Descrizione TecnicaLo scafo, alto m. 7,39, era a due ponti con la caratteristica sezione a 8 e pressurizzato dall'estremità anteriore alla giunzione degli impennaggi.
Per molto tempo l'arredamento interno rimase avvolto nel mistero e ad ogni modo non vennero mai installate poltroncine sull'unico prototipo completato;
la Saunder Roe dichiarò nel 1954 un equipaggio di 6 persone e due possibilità rispettivamente per 130 passeggeri in versione lusso o un massimo di 220 in classe turistica, sempre sulla rotta transatlantica.
I due ponti dovevano essere collegati da due scalette mentre il bagagliaio principale sarebbe stato ricavato nel muso al di sotto del compartimento equipaggio, subito alle spalle del locale manovra.
L'impennaggio aveva un'apertura di m.23,48 ed una superficie di 92,9 mq.
L'enorme ala alta era bilongherone in cinque sezioni:
la prima, costruita integralmente alla fusoliera, aveva un'apertura di m. 8.22 con una corda di 9.36:
seguivano le semiali interne lunghe m. 15,70 che diminuivano in corda fino a m. 7,92 e quelle esterne che all'estremità misuravano solo 3.35 m.
Lo spessore alare passava dai m. 1,65 della radice ai 0.39 delle estremità dove si ripiegavano i galleggianti stabilizzatori in posizione di volo.
Per tutta la lunghezza del bordo d'uscita alare fino alle semiali esterne si stendevano ampi flap ad azionamento elettro-idraulico suddivisi in quattro sezioni per parte.
L'impianto motore, che segnò il definitivo insuccesso dell'aereo per i suoi ritardi, rappresentava nello stesso tempo una magnifica realizzazione di ingegneria tanto più valida se si pensa in che epoca e con quali mezzi venne realizzato.
Il Princess montava quattro complessi di Bristol Proteus accoppiate (Proteus 610) spingenti
due coppie di eliche coassiali controrotanti e due complessi singoli (Proteus 600);
ovviamente l'installazione più interessante era quella doppia che sviluppava un totale
massimo di 6.400 CV al livello del mare a cui andavano aggiunti altri 726 Kg, prodotti dai gas di scarico proiettati attraverso i due longheroni alari dietro l'ala all'altezza delle cerniere dei flap.
Le due Proteus erano montate con gli assi paralleli e unite da un telaio di tubi con punti di fissaggio sui carter di acciaio dei rispettivi compressori e sulla scatola di accoppiamento e di riduzione comune.
Ne risultava un complesso molto rigido e compatto lungo (escluse le eliche ed il condotto di scarico) 3,80 m e largo poco più di due metri con un peso totale di circa duemilaottocento chilogrammi.
Un'importante caratteristica del sistema era il fatto che nel caso di avaria di una delle Proteus l'altra poteva spingere entrambe le eliche.
Il carburante era contenuto in due serbatoi integrali tra i longheroni nelle semiali interne dietro ai compartimenti motori per un totale di 65.250 litri.
L'impianto antighiaccio utilizzava aria calda presa da scambiatori di calore montati sui condotti di scarico dei motori esterni mentre all'impennaggio provvedeva un impianto di bruciatori.
Paolo Gianvanni
JP4, Ottobre 1980