Già dalla metà degli anni Trenta sia la difesa che l'industria avevano iniziato a lavorare ad una nuova generazione di aerei da combattimento ma i risultati furono molto modesti, per un insieme di cause.
Le idee dei progettisti italiani e della Regia Aeronautica non erano meno avanzate di quelle
correnti all’epoca nel resto del mondo ma differenti erano i mezzi a disposizione.
La maggior parte dei progettisti italiani aveva qualche problema nel ricorrere alle costruzioni interamente metalliche a rivestimento lavorante e qualche carenza vi era anche nelle conoscenze aerodinamiche.
L'industria dei motori aveva poche realizzazioni affidabili e tutte più o meno debitrici della produzione straniera e con potenze non idonee a fornire le prestazioni richieste da un aereo da caccia.
In pratica a funzionare adeguatamente erano soltanto le mitragliatrici.
In questo quadro si distinse, dopo aver superato non trascurabili problemi di progettazione e di messa a punto, il C.200 progettato dall'ing. Mario Castoldi, direttore tecnico dell'Aeronautica Macchi.
La sua struttura era moderna, anche se spesso giudicata un pò pesante, ma la qualità delle leghe d'alluminio prodotte in Italia e le specifiche della Regia Aeronautica non consentivano una costruzione più leggera.
Anche l'armamento era piuttosto scarso, così come il raggio d'azione, ma era quanto concesso nell’ambito del carico utile disponibile.