La battaglia navale del mare delle Filippine, svoltasi il 19 giugno 1944, vide la completa e totale disfatta dell'aviazione navale giapponese da parte dell'U.S. Navy.
Tanto unilaterale fu la vittoria e così persistenti furono i giapponesi nel contribuire alla loro stessa distruzione, da far pensare a parecchi di coloro che vi parteciparono, alla caccia al tacchino, volatile reputato, nel folclore americano, talmente stupido da non essere capace di scappare.
La situazione era così simile che la battaglia è passata alla storia col nome di “Grande tiro al tacchino delle Marianne”.
Dopo aver perduto la loro superiorità aeronavale nel Pacifico con la battaglia di Midway nel giugno 1942, i giapponesi lottarono con tutte le loro forze durante i successivi 18 mesi nel tentativo di tenere lontano dalle loro basi la forza sempre crescente costituita dalle portaerei. d'attacco e dalle altre portaerei della flotta americana.
Mentre le portaerei di Nimitz sondavano le difese degli avamposti giapponesi nelle isole del pacifico centrale con incursioni in varie zone, l'Ammiraglio Mineichi Koga, comandante in capo delle forze giapponesi, poteva solamente attendere l'occasione buona.
Alla fine, nel tardo 1943, Koga decise di impegnare le sue forze aeree nel tentativo di opporsi all'attacco su Bougainville nelle isole Salomone che l'Ammiraglio Halsey stava per sferrare.
A questa operazione, denominata Operazione RO, Koga assegnò tutti i 173 aerei operativi sulle tre portaerei della sua flotta.
Fu un disastro totale.
Il 13 novembre, solo 52 aerei furono in grado di fare ritorno alla base di Truk.
L'Ammiraglio aveva perduto 43 A6M3 Zero Sen (Zeke) su 82, 38 D3A2 (Val) su 45 e 34
B5N2 (Kate) su 40.
Non vi era più una aviazione navale efficiente con cui opporsi alle successive azioni statunitensi.
I giapponesi potevano solo ritirarsi e cercare di ricostituire nuovamente le loro unità così duramente provate.