Un'altra versione del Wellington, che aveva volato come prototipo (L4250, un Mk I convertito) prima della guerra (il 3 marzo 1939), fu il Wellington Mk II propulso da due Rolls-Royce Merlin X da 1161 CV raffreddati a liquido.
Allo sviluppo di questa versione furono dedicate molte energie, quando sembrò che le richieste dei motori Pegasus potessero superare le disponibilità;
ma poiché nell'inverno 1939-40 aumentò notevolmente anche la domanda degli aerei propulsi dal Merlin (Fairey Battle, Hawker Hurricane, Supermarine Spitfire e Fairey Fulmar), fu
necessario dare particolare impulso alla produzione del Merlin stesso, con il risultato che lo sviluppo del Wellington Mk II fu considerevolmente ritardato.
Del Wellington Mk II furono costruiti in tutto 400 esemplari, impiegati da otto Squadron
della RAF.
La versione sperimentale forse più interessante è stata però quella per alta quota che fu realizzata per far fronte ad una specifica speciale, la B.23/39, che richiedeva un bombardiere capace di volare a quote di 12000m.
Per questo requisito l cellula del Wellington fu essenzialmente riprogettata tanto da essere quasi irriconoscibile per la presenza di una speciale cabina pressurizzata che terminava anteriormente in un musone ellittico.
L’impianto di pressurizzazione manteneva all'interno una pressione corrispondente ad una quota di 3000 m e il pilota aveva a disposizione solo un modesto oblo emisferico in spesso
perspex per vedere all'esterno.
Il primo prototipo di Wellington Mk V (R3298) montava originariamente i motori Hercules III con eliche tripala presto sostituiti dai più potenti Hercules XI con turbocompressori ed eliche
quadripala.
Gravi problemi di sghiacciamento furono incontrati già a 9000m di quota dato che a -40°C il grasso gelava e bloccava i comandi.
Risolti questi problemi però il Mk V non riuscì a raggiungere la quota desiderata.
Venne messo a punto il type 442 Mk VI con motori Merlin 60 che raggiunse la quota di 11600 m con temperature esterne inferiori a -60'C. per raggiungere infine la quota desiderata
si dovette ricorrere ad un aumento dell'apertura alare di 3,66 m (Type 443) e furono ordinati 100 esemplari.
Dato però che, nel frattempo, le capacità dei caccia intercettori avversari erano notevolmente migliorate e che i 12000 m non erano più una quota sicura, solo 9 esemplari vennero terminati come bombardieri d'alta quota mentre altri 56 vennero semplicemente annullati, e i rimanenti costruiti come Type 431 (3 esemplari) e 24 Type 449 equipaggiati con il Gee per la radionavigazione.
I Wellington d'alta quota non furono praticamente mai impiegati in azione e vennero ben presto demoliti dato che erano praticamente inutilizzabili per altri scopi.
Versione finale da bombardamento fu il Wellington Mk X di cui furono costruiti 3803 esemplari.
Propulsa da motori Hercules XVIII, questa versione equipaggiò 20 Squadron della RAF in Inghilterra, in Medio e in Estremo Oriente.
In tutto vennero prodotti 11461 esemplari di questo bombardiere che si distinse soprattutto per la longevità in servizio in un'epoca di rapidissimo progresso in campo aeronautico, soprattutto grazie alla concezione di base della sua robustissima struttura e dell'adattabilità a sostenere bene diversi ruoli.
Nato come bombardiere medio-leggero, il suo peso a vuoto era giunto, nelle versioni
finali, ad essere 4 volte superiore a quello primitivo mentre quello a pieno carico si era raddoppiato come quasi la potenza installata pur essendo rimaste invariate le dimensioni.
Giorgio Gibertini
Aerei, Ottobre 1986