ADOLF GALLAND fu il più famoso pilota da caccia tedesco della seconda guerra mondiale e fino alla sua morte, nel febbraio 1996, fu anche l'ultimo superstite tra i principali comandanti superiori dell'Aeronautica tedesca.
Un asso con più di cento vittorie riportate in combattimento in Occidente e l'ultimo dei decorati della massima insegna al valore, la Croce di Cavaliere con Fronde di quercia, spade e diamanti concessa a soltanto ventisette tra i milioni di uomini che servirono nelle Forze Armate.
La sua carriera spaziò in uno straordinario periodo della storia aeronautica, dai biplani ad abitacolo aperto della guerra civile spagnola, passando attraverso il comando di uno stormo di
Messerschmitt Bf 109 durante la Battaglia d'Inghilterra fino alla guida di un'irripetibile "squadriglia di assi" equipaggiata con i primi caccia a reazione della storia e impegnata in un compito impossibile durante le ultime settimane di guerra.
La vicenda di Adolf Galland è molto più dell'avventurosa storia di un pilota da caccia.
La sua meteorica carriera fece di lui, all'età di trent'anni, il più giovane generale delle Forze Armate tedesche e la nomina a Ispettore generale della caccia lo mise in frequente e, talvolta, pericoloso contatto con i massimi esponenti del Terzo Reich.
Fu l'attento ascoltatore delle confidenze private di Hitler relativamente alle sue visioni globali, l'intrepido difensore dei piloti da caccia contro la sleale ira di Goering;
collaborò strettamente con il brillante Albert Speer, il giovane ministro della Produzione bellica e infine il suo dichiarato rifiuto al compromesso portò alla sua destituzione e alla messa sotto
inchiesta da parte della Gestapo, facendo dipendere la sua vita e la sua morte dall'esito di un'unica telefonata.
Il generale di divisione aerea Galland godette del massimo rispetto da parte dei suoi nemici e dei suoi camerati, stringendo, dopo la guerra, molte amicizie intense con i piloti inglesi e americani che si erano battuti contro la Luftwaffe, guadagnando la loro stima, sia per il suo comportamento, sia per le sue capacità di pilota e di comandante.
Questo libro rappresenta quasi certamente l'ultima parola che verrà mai pronunciata dalla generazione dei responsabili delle Forze Armate tedesche del secondo conflitto mondiale.