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    Johannes Steinhoff

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    Messaggio  michele Mer Feb 17, 2010 10:38 pm

    Johannes Steinhoff SteinhoffF1-vi

    Con 176 vittorie in combattimento, ottenute parte sui fronti occidentali e parte su quelli orientali, Johannes Steinhoff si è ben piazzato nella graduatoria degli assi della caccia tedesca dell'ultimo conflitto mondiale con più di 150 vittorie.
    Anche se lontano dalle 352 vittorie di Erich Hartmann (e dalle 301 di Gerhard Barkhorn), Steinhoff precede comunque di dodici posti Gordon Gollob, che chiude la classifica con 150 vittorie.
    In più, a differenza di tanti altri suoi compagni, Steinhoff ha avuto la fortuna di uscire vivo dal conflitto, non solo, ma anche la possibilità di ricominciare la carriera fino ai più alti gradi della rinata Luftwaffe .
    E il perché di questo recupero va indubbiamente ricercato nelle capacità organizzative e di comando che già avevano messo in luce Steinhoff nella Luftwaffe di Goering, ma certamente anche nella sua indipendenza di giudizio che lo portò a tenere ben separata la componente politica da quella militare.
    In altre parole, Steinhoff è stato un professionista nel suo campo che, dopo la prima ventata di entusiasmo provocata dal vittorioso inizio della guerra, non ha tardato a capire i limiti della Luftwaffe e quelli dei suoi capi.
    E, pur senza mettersi apertamente in rivolta, insieme ad altri assi non nascose, nell'ultimo periodo della guerra, una certa posizione di dissenso.
    Questo non toglie che, fedele al giuramento, combattesse fino all'ultimo, ma senza illusioni sulla fine che attendeva il Terzo Reich.
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    Messaggio  michele Mer Feb 17, 2010 10:52 pm

    Johannes Steinhoff SteinhoffF5-vi

    Lo Stretto di Messina
    Assai più illuminanti - per quel che riguarda la personalità di Steinhoff - delle note biografiche sono le pagine di un libro (Die Stasse von Messina) nelle quali Steinhoff ha raccontato, a guerra finita, le sue esperienze di combattente (e di comandante di un'unità da caccia) nel teatro d'operazioni del Mediterraneo, dove prestò servizio tra l'inizio del 1943 e l'autunno del 1944.
    Un passo di quel libro è dedicato a una visita che Steinhoff compì in Sicilia (dove il suo reparto fu dislocato fra il giugno 1942 e il luglio 1943) all'aeroporto di Chinisia, sede di un reparto da caccia della Regia Aeronautica.
    Vi si legge tra l'altro:
    "... mi ero recato a Chinisia per uno scambio di opinioni con il comandante del gruppo italiano:
    il maggiore Visconti...
    Visconti aveva un volto virile e aperto.
    Non mostrava la benché minima timidezza mentre mi fissava in viso con i suoi occhi incredibilmente azzurri.
    Avevo già sentito parlare – e molto - di lui dai veterani del mio gruppo, fin dai giorni del Nordafrica.
    Tutti lo descrivevano come un eccezionale e coraggioso cacciatore.
    “Cominciò a parlarmi della pessima rete di comunicazioni di cui disponeva, essendo il suo canale principale rappresentato da un telefono da campo che qualche volta gli consentiva di comunicare con il suo comando operativo.
    Inoltre, non aveva contatti con il radar tedesco vicino a Marsala e quando vedeva i caccia tedeschi - messi in allarme per tempo - decollare per un attacco, l'unica cosa che poteva fare era guardarli con invidia, ben sapendo come ogni possibilità di successo fosse legata esclusivamente al caso, in mancanza di una guida da terra.
    Nessuno - così mi disse - lo avvertiva che il nemico si stava avvicinando e quando era in volo era completamente abbandonato a se stesso, senza che gli giungesse un qualunque ordine.
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    Messaggio  michele Mer Feb 17, 2010 10:54 pm

    Non potevo che esprimergli la mia solidarietà.
    Se perfino noi ci sentivamo incompresi dai nostri alti comandi, che cosa doveva pensare lui?.
    Quanto ai suoi alti comandi, quel che ne pensava Steinhoff lo aveva esplicitamente detto in quelle stesse pagine scrivendo:
    “ognuna delle due aviazioni (l’italiana e la tedesca) aveva cominciato a combattere (in Sicilia) una guerra in proprio.
    In più, in circostanze nelle quali i rapporti fra gli alti comandi italiani e quelli tedeschi erano tutt'altro che buoni, non soltanto le infrastrutture per il controllo delle unità delle due nazioni erano completamente separate, ma anche gli ordini che esse ricevevano erano totalmente differenti, tanto che non c'era nemmeno da parlare di coordinamento operativo.
    In effetti, questo fu il principale difetto del comando unificato fin dall'inizio della campagna nel settore mediterraneo:
    i due organismi di controllo erano tanto preoccupati del prestigio che ognuno di essi aveva fatto tutto il possibile per evitare che le proprie unità cadessero sotto il comando dell'altro".
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    Messaggio  michele Mer Feb 17, 2010 10:56 pm

    Johannes Steinhoff SteinhoffF2-vi

    Inizio di una carriera
    La carriera di questo pilota, al quale chiaramente non fa difetto lo spirito critico, comincia e si sviluppa come tante altre, con il protagonista che avanza metodicamente, ma sempre in posizione defilata, senza mettersi di prepotenza alla ribalta per episodi o atteggiamenti particolari (come, per fare un paio d'esempi, seppero fare Marseille o Rudel).
    Johannes Steinhoff nasce il 15 settembre 1913, e verso la metà del decennio 1930-40, entra nella Luftwaffe.
    Segue la scuola caccia e, allo scoppio delle ostilità con la Polonia, è in servizio su quel fronte come comandante della 10° Staffel dello Jagdgeschwader 26 Schlageter.
    Trasferito in Francia nel febbraio 1940, entra a far parte dello Jagdgeschwader 52.
    Non viene,però impiegato in combattimento.
    Le sue qualità di organizzatore sono già note e apprezzate e così a Steinhoff viene affidato il compito di curare la preparazione al combattimento dei piloti posti al suo comando.
    Caduta la Francia, l'unità di Steinhoff (la 4° Staffel del II/JG 52) si trova impegnata nella Battaglia d'Inghilterra, che per Steinhoff si conclude con sei vittorie personali all'attivo (ma anche con un bilancio abbastanza pesante di perdite per quanto riguarda il II/JG 52).
    Tra i rimpiazzi che arrivano per rinsanguare la Staffel di Steinhoff ci sono anche due giovani piloti che, sotto la sua guida, non tarderanno a segnalarsi :
    Gerhard Barkhorn e Hans Beisswenger.
    Rispetto a uomini come Galland o Moelders, Steinhoff rimane indubbiamente piuttosto in ombra (è, s'è detto, una delle sue caratteristiche);
    ma è non meno indubbio che, come loro, sia responsabile dello sviluppo e del perfezionamento delle tattiche della caccia della Luftwaffe che portano i piloti tedeschi ad assommare un numero di vittorie, su tutti i fronti, senza pari nelle aviazioni alleate.
    Del resto, che Steinhoff abbia addirittura iniziato la carriera essendo già considerato un grande tecnico della caccia è dimostrato anche dal fatto che alla prima unità posta al suo comando (la 10° Staffel dello JG 26) era stato affidato il compito di mettere a punto nuove tattiche per la caccia notturna.
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    Messaggio  michele Mer Feb 17, 2010 10:58 pm

    Johannes Steinhoff SteinhoffF3-vi

    Campagna di Russia
    Nel 1941, mentre si sta preparando l'Operazione Barbarossa (l'invasione dell'Unione Sovietica), lo JG 52 viene trasferito a est.
    Il reparto di Steinhoff è uno dei migliori con una serie di vittorie conseguite già nelle prime settimane di impiego sul nuovo fronte;
    81 conquistate da Willi Nemitz, 84 da Werner Quast e 125 da Gerhard Hoffmann.
    Quanto a lui, Steinhoff, non impressiona particolarmente per vittorie (nel primo mese di ostilità sul fronte russo se ne aggiudica ventotto);
    ma, come al solito, colpisce per l'elevato livello organizzativo del suo reparto.
    Un merito che il 30 agosto 1941 gli frutta una Croce di cavaliere e, nel febbraio 1942,la promozione a capitano e il comando del II/JG 52.
    Riequipaggiata l'unità con i Messerschmitt Bf 109F, le vittorie aumentano e , Steinhoff, in proprio, raggiunge il traguardo del centesimo avversario abbattuto il 31 agosto 1912 (e questo gli frutterà un'altra onorificenza).
    In quel periodo nell'unità di Steinhoff entra in servizio un pilota di ventisei anni, Wilhelm Batz, che ha alle spalle un bel numero di ore di volo (cinquemila), trascorsi però quasi tutte come istruttore.
    Trasformato in cacciatore, Batz non impiega molto a superare il suo comandante :
    qualche mese più tardi arriva a 237 vittorie.
    E così Steinhoff si riconferma ulteriormente (se ve ne fosse ancora bisogno) come ottimo addestratore di cacciatori.
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    Messaggio  michele Mer Feb 17, 2010 11:00 pm

    Johannes Steinhoff SteinhoffF4-vi
    Nel Mediterraneo
    Il 23 febbraio 1943, il giorno in cui cade in combattimento - ma per un cedimento strutturale del suo aereo - Joachim Munchenberg, comandante dello JG 77 di base nell'Africa settentrionale si determina un'altra svolta nella carriera di Steinhoff.
    Promosso maggiore, viene trasferito dal fronte orientale al fronte mediterraneo per sostituire Munchenberg.
    Steinhoff arriva in Africa in marzo, quando le forze italo-tedesche, pressate da sud dall’ 8° Armata di Montgomery e da ovest da quelle poste al comando di Eisenhower , sotto la guida di Rommel stanno tentando un ultimo disperato contrattacco a Medenine, in Tunisia.
    La situazione è tutt'altro che brillante:
    ormai la perdita dell'ultimo lembo di territorio africano controllato dalle divisioni dell'Asse appare inevitabile (cosa che avverrà il 7 maggio successivo, quando cadranno Tunisi e Biserta).
    Steinhoff si vede così affidare il comando di un'unità decimata negli uomini e nei mezzi, costretta a condurre una lotta impari nei cieli contro un nemico sempre più forte.
    Ancora una volta le qualità di comandante di Steinhoff si palesano.
    Con l'esempio personale riesce a tenere alto il morale dei suoi uomini e a fare dello JG
    77 uno dei migliori reparti da caccia tedeschi nello scacchiere mediterraneo.
    Anche l'ingrato compito, loro affidato (la scorta agli aero convogli che tentano di portare rifornimenti alle divisioni italo-tedesche isolate in Tunisia) viene svolto dai piloti di Steinhoff ai limiti delle possibilità umane, tenuto conto della schiacciante superiorità aerea alleata.
    Caduta la Tunisia, lo JG 77 viene trasferito in Sicilia.
    Poi, dopo lo sbarco nell'isola e la conseguente avanzata alleata, comincia anche per l'unità di Steinhoff la progressiva ritirata verso l'Italia continentale.
    Di base qui, lo JG 77 viene tra l'altro impegnato contro i bombardieri alleati che dai campi italiani occupati partono per attaccare l'Italia settentrionale e la Germania.
    Poi, trasferita nei Balcani, l'unità di Steinhoff entrerà fra l'altro in azione contro i Liberator americani mandati, il 21 aprile 1944, ad attaccare i campi petroliferi romeni di Ploiesti.
    Ormai però il fulcro dell'offensiva alleata si va sempre più spostando sulla Germania.
    Nel tentativo di combatterla i tedeschi fanno ricorso tra l'altro ai nuovi caccia a reazione Messerschmitt Me 262, un primo reparto dei quali è stato costituito al comando del maggiore Walter Nowotny.
    Caduto quest'ultimo l'8 novembre 1944 il Kommando Nowotny viene passato agli ordini di Steinholl (che nell'ottobre precedente era stato richiamato in Germania per affiancare Nowotnv).
    Il reparto viene ricostruito come JG 7, di base a Brandemburg-Briest.
    Ma, nonostante le sue qualità di comandante e organizzatore, Steinhoff non può far niente nemmeno con i nuovi aerei (con i quali si aggiudica altre sei vittorie).
    La sconfitta della Germania nazista è ormai questione di tempo e Steinhoff non ne vive combattendo le ultime ore solo perchè il 18 marzo un incidente al decollo con un Me 262, lo costringe in un ospedale con ustioni piuttosto gravi (dalle quali, per sua fortuna, si rimetterà completamente).
    Concluso il conflitto, quando rinascono le forze armate della Germania federale Steinhoff torna alla ribalta (e stavolta in piena luce) ai vertici della Luftwaffe inquadrata nella NATO.
    Ritiratosi per raggiunti limiti di età, si è dedicato al giornalismo;
    Ha diretto il mensile (Aerospace International) pubblicato a Monaco di Baviera.

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