L'agile sagoma della fregata emerse improvvisa dalla densa foschia pomeridiana, i piloti ne distinsero le linee filanti per intero,da prua a poppa,dove una brusca interruzione dell’opera viva lasciava spazio al piccolo ponte e all'hangar di bordo.
Con 240°, in prua il vecchio Seasprite accostò a sinistra in direzione della nave, descrivendo un largo giro sopra le onde dell’immenso Atlantico che si rincorrevano a “forza quattro”, mentre due alti baffi di schiuma si staccavano dalla prua tagliente del Belknap (DLG 26)
“Fox 102 autorizzato all’appontaggio, calma di vento, dieci nodi la nostra velocità, prua due tre zero”
“ Roger 102”
Abbassato il carrello, il pilota cominciò il finale aggiustando gradatamente collettivo e giri con una serie di tocchi coordinati sulla leva e sul “beeper” per assestare RPM sui 1400 g/min.:
con il ciclico inseguiva intanto la nave nel complicato intreccio delle rotte' relative.
A 100 ft, l'elicottero stabilizzò le sue quattro tonnellate sulla verticale di quel piccolo
rettangolo mobile,che sembrava scappargli di sotto a ogni momento, poi cominciò ad abbassarsi lentamente, lasciando a sinistra il lanciatore multiplo ASROC, che torreggiava
sulla poppa.
Ormai non restava che perdere qui cinque o sei metri di quota residua e la delicata manovra si sarebbe conclusa, insieme con la lunga perlustrazione antisom dell'UH-7
L’operatore di bordo girò la leva di sblocco del portello laterale e spinse indietro la porta scorrevole sorreggendosi al maniglione della carlinga.
I rulli avevano percorso solo metà guida quando il sergente si sentì proiettare nel vuoto da un Si tenne stretto afferrandosi con due mani a quell’unico sostegno che lo tratteneva dalla caduta sul ponte, mentre l’elicottero impazzito sprofondava imbardando a destra, verso l’hangar, che si fece subito vicino, pericolosamente vicino.
L’uomo udì i sibilo rabbioso del T58 portato al massimo regime, poi vide ilo ponte girare vorticoso sotto di lui, perse l’appiglio e, d’un tratto si ritrovò in mare.
Quando riemerse, incolume, scorse solo la fregata allontanarsi sulla destra e il rotore di coda del Seasprite che sprofondava tra le onde.
Più tardi, sulla plancia del Belknap, si fermò ad osservare la larga chiazza oleosa e il battellino di salvataggio arancione con la scritta “U.S.Navy” che andava alla deriva:
era tutto ciò che restava del suo Kaman UH-7 Seasprite
Con 240°, in prua il vecchio Seasprite accostò a sinistra in direzione della nave, descrivendo un largo giro sopra le onde dell’immenso Atlantico che si rincorrevano a “forza quattro”, mentre due alti baffi di schiuma si staccavano dalla prua tagliente del Belknap (DLG 26)
“Fox 102 autorizzato all’appontaggio, calma di vento, dieci nodi la nostra velocità, prua due tre zero”
“ Roger 102”
Abbassato il carrello, il pilota cominciò il finale aggiustando gradatamente collettivo e giri con una serie di tocchi coordinati sulla leva e sul “beeper” per assestare RPM sui 1400 g/min.:
con il ciclico inseguiva intanto la nave nel complicato intreccio delle rotte' relative.
A 100 ft, l'elicottero stabilizzò le sue quattro tonnellate sulla verticale di quel piccolo
rettangolo mobile,che sembrava scappargli di sotto a ogni momento, poi cominciò ad abbassarsi lentamente, lasciando a sinistra il lanciatore multiplo ASROC, che torreggiava
sulla poppa.
Ormai non restava che perdere qui cinque o sei metri di quota residua e la delicata manovra si sarebbe conclusa, insieme con la lunga perlustrazione antisom dell'UH-7
L’operatore di bordo girò la leva di sblocco del portello laterale e spinse indietro la porta scorrevole sorreggendosi al maniglione della carlinga.
I rulli avevano percorso solo metà guida quando il sergente si sentì proiettare nel vuoto da un Si tenne stretto afferrandosi con due mani a quell’unico sostegno che lo tratteneva dalla caduta sul ponte, mentre l’elicottero impazzito sprofondava imbardando a destra, verso l’hangar, che si fece subito vicino, pericolosamente vicino.
L’uomo udì i sibilo rabbioso del T58 portato al massimo regime, poi vide ilo ponte girare vorticoso sotto di lui, perse l’appiglio e, d’un tratto si ritrovò in mare.
Quando riemerse, incolume, scorse solo la fregata allontanarsi sulla destra e il rotore di coda del Seasprite che sprofondava tra le onde.
Più tardi, sulla plancia del Belknap, si fermò ad osservare la larga chiazza oleosa e il battellino di salvataggio arancione con la scritta “U.S.Navy” che andava alla deriva:
era tutto ciò che restava del suo Kaman UH-7 Seasprite