Giovanni Battista Boscutti
michele- M1.0
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Data d'iscrizione : 29.08.08
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- Messaggio n°1
Giovanni Battista Boscutti
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- Messaggio n°2
Re: Giovanni Battista Boscutti
Prefazione
Giovanni Battista Boscutti cadde con il suo aereo l' 11 marzo 1944 durante un' azione di caccia per contrastare il più grave bombardamento americano sulla città di Padova.
I resti dell'apparecchio - un Macchi 205 dell' Aeronautica Nazionale Repubblicana -insieme a quelli del pilota, furono recuperati sessantatre anni dopo a Correzzola, dove erano sprofondati otto metri sotto terra.
Questo episodio ci ha fornito l'opportunità di mettere a fuoco un periodo cruciale della nostra storia, oggetto per decenni di una sorta di rimozione collettiva.
I pesantissimi bombardamenti subiti da tutta l'Italia dal giugno 1940 all'aprile del '45 sono divenuti oggetto di indagine storiografica soltanto recentemente.
Eppure, in cinque anni, i bombardieri inglesi e americani colpirono praticamente tutte le città italiane del Nord e del Sud e le vittime furono circa 80mila.
Gli studi sull'argomento dividono i bombardamenti in due grandi categorie.
La prima comprende i raid aerei a prevalente scopo militare e strategico, che ebbero per obiettivi principali i porti, gli aeroporti, le linee ferroviarie, ma anche fabbriche e postazioni militari.
La seconda categoria comprende i bombardamenti a scopo politico, mirati prevalentemente a suscitare nella popolazione civile un rifiuto della guerra e un senso di sfiducia nelle capacità militari italiane e nelle scelte dei vertici politici.
Strumento di questa sorta di guerra psicologica furono anche le incursioni notturne del caccia usato come bombardiere leggero che la fantasia popolare ribattezzò "Pippo" e che interessarono prevalentemente le città del Veneto.
Pippo volava a bassa quota, sganciava il suo carico su un casuale obiettivo civile e scompariva nella notte.
La strategia dei bombardamenti a tappeto - come vennero ufficialmente definiti i raid contro la popolazione civile dei centri urbani - venne pianificata e attuata sistematicamente dalla Royal Air Force, imitata in questo pur con modalità e impegno differente anche dalle forze aeree dell'esercito statunitense,soprattutto a partire dal 1943, quarto anno di guerra, quando le forze alleate ebbero a disposizione risorse ed equipaggiamenti idonei ad attacchi di questo tipo su larga scala.
L'obiettivo di questi attacchi aerei era quello di creare il massimo dei danni, del panico e della distruzione.
Giovanni Battista Boscutti cadde con il suo aereo l' 11 marzo 1944 durante un' azione di caccia per contrastare il più grave bombardamento americano sulla città di Padova.
I resti dell'apparecchio - un Macchi 205 dell' Aeronautica Nazionale Repubblicana -insieme a quelli del pilota, furono recuperati sessantatre anni dopo a Correzzola, dove erano sprofondati otto metri sotto terra.
Questo episodio ci ha fornito l'opportunità di mettere a fuoco un periodo cruciale della nostra storia, oggetto per decenni di una sorta di rimozione collettiva.
I pesantissimi bombardamenti subiti da tutta l'Italia dal giugno 1940 all'aprile del '45 sono divenuti oggetto di indagine storiografica soltanto recentemente.
Eppure, in cinque anni, i bombardieri inglesi e americani colpirono praticamente tutte le città italiane del Nord e del Sud e le vittime furono circa 80mila.
Gli studi sull'argomento dividono i bombardamenti in due grandi categorie.
La prima comprende i raid aerei a prevalente scopo militare e strategico, che ebbero per obiettivi principali i porti, gli aeroporti, le linee ferroviarie, ma anche fabbriche e postazioni militari.
La seconda categoria comprende i bombardamenti a scopo politico, mirati prevalentemente a suscitare nella popolazione civile un rifiuto della guerra e un senso di sfiducia nelle capacità militari italiane e nelle scelte dei vertici politici.
Strumento di questa sorta di guerra psicologica furono anche le incursioni notturne del caccia usato come bombardiere leggero che la fantasia popolare ribattezzò "Pippo" e che interessarono prevalentemente le città del Veneto.
Pippo volava a bassa quota, sganciava il suo carico su un casuale obiettivo civile e scompariva nella notte.
La strategia dei bombardamenti a tappeto - come vennero ufficialmente definiti i raid contro la popolazione civile dei centri urbani - venne pianificata e attuata sistematicamente dalla Royal Air Force, imitata in questo pur con modalità e impegno differente anche dalle forze aeree dell'esercito statunitense,soprattutto a partire dal 1943, quarto anno di guerra, quando le forze alleate ebbero a disposizione risorse ed equipaggiamenti idonei ad attacchi di questo tipo su larga scala.
L'obiettivo di questi attacchi aerei era quello di creare il massimo dei danni, del panico e della distruzione.
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- Messaggio n°3
Re: Giovanni Battista Boscutti
Nelle sue memorie di guerra, Sir Arthur Harris definì il bombardamento a tappeto "un metodo relativamente umano" in quando "salvò il fior fiore della gioventù del nostro paese endei nostri alleati dall'essere falciato in combattimento".
In Italia, i bombardamenti a tappeto interessarono prevalentemente il Nord e si intensificarono dopo l'8 settembre 1943.
La firma dell'armistizio da parte del maresciallo Badoglio rappresenta uno spartiacque fondamentale nelle scelte militari alleate, anche per quanto riguarda gli attacchi aerei.
Con l'8 settembre, in teoria, l'Italia avrebbe dovuto cessare di essere un paese nemico.
Invece i bombardamenti inglesi e americani rivolti deliberatamente contro obiettivi civili dall'armistizio in poi andarono intensificandosi di giorno in giorno.
Oltre i due terzi delle morti di civili italiani causate dai bombardamenti in quasi cinque anni di guerra, avvengono dopo l'8 settembre.
Anche le più recenti indagini storiche hanno analizzato le modalità e gli obiettivi dei bombardamenti a tappeto su obiettivi civili dell'aeronautica anglo-americana, dedicando a questa strategia studi importanti come quelli di Marco Patricelli ("L'Italia sotto le bombe"), di Marco Gioannini e Giulio Massobrio ("Bombardate l'Italia") e di A.C. Grayling ("Tra le città morte", dedicato ai bombardamenti sulle città tedesche).
Un discorso a parte richiederebbero gli attacchi ai siti di interesse artistico.
L'esempio più noto è certamente quello dell'abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto nel 529 e considerata universalmente uno dei gioielli della civiltà europea, distrutta nel corso di una delle più aspre battaglie della Seconda guerra mondiale sul suolo italiano.
In Italia, i bombardamenti a tappeto interessarono prevalentemente il Nord e si intensificarono dopo l'8 settembre 1943.
La firma dell'armistizio da parte del maresciallo Badoglio rappresenta uno spartiacque fondamentale nelle scelte militari alleate, anche per quanto riguarda gli attacchi aerei.
Con l'8 settembre, in teoria, l'Italia avrebbe dovuto cessare di essere un paese nemico.
Invece i bombardamenti inglesi e americani rivolti deliberatamente contro obiettivi civili dall'armistizio in poi andarono intensificandosi di giorno in giorno.
Oltre i due terzi delle morti di civili italiani causate dai bombardamenti in quasi cinque anni di guerra, avvengono dopo l'8 settembre.
Anche le più recenti indagini storiche hanno analizzato le modalità e gli obiettivi dei bombardamenti a tappeto su obiettivi civili dell'aeronautica anglo-americana, dedicando a questa strategia studi importanti come quelli di Marco Patricelli ("L'Italia sotto le bombe"), di Marco Gioannini e Giulio Massobrio ("Bombardate l'Italia") e di A.C. Grayling ("Tra le città morte", dedicato ai bombardamenti sulle città tedesche).
Un discorso a parte richiederebbero gli attacchi ai siti di interesse artistico.
L'esempio più noto è certamente quello dell'abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto nel 529 e considerata universalmente uno dei gioielli della civiltà europea, distrutta nel corso di una delle più aspre battaglie della Seconda guerra mondiale sul suolo italiano.
michele- M1.0
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- Messaggio n°4
Re: Giovanni Battista Boscutti
Gli attacchi deliberati a biblioteche, musei, teatri, monumenti, in Italia come in Germania, furono sistematici e il loro obiettivo era il tessuto culturale del nemico, la rappresentazione della sua memoria storica.
Un altro esempio di attacco a siti di interesse artistico è il bombardamento su Padova dell' 11 marzo 1944, che distrusse buona parte della chiesa degli Eremitani, compresa la cappella Ovetari affrescata dal Mantegna.
E fu proprio durante un'azione della caccia della Repubblica Sociale Italiana per contrastare questo bombardamento che Giovanni Battista Boscutti perse la vita.
Boscutti era un tenente della Regia Aeronautica e dopo l'8 settembre aveva scelto di schierarsi con l'Aeronautica Nazionale Repubblicana, nata con lo scopo primario - come scritto dal capitano di Boscutti, Adriano Visconti -di difendere le città italiane.
Quanti condivisero la scelta di aderire alle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, con metodi e motivazioni diverse, non potevano contare su un potere politico consolidato, basato su un apparato statale vero e proprio e su un'azione governativa indipendente.
In quel particolare contesto storico, l'operatività del potere istituzionale detenuto dalla R.S.I. era fortemente limitata dalle forze militari tedesche.
Il compito dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana era quello di operare per la difesa territoriale con la caccia e per l'aspetto ausiliario con le scuole di volo, i collegamenti, la sorveglianza territoriale.
Schiacciata tra l'assoluta superiorità di uomini e mezzi messi in campo dell'aeronautica anglo-americana e la prepotenza dell'alleato tedesco, la storia dell'A.N.R. fu breve e sanguinosa.
Chi ne fece parte decise, con una buona dose di follia, di rimanere coerente con i propri ideali e fedele alle proprie illusioni, quando ormai tutto era perduto.
Giovanni Battista Boscutti non fu un asso di guerra come il suo comandante Adriano Visconti o un mito per i piloti come Ernesto Botto.
Fu uno dei molti che diedero la loro vita per difendere le città italiane.
E forse per questo, la sua storia è ancora più emblematica.
Se questa storia è stata raccontata, devo ringraziare quanti lo hanno reso possibile:
i volontari della Romagna Air Finders che hanno materialmente riportato alla luce i resti del pilota e del suo aereo e la Provincia di Padova che ha consentito sia il recupero del Macchi di G.B.Boscutti che la pubblicazione di questo libro.
Mauro Fecchio
Sindaco di Correzzola
Un altro esempio di attacco a siti di interesse artistico è il bombardamento su Padova dell' 11 marzo 1944, che distrusse buona parte della chiesa degli Eremitani, compresa la cappella Ovetari affrescata dal Mantegna.
E fu proprio durante un'azione della caccia della Repubblica Sociale Italiana per contrastare questo bombardamento che Giovanni Battista Boscutti perse la vita.
Boscutti era un tenente della Regia Aeronautica e dopo l'8 settembre aveva scelto di schierarsi con l'Aeronautica Nazionale Repubblicana, nata con lo scopo primario - come scritto dal capitano di Boscutti, Adriano Visconti -di difendere le città italiane.
Quanti condivisero la scelta di aderire alle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, con metodi e motivazioni diverse, non potevano contare su un potere politico consolidato, basato su un apparato statale vero e proprio e su un'azione governativa indipendente.
In quel particolare contesto storico, l'operatività del potere istituzionale detenuto dalla R.S.I. era fortemente limitata dalle forze militari tedesche.
Il compito dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana era quello di operare per la difesa territoriale con la caccia e per l'aspetto ausiliario con le scuole di volo, i collegamenti, la sorveglianza territoriale.
Schiacciata tra l'assoluta superiorità di uomini e mezzi messi in campo dell'aeronautica anglo-americana e la prepotenza dell'alleato tedesco, la storia dell'A.N.R. fu breve e sanguinosa.
Chi ne fece parte decise, con una buona dose di follia, di rimanere coerente con i propri ideali e fedele alle proprie illusioni, quando ormai tutto era perduto.
Giovanni Battista Boscutti non fu un asso di guerra come il suo comandante Adriano Visconti o un mito per i piloti come Ernesto Botto.
Fu uno dei molti che diedero la loro vita per difendere le città italiane.
E forse per questo, la sua storia è ancora più emblematica.
Se questa storia è stata raccontata, devo ringraziare quanti lo hanno reso possibile:
i volontari della Romagna Air Finders che hanno materialmente riportato alla luce i resti del pilota e del suo aereo e la Provincia di Padova che ha consentito sia il recupero del Macchi di G.B.Boscutti che la pubblicazione di questo libro.
Mauro Fecchio
Sindaco di Correzzola