Alla prova motore nella posizione di attesa della pista 34, si accorse che uno dei due magneti perdeva più dei 120 giri previsti dal manuale.
Provò ancora due o tre volte sempre con lo stesso risultato e alla fine decise di rientrare e fare controllare il motore dal meccanico dell'officina.
Fu autorizzato a tornare sul piazzale, ma quando aveva già spento il motore, qualcuno gli disse che l'officina era chiusa e che i tecnici sarebbero tornati dopo il pranzo.
Troppo tardi; il viaggio era lungo e non voleva perdere tempo.
Per fortuna era una giornata splendida, anche se faceva molto caldo e l'umidità era fastidiosa; la visibilità era buona con una leggera foschia, se avesse avuto qualche problema, un'area adatta all'atterraggio lungo la costa lui - un pilota privato sì, ma già con una certa esperienza alle spalle – l’ avrebbe sicuramente trovata.
Volava con lui un ragazzo, un allievo alle prime ore di volo.
Rimise in moto il motore (a fatica, perché a caldo non voleva andare in moto) e si portò ancora una volta alla posizione attesa.
La prova motore dette lo stesso risultato di prima.
Anzi, perdeva qualche giro in più.
Dietro di Lui, intanto, si era formata una coda di due o tre aeroplani pronti a decollare;
la Torre insisteva perché prendesse finalmente una decisione.
Il pilota confermò di essere pronto alla partenza.
Forse era una candela sporca, forse dando tutta potenza si sarebbe pulita.
Decollo perfetto e navigazione da manuale.
Tutto normale per la prima mezz'ora di volo, tanto che al magnete nessuno dei due pensava più.
L'unica sensazione fastidiosa era una leggera pesantezza di stomaco che attribuiva a quel maledetto panino che aveva mangiato in fretta prima di partire.
O alla birra ghiacciata.
Aveva previsto di seguire la costa, rotta che avrebbe comportato un aumento considerevole del tempo di volo.
Avendo quel fastidioso mal di stomaco forse era meglio seguire la rotta diretta anche se quest'ultima era tutta sul mare.
Chi pensava più al magnete.
Provò ancora due o tre volte sempre con lo stesso risultato e alla fine decise di rientrare e fare controllare il motore dal meccanico dell'officina.
Fu autorizzato a tornare sul piazzale, ma quando aveva già spento il motore, qualcuno gli disse che l'officina era chiusa e che i tecnici sarebbero tornati dopo il pranzo.
Troppo tardi; il viaggio era lungo e non voleva perdere tempo.
Per fortuna era una giornata splendida, anche se faceva molto caldo e l'umidità era fastidiosa; la visibilità era buona con una leggera foschia, se avesse avuto qualche problema, un'area adatta all'atterraggio lungo la costa lui - un pilota privato sì, ma già con una certa esperienza alle spalle – l’ avrebbe sicuramente trovata.
Volava con lui un ragazzo, un allievo alle prime ore di volo.
Rimise in moto il motore (a fatica, perché a caldo non voleva andare in moto) e si portò ancora una volta alla posizione attesa.
La prova motore dette lo stesso risultato di prima.
Anzi, perdeva qualche giro in più.
Dietro di Lui, intanto, si era formata una coda di due o tre aeroplani pronti a decollare;
la Torre insisteva perché prendesse finalmente una decisione.
Il pilota confermò di essere pronto alla partenza.
Forse era una candela sporca, forse dando tutta potenza si sarebbe pulita.
Decollo perfetto e navigazione da manuale.
Tutto normale per la prima mezz'ora di volo, tanto che al magnete nessuno dei due pensava più.
L'unica sensazione fastidiosa era una leggera pesantezza di stomaco che attribuiva a quel maledetto panino che aveva mangiato in fretta prima di partire.
O alla birra ghiacciata.
Aveva previsto di seguire la costa, rotta che avrebbe comportato un aumento considerevole del tempo di volo.
Avendo quel fastidioso mal di stomaco forse era meglio seguire la rotta diretta anche se quest'ultima era tutta sul mare.
Chi pensava più al magnete.