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    Walter Nowotny

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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:26 pm

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    Walter Nowotny era nato il 7 dicembre 1920 a Cmund, una ridente cittadina austriaca sul Danubio dove trascorse gli anni della sua infanzia fino al giorno in cui il padre, impiegato delle ferrovie, per motivi di lavoro si trasferì a Waidhofen.
    In quest' ultima località il piccolo Walter frequentò il ginnasio ed il liceo giungendo felicemente alla maturità.
    Non ancora diciottenne, Walter Nowotny si arruolò nella Luftwaffe come allievo ufficiale pilota.
    L' aspirazione del giovane era quella di diventare pilota di «Stuka», ma dopo aver conseguito brillantemente il brevetto militare il 1 ° ottobre 1939, il suo istruttore alla scuola di volo.,viste le sue doti. naturali,pensò bene di farlo assegnare alla caccia.
    Egli fu perciò inviato all'Erganzungs-gruppe Merseburg e successivamente alla base aerea di Breslau-Schongarten, dove in conseguenza dello stato di guerra della Germania, effettuava lunghi e noiosi voli di protezione sulla parte industriale della città.
    Questa attività di routine ebbe termine il 23 febbraio 1941 con il suo trasferimento al 54° Jagdgeschwader «Grunherz», cuore verde, unità da caccia comandata dal maggiore Hannes Trautloft, dove il 1° aprile gli giunse la nomina a tenente.
    Fu quello l'inizio di una carriera rapidissima, giustificata e caratterizzata dagli eccezionali successi che Nowotny seppe ottenere in combattimento.
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:27 pm

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    Il 19 luglio 1941 sul Fronte russo colse la sua prima fulminea vittoria, la vittima fu uno sfortunato «Jak 18» sovietico il cui pilota non ebbe neppure il tempo di abbozzare un tentativo di difesa e cadde in fiamme, crivellato di colpi, mentre il suo assalitore spariva nell' accecante riverbero di quel luminoso pomeriggio estivo.
    Tre giorni dopo si scontrò presso l'isola Gsel, nel Baltico, con tre velivoli russi e nel corso di un mortale carosello riuseì ad abbatterli tutti.
    Quando l'ultimo aeroplano sovietico cadde senza controllo lasciandosi dietro una lunga scia di fumo nero, Nowotny virò per rientrare alla base.
    Il combattimento però si era protratto troppo a lungo e ora nel serbatoio del suo velivolo non rimaneva carburante sufficiente per raggiungere un qualsiasi aeroporto tedesco.
    A questo punto non c'erano che due alternative:
    tentare un ammaraggio di fortuna o lanciarsi con il paracadute.
    Quando il motore cominciò a perdere colpi e l' elica rallentò il folle rincorrersi delle sue pale che sussultando finirono con l'arrestarsi, Nowotny sfruttando gli ultimi istanti di velocità del suo Focke-Wulf «Fw 190» cabrò l'aeroplano fin quasi allo stallo e quindi si lanciò nel vuoto.
    Per tre giorni rimase in balia delle onde a bordo del battellino pneumatico, stremato dalla stanchezza e dal freddo giacque infine svenuto sul fondo del canotto.
    Quando riprese i sensi si trova nel letto di un pescatore che lo aveva salvato con la sua barca e che, viste le sue condizioni, si era affrettato a portarlo a terra prestandogli le prime cure e strappandolo ad una sicura morte.
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:29 pm

    Walter Nowotny Nowotnyf3og9
    Superati i postumi di questa brutta avventura, Nowotny rientrò al reparto e riprese a volare conseguendo nuove vittorie.
    Ormai stava diventando un cacciatore famoso e le sue imprese venivano riportate dai giornali e dai bollettini di guerra.
    Nel cielo di Leningrado, il 2 agosto 1942 Nowotny abbattè sette aerei russi in un solo giorno portando il totale delle sue vittorie oltre le cinquanta, ottenendo così la croce di cavaliere.
    In un'azione successiva, con una pattuglia del 54° Jagdgeschwader al suo comando, affrontò 60 aeroplani russi riuscendo a distruggerne tre prima di essere costretto ad atterrare con il velivolo in fiamme per il gran numero di colpi ricevuti.
    Nei tre anni che seguirono egli divenne il pilota più famoso di questo reparto.


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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:46 pm

    Nel gennaio 1943 l'intero Jagdgeschwader 54 «Grunherz», cuore verde, iniziò a fare il passaggio dai suoi vecchi Messerschmitt Me.109 ai Foche Wulf Fw.190 con motore radiale.
    Con questo nuovo aeroplano da caccia, Walter Nowotny riuscì a dare il meglio di se e compì le sue più grandi imprese.
    Tenente, ebbe il comando di una squadriglia nel gruppo del famoso maggiore Philipp.
    Le sue vittorie aumentarono in maniera vertiginosa: nel solo mese di giugno 1943 caddero sotta le precise raffiche delle mitragliatrici del suo Focke-Wulf Fw. 190 ben 41 aeroplani nemici.
    Il 15 giugno 1943 aveva al suo attivo 100 velivoli abbattuti, due mesi dopo erano già 150 e gli fu affidato il comando dell'intero 54° Jagdgeschwader.
    Il 4 settembre 1943 i suoi successi salirono a 200, quindici giorni dopo raggiunsero la cifra record di 220. Oltre alle Fronde di quercia, sulla croce di cavaliere gli furono concesse le spade e ricevette la promozione a capitano.
    A soli 22 anni, dopo oltre 400 missioni di guerra, era diventato l' asso degli assi della caccia tedesca: nessuno, in quel momento, poteva vantare un numero così alto di aerei nemici abbattuti.
    Ancora primo fra tutti i piloti da caccia del mondo, il 19 ottobre 1943 egli colse la 250a vittoria:
    quando rientrò da questa azione la Flak, il distaccamento di artiglieria contraerea della sua base a Wilna, sparò salve di benvenuto e razzi da segnalazione per festeggiare l'avvenimento.
    Quella stessa sera, nel bar Ria di Wilna, mentre si festeggiavano le 250 vittorie aeree conseguite dal capitano Walter Nowotny, poco prima di mezzanotte suonò il telefono.
    Il barista che si affrettò a rispondere, assunse subito un'espressione tesa e preoccupata e con una certa concitazione chiamò :
    «Il capitano Nowotny al telefono, è il centralino del Quarrier generale del Fuhrer»
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:47 pm

    Walter Nowotny Nowotnyf4yv6
    Nowotny buttò via di colpo la sigaretta che stava fumando, ma mentre si avvicinava al telefono non potè far a meno di pensare che forse i suoi «Cuori verdi» del 54° Jagdgeschwader gli avevano fatto uno scherzo.
    Ma la voce che uscì dall'apparecchio fugò subito ogni dubbio:
    era senza alcuna ombra di dubbio quella di Hitler che voleva congratularsi con lui e comunicargli la concessione di una nuova prestigiosa decorazione, unitamente all'ordine di presentarsi al Quarrier generale il più presto possibile.
    Il giorno dopo Nowotny volò al Quartier generale dove Hitler volle premiare personalmente il giovane asso con la più alta decorazione tedesca:
    la croce di Ferro con Fronde di quercia, spade e brillanti.
    Ormai per la Luftwaffe e per il Terzo Reich, Nowotny rappresentava qualcosa di più di un pilota eccezionale, costituiva una bandiera, un esempio vivente di dedizione e di eroismo che era necessario preservare dalla morte in combattimento.
    Come già era stato per Galland, per Molders e per diversi altri assi della caccia, Hitler nel febbraio del 1944 emanò un ordine che proibiva a Nowotny di volare e, poiche sapeva per esperienze precedenti, fatte con altri aviatori, che ben difficilmente sarebbe stato obbedito, tolse Nowotny dal fronte destinandolo come comandante alla 101° Squadra Scuola Caccia di stanza a Pau nei Pirenei Francesi.
    Al giovane, di temperamento brillante, amante della compagnia, dispiacque profondamente di rinunciare al volo, di dover abbandonare il suo gruppo, i camerati con i quali da tempo condivideva le ansie ed i rischi dei combattimenti aerei, ma, sia pure a malincuore, dovette adattarsi al nuovo incarico.
    A toglierlo dalla monotonia della scuola caccia giunse opportuno, dopo 5 lunghi mesi, l'ordine del generale Galland di prendere il comando di un nuovo reparto sperimentale in formazione sulla base aerea di Achmer e di Hesepe, vicino a Osnabruck, il «Kommando Lechfeld» o più semplicemente il «Kommando Nowotny».


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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:48 pm

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    Nowotny non aveva ancora un'idea precisa dell'aereo che la sua nuova unità avrebbe dovuto sperimentare, ma quando a Rechlin fu davanti al suo Messerchmitt «Me.262» e soprattutto quando fu in grado di portarlo personalmente in volo, il suo entusiasmo non conobbe limiti.
    Da cacciatore si rese conto delle eccezionali possibilità del modernissimo aviogetto e comprese che, impiegandolo in gran numero di esemplari, la guerra nel cielo avrebbe subito una svolta decisiva a favore del suo Paese.
    La velocità del «Me.262» richiedeva, però piste in cemento di una lunghezza di almeno due chilometri e l'atterraggio ed il decollo, anche a causa del non sempre regolare funzionamento delle turbine, rappresentavano troppo spesso un'incognita.
    Il suo impiego in combattimento aveva rivoluzionato le tattiche degli scontri aerei.
    I piloti dei «Me.262» non si perdevano in singoli duelli con i caccia nemici, per essi non era più necessario effettuare delle figure acrobatiche per sfuggire o per sorprendere l'avversario, ma si portavano invece altissimi nel cielo piombando poi giù, a grande velocità, sulle formazioni nemiche in un passaggio fulmineo, con tutte le armi in funzione, che rendeva vano qualsiasi difesa.
    Sparivano quindi verso terra per risalire e ripetere la manovra, molto spesso anche in cabrata, grazie alla grande spinta impressa dai due motori a reazione Junkers Jumo.
    Nowotny chiese ed ottenne di poter scegliere gli uomini che avrebbero costituito il nuovo reparto, riuscì così a mettere insieme un'unità combattente di prim'ordine formata da ottimi piloti, molti dei quali avevano già servito ai suoi ordini sul fronte russo.
    Si trattava di aviatori che avevano già abbattuto parecchi velivoli nemici a testa e che si preparavano con entusiasmo ad affrontare le formazioni aeree alleate, consci di avere a disposizione il miglior aeroplano da caccia del mondo.
    L'addestramento del personale, però, avveniva fra mille difficoltà, sia per la situazione materiale dei rifornimenti, che ormai arrivavano in misura troppo scarsa, sia per le deficienze stesse del velivolo in dotazione che non era stato possibile mettere a punto con la dovuta calma.


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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:48 pm

    Le due turbine rappresentavano nello stesso tempo la forza e il tallone d'Achille del «Me.262»;
    spesso per difetto di costruzione, per surriscaldamento o per altre difficoltà derivami dall' alimentazione del carburante si inceppavano, e l'aereo, che non era fatto per planare e atterrare senza motore, precipitava come un sasso.
    In questo caso erano pochissimi i piloti che riuscivano a salvarsi lanciandosi col paracadute.
    Già nella fase d'addestramento, Nowotny perse alcuni dei suoi più cari e più preziosi collaboratori.
    Il giovane comandante pose tutta la sua energia nel tentativo di prevenire gli incidenti eliminando gli inconvenienti che il nuovissimo aviogetto, che come si è detto, non aveva potuto esser messo a punto con la consueta precisione teutonica e per il tempo necessario, fatalmente portava con se.
    Nonostante i difetti del «Me.262» e le lacune dell' ormai provatissima organizzazione della Luftwaffe, l'apparizione nel cielo degli uomini del reparto sperimentale comandato da Nowotny gettò lo sgomento nei comandi alleati e il terrore nelle sempre più numerose formazioni che bombardavano quotidianamente la Germania.
    I pochi aviogetti usati in combattimento colsero importanti successi saettando fra i quadrimotori alleati senza che i mitraglieri riuscissero ad inquadrarli ed eludendo con facilità l'intervento dei più lenti caccia di scorta.
    La squadriglia registrò tuttavia alcune perdite nel corso degli scontri a cui prese parte, ma esse erano addirittura irrisorie se confrontate al gran numero di aerei nemici abbattuti.
    Nowotny stesso, benchè gli fosse nuovamente stato proibito di volare in azioni di guerra e quindi di guidare i suoi uomini in combattimento, durante un'incursione contravvenne all'ordine e, salito a bordo di un «Me.262», decollò, fece quota portandosi in coda ad un bombardiere Boeing «B. 17» ritardatario e con un solo colpo di cannoncino lo abbattè in fiamme.
    Dopo questo facile successo fece pressioni sul comando della Luftwaffe per tornare a volare, ma il permesso, come era da aspettarsi, gli fu negato.
    Goering stesso, per quanto già in disgrazia, non osò concedere la necessaria autorizzazione per timore di incorrere una volta di più nelle ire di Hitler.
    La guerra per la Germania era comunque irrimediabilmente perduta, e l'intervento di piloti come Nowotny, anche se a bordo dei nuovi caccia a reazione, non sarebbe valso certamente a mutarne le sorti; ormai era troppo tardi, si poteva soltanto vendere cara la pelle.
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:49 pm

    Walter Nowotny Mik_no13
    Si giunse così al 7 novembre 1944:
    quel giorno il generale Galland, accompagnato dal colonnello generale Keller, comandance del NSFK (corpo aviatori nazionalsocialisti), inviato personale del maresciallo Goering, visitò fugacemente la squadriglia annunciando che sarebbe tornato nel pomeriggio seguente per parlare più a lungo dei problemi connessi alla difesa del Reich.
    Puntualissimi, i due generali si presentarono l'indomani alla base di Achmer accolti con la dovuta deferenza dal maggiore Nowotny che, nella sua veste di comandante, fece gli onori di casa.
    Nell'ufficio del comando, Galland confidò a Nowotny che Goering era convinto e lo aveva affermato in pubblico giustificando se stesso e le sconfitte dell'arma aerea tedesca, che gli assi dei primi anni di guerra erano diventati dei vigliacchi e non avevano più il coraggio necessario per affrontare il nemico.
    A queste affermazioni Nowotny protestò energicamente criticando aspramente e senza timori la direzione della Luftwaffe.
    Chiese quindi ancora una volta il permesso di volare per dimostrare che le affermazioni di Goering sulla viltà dei vecchi piloti erano false.
    Ma Galland gli rinnovò la proibizione dicendogli che era destinato ad alti incarichi direttivi a terra.
    Fu un Nowotny mortificato ed insolitamente serio quello che discusse con i due generali le tattiche migliori di impiego dei velivoli a reazione.
    Il colloquio ebbe però breve durata perchè fu interrotto da un allarme aereo.
    La radio annunciò l'avvicinarsi di formazioni di bombardieri nemici e Nowotny dette ordine al suo reparto di decollare e di portarsi in quota.
    Poi con i due ospiti si recò nella sala operazioni per seguire l' azione dei suoi piloti
    Dagli altoparlanti giungevano le voci dei cacciatoti in volo di avvicinamento agli aeroplani nemici.
    Dopo un primo Fortunato passaggio durante il quale diversi velivoli alleati furono colpiti, i «Me 262», effettuata una larghissima virata, tornavano all'attacco.
    Il secondo contatto non fu altrettanto Fortunato: il sottotenente Schall, che guidava la squadriglia, fu abbattuto presso Bramche, un secondo aviogetto fu costretto a tentare un atterraggio di fortuna per noie alle turbine, un terzo ebbe la sfortuna di essere preso nel fuoco incrociato di due «Mustang» e di un «B.24» e precipitò schiantandosi al suolo nelle vicinanze del campo.
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:50 pm

    Al posto di comando a terra Nowotny non poteva stare fermo, nervosissimo si spostava da un operatore all'altro mentre stava certamente pensando che i suoi più vecchi camerati si facevano uccidere lassù nel cielo ed egli era costretto a starsene al sicuro, ma più di tutto forse gli bruciavano le parole di Goering, la qualifica di vile sapeva bene di non essersela mai meritata.
    Improvvisamente si fermò come se avesse preso una decisione, poi corse fuori dalla sala operazioni, saltò sulla sua macchina e gridò verso Galland:
    «Signor generale, mi dispiace di non poter obbedire al suo ordine, ma ora volerò e le dimostrerò che non sono un vile e che, per quanto difficile, è ancora possibile ottenere dei successi».
    Poi l' automobile scattò in avanti e a nulla valsero i richiami del generale Galland per fermarlo.
    Attraverso il campo, giunse alla piazzola dove era decentrato il suo velivolo che recava il distintivo della sua vecchia 54a, un cuore verde in campo bianco, fece mettere in moto e pochi minuti dopo saettava nel cielo verso la seconda ondata delle formazioni alleate che stavano sorvolando il campo.
    L' asso tedesco si portò in quota sopra ai bombardieri, poi picchiò decisamente verso un B-24 «Liberator», sparando con i cannoncini da 30 millimetri.
    Da terra videro il quadrimotore perdere un' ala e precipitare in fiamme nei campi vicino alla base.
    Ma Nowotny era gia al secondo attacco, si portò in coda ad un «Mustang» di scorta e quando stava per aprire il Fuoco fu visto diminuire velocità e perdere quota mentre per radio si udì la sua voce:
    «Le turbine non funzionano più!».
    Il «Me 262» cominciò a precipitare sempre più velocemente, il pilota sganciò il tettuccio, che carambolò luccicando nell'azzurro, poi dalla cabina si vide sbocciare un paracadute che apertosi troppo presto, si impiglio nei piani di coda trascinando nell' abisso il giovane ufficiale.
    I rottami dell' aviogetto furono ritrovati nei pressi di Epe-Malgarten ai margini di una radura; accanto ad essi giaceva il corpo esanime di Walter Nowotny.
    Il suo aiutante Schnorrer, il suo autista Gedecke e il pastore Schwegmann composero quel corpo martoriato ponendogli sul petto il cappello da ufficiale che egli soleva portare molto inclinato, dopo averlo schiacciato nel mezzo, fuori ordinanza come per sfida.


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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:51 pm

    Walter Nowotny Mik_no14

    Giorgio Evangelisti
    36 storie scritte nel cielo


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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:52 pm

    Walter Nowotny Nowotnyf8jn0
    Walter Nowotny è stato ucciso!
    Il nostro avversario dei cieli di Normandia e di Germania è morto l'altro ieri.
    La Luftwaffe di cui era l'eroe non sopravviverà alla sua morte, che è come il punto fermo di questa guerra aerea.
    Stasera il suo nome ricorre spesso nelle conversazioni alla mensa.
    Ne parliamo senza rancore e senza odio.
    Ciascuno evoca i ricordi, che gli si riferiscono con rispetto, quasi con affetto.
    E’ la prima volta che assisto ad una conversazione su questo tono alla R.A.F. ed è anche la prima volta che sento esprimere apertamente questa strana solidarierà fra i piloti da caccia, al di sopra di tutte le tragedie e di tutti i pregiudizi.
    Questa guerra avrà visto spaventevoli eccidi d'esseri umani, città crollate sotto le bombe, i massacri di Oradour, le rovine di Amburgo.
    Noi stessi abbiamo sentito qualche volta un senso di nausea nel vedere le nostre granate esplodere nelle vie di un placido villaggio, falciando, intorno al carro armato che attaccavamo, donne e bambini.
    Al confronto i combattimenti con Nowotny e i suoi «Messerschmitt» erano roba pulita, molto superiori ai combattimenti delle unità di terra, nel fango e nel sangue, tra il frastuono degli autoveicoli cingoli arrancanti e puzzolenti.
    Combattimenti del cielo: graziosi arabeschi d'una danza di coleotteri argentei, trina diafana delle scie di condensazione.
    «Focke Wulf» scivolanti come giocattoli, nell'infinito.
    Certo, anche per noi vi sono combattimenti meno nobili:
    quei mitragliamenti di treni nell' alba grigia dei mattini d'inverno, in cui si cerca di restare sordi alle urla di terrore di non vedere le nostre granate fracassare il legno, mandare in frantumi i vetri, non vedete i macchinisti che si contorcono fra getti di vapore bollente e tutta quella umanità atterrita presa in trappola nei vagoni.


    Ultima modifica di Red_Group il Sab Ott 11, 2008 9:32 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:52 pm

    Lavoro inumano, immorale, che dobbiamo eseguire perchè siamo soldati e perchè la guerra è Così.
    Oggi è una rivincita per noi salutare un nemico valoroso appena morto, proclamare che Nowotny ci appartiene, ch'egli fa parte del nostro mondo, nel quale non ammettiamo ne ideologie, ne odi, ne frontiere.
    Questo cameratismo non ha nulla a che vedere col patriottismo, con la democrazia, col nazismo o con l'umanita.
    Tutti questi ragazzi, stasera, lo comprendono per istinto.
    E se qualcuno alza le spalle, vuol dire che non è veramente pilota da caccia.
    La conversazione è caduta, i bicchieri di birra sono vuoti, la radio tace perchè mezzanotte è passata.
    Bruce Cole, che non è ne poeta ne filosofo, lascia cadere queste parole:
    « Il primo che ha osato dipingere una coccarda sull'ala d'un velivolo era•un porco!»
    Più volte in Normandia, con il 602, ci aveva dato del filo da torcere.
    Egli aveva mitragliato la nostra pista il mattino del ventun giugno, aveva abbattuto sopra a Bazenville tre Dakota che trasportavano benzina e qualche giorno dopo aveva attaccato su Arromanches una formazione mista di Thunderbolt americani e Spitfire norvegesi, che aveva perduto tre P.47 e due Spitfire, mentre un 109 si fracassava a cento metri dalla nostra mensa.
    A quell'epoca Nowotny era già il grande asso della Luftwaffe e comandava i tre gruppi da caccia di Dreux.
    Le sue sortite si identificavano facilmente perchè guidava sempre i suoi Messerschmitt pilotando di persona un Focke Wulf 190.

    Bruce Cole, Clark, Brooker ed io ci attardiamo a guardare, in una rivista d'aviazione Der Adler, che abbiamo trovata a Gorch, un articolo illustrato su Nowotny.
    Ecco il suo ritratto, preso il giorno stesso in cui gli era stata conferita la croce di ferro con spade, diamanti e foglie di quercia, la più alta onorificenza militare tedesca.
    Un viso di fanciullo sciupato, un po' triste, bocca e mento che rivelano la volontà.
    « Bene», dice improvvisamente Brooker.
    « E’ ora d'andarcene a letto ... Però, che peccato che un tipo simile non abbia indossato la nostra uniforme!
    Sarebbe stato un buon compagno.»


    Pierre Clostermann
    La grande Giostra
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:53 pm

    E qui comincia l' enigma della morte di Nowotny:
    Clostermann ha scritto che l' aereo del pilota tedesco era stato preso di coda, in fase finale di atterraggio, da un «Tempest V» della sua squadriglia che sfidando il fuoco della Flak era riuscito a cogliere l' asso tedesco nell'unico momento critico in cui era impossibilitato a difendersi.
    Sotto le raffiche ravvicinate del «Tempest», il «Me.262» si sarebbe incendiato ed il pilota, gravemente ustionato, sarebbe morto nell'ospedale di Osnabruck due giorni dopo, e cioè il 17 marzo 1945.
    Stranamente questa versione dei fatti che è discordante anche sulla data del decesso è stata in seguito ripresa anche da autorevoli riviste specializzate.
    Grazie alla testimonianza del generale Galland e a quelle dei compagni di squadriglia, oggi sappiamo che l'aviatore ustionato non poteva essere Nowotny perchè questi era caduto circa 4 mesi prima in circostanze del tutto diverse.
    A meno che non si vogliano mettere in dubbio le dichiarazioni di tutti questi testimoni e non si pensi che i tedeschi abbiano di proposito falsato i fatti per uno scopo che a noi sfugge, non dovrebbero sussistere dubbi sul modo come questo grande pilota ha trovato la morte:
    nel lanciarsi dal suo «Me.262» in avaria, il paracadute si impigliò nei piani di coda precludendogli ogni possibilità di salvezza.
    Quello che invece è a tutt'oggi ancora ignoto e se le turbine dell' aviogetto tedesco si fermarono da sole, per uno dei tanti guasti di cui si lamentavano così spesso i piloti di questi velivoli ancora sperimentali, o se invece furono danneggiate dal fuoco difensivo dei mitraglieri del «Liberator» fatto precipitare dall'asso germanico pochi secondi prima nel corso del suo penultimo attacco.
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    Messaggio  Red_Group Sab Ott 11, 2008 2:54 pm

    Malgrado siano trascorsi quasi sessanta anni dagli avvenimenti narrati, non è stato possibile avere la certezza sullo svolgimento dei fatti.
    Ancor oggi una qualificata pubblicazione ufficiale tedesca, dedicata ai cacciatori tedeschi decorati con la croce di cavaliere, fissa come data del decesso del maggiore Walter Nowotny l'8 novembre 1944, ma aggiunge subito:
    «Cadde durante un attacco contro bombardieri, cadde vicino all' aeroporto di Achmer e rimase ucciso.
    Le esatte circostanze sono rimaste sconosciute».
    Chi seguendo gli itinerari che noi abbiamo battuto per ricostruire i suoi ultimi giorni, si avventurasse nella solitudine di un sentiero di campagna ad Epe-Malgarten nelle vicinanze del vecchio campo di Achmer, troverebbe un cippo marmoreo che segna il luogo dove l'aviatore tedesco precipitò.
    Sulla lapide scolpita dallo scalpellino Hans Haiden si legge testualmente:
    «Qui cadde l'8 novembre 1944, dopo 258 vittorie per la Patria il maggiore Walter Nowotny, insignito della croce di Ferro con Fronde di quercia, spade e brillanti.
    Nato il 7 dicembre a Gmund, Niederdonau».
    I funerali del maggiore Walter Nowotny si svolsero a Vienna in forma solenne e la salma fu esposta all'omaggio della popolazione nell'Hofburg.
    Le autorità della città vollero che egli Fosse sepolto nel cimitero d'onore accanto a scienziati, poeti, musicisti, celebri uomini di stato.
    Più tardi, quando l' Armata Rossa occupò Vienna, i soldati russi distrussero queste tombe illustri e in quel luogo sacro ai viennesi fecero pascolare le mucche.
    Diversi anni più tardi quando i sovietici lasciarono Vienna la tomba di Walter Nowotny venne ritrovata intatta e i viennesi continuarono per molto tempo a coprirla di fiori.

    Giorgio Evangelisti
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