Premessa
Quando i primi motori a getto, sul finire della seconda guerra mondiale, fecero le prime timide apparizioni pochi avrebbero loro pronosticato un futuro così brillante, sia in campo militare che, soprattutto, civile.
Ancora nel dopo guerra, quando il traffico transatlantico marittimo superava ancora l'esiguo numero di persone trasportate per via aerea - pur su mezzi sempre più efficienti e veloci quali i quadrimotori Douglas e Lockheed -la sperimentazione di questo rivoluzionario tipo di propulsione in campo civile era bloccata da serie remore.
Se infatti per piloti ed equipaggi addestrati non si prevedevano soverchie difficoltà dopo una fase di ambientazione, destavano invece preoccupazione le possibili reazioni dei passeggeri al volo a quota e velocità doppie rispetto al consueto.
Sulla scorta dell'esperienza acquisita col bombardiere esareattore B-47 ed in corso di acquisizione col costruendo B-52, la Boeing iniziò comunque privatamente studi su un quadrireattore civile nel 1946, per inserirsi in un mercato allora in mano alla Douglas e - in minor misura - alla Lockheed.
Dopo diversi progetti estrapolati dal B.377/C-97 Stratocruiser con l'applicazione di reattori Pratt & Whitney J-57 (allora senza dubbio miglior jet disponibile) appaiati in gondole sub-alari.
Dopo averli separati per garantire maggior sicurezza in caso di incendio si giunse all'adozione di un' ala a freccia di 35°, in accordo con le teorie elaborate in Germania durante la guerra dall'Istituto di Ricerca Aeronautica « Reichmarshal Goering», secondo le quali con la stessa superficie ma con un'angolazione rispetto alla fusoliera si ottiene un miglior rendimento ed una minore apertura alare, e quindi minor resistenza aerodinamica.
Il progetto Boeing Model 367-80, che sarebbe poi sfociato nel 707, emerse dopo oltre 4.200 ore di prove in galleria, scartando innumerevoli soluzioni e modificandone altre.