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    Libertà per i maquisards

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    Messaggio  joe Dom Ago 31, 2008 12:53 pm

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    Nel febbraio 1944 un piccolo gruppo di bombardieri De Havilland Mosquito lasciò l'Inghilterra per una missione speciale: salvataggio di vite umane.
    Il loro obiettivo era quello di aprire un varco nella prigione di Amiens per permettere la fuga di circa 700 partigiani francesi, molti dei quali alla vigilia dell'esecuzione per aver preso parte alla lotta contro l'occupazione nazista.
    Compito dei Mosquito era di bombardare le mura esterne delle carceri e di demolire alcuni edifici interni occupati dalla guarnigione tedesca.
    L'assoluta precisione sul bersaglio era vitale, giacche un minimo errore poteva significare la liberta o al contrario una carneficina per i patrioti francesi.
    La missione era stata sollecitata dai maquis francesi, come ultimo disperato tentativo di salvare i loro compatrioti da morte sicura per mano della Gestapo.
    Di fronte alla particolarità della richiesta, la RAF nutriva non pochi dubbi sulla possibilità di eseguire un bombardamento così preciso, con l'inevitabile pericolo di uccidere anche chi doveva essere salvato.
    Significava compiere un avvicinamento raso terra a non oltre cinque metri dal suolo;
    significava sganciare con assoluta precisione in punti ben definiti della struttura carceraria, e quindi cabrare bruscamente per superare le mura della prigione alte 20 metri.
    Era inoltre necessaria un'estrema precisione nella sequenza di intervento dei vari Mosquito.
    E l'intera missione, denominata Gerico, non poteva poi logicamente essere ripetuta.
    L'arduo compito fu affidato al 2° Gruppo del 140° Wing della RAF;
    malgrado i molti rischi che la missione comportava, all'atto dell'esposizione del briefing tutti i membri degli equipaggi dichiararono di aderire all'impresa.
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    Messaggio  joe Dom Ago 31, 2008 12:58 pm

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    L'ultimo briefing e il via
    Dopo parecchi rinvii dovuti a precarie condizioni meteorologiche, la mattina del 18 febbraio 1944 gli equipaggi furono finalmente chiamati per un ultimo briefing.
    Partecipavano all'operazione tre formazioni di Mosquito, ciascuno dei quali era equipaggiato con i migliori uomini del 21°,464° e 487° Squadron;
    un Mosquito del Gruppo di ricognizione fotografica li avrebbe seguiti per riprendere i risultati.
    La prima ondata doveva comprendere due pattuglie di tre velivoli del 487° Squadron neozelandese, seguite dalle due del 464° australiano, mentre gli aerei del 21° Squadron erano tenuti di scorta per ovviare ad eventuali deficienze nell'azione di bombardamento, probabili a causa della grande precisione richiesta.
    La pianificazione dell'operazione aerea era sotto la responsabilità di un capitano di gruppo alto e biondo, con quattro anni di pressochè ininterrotte operazioni alle spalle:
    Percy Charles Pickard.
    L'intero programma di rotta era affidato alle mani esperte del capitano J. A. Bill Broadley, navigatore e inseparabile amico di Pickard.
    Il destino aveva purtroppo deciso che questa dovesse essere la loro ultima missione operativa compiuta insieme, giacche entrambi sarebbero caduti da valorosi proprio ad Amiens.
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    Messaggio  joe Dom Ago 31, 2008 1:01 pm

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    Il Mosquito da ricognizione fotografica DZ 414 Orange, pilotato da Tony Wickham, doveva seguire la seconda ondata sulla prigione, mentre Pickard avrebbe sorvolato l'area per decidere se il 21° Squadron della terza ondata doveva intervenire.
    I caccia di scorta, una dozzina di Hawker Typhoon del 198° Squadron, avevano l'istruzione di prevenire ogni interferenza da parte della Luftwaffe.
    Il compito dei neozelandesi era di aprire due varchi nel muro perimetrale esterno, mentre gli australiani dovevano colpire l'edificio principale del complesso, annientando l'annessa guarnigione tedesca.
    Solo un massimo di tre minuti poteva intercorrere fra questi due attacchi.
    Ciascun Mosquito era equipaggiato con due bombe dirompenti da 227 kg, con spolette a scoppio ritardato di 11 secondi.
    Per due ore gli equipaggi studiarono un modello in scala della prigione e dei suoi dintorni, calcolando angoli, quote, ostacoli, postazioni conosciute di cannoni, rotte di scampo.
    Ciascuna delle prime due ondate di apparecchi aveva l'esplicita istruzione di rientrare immediatamente dopo aver effettuato il bombardamento.
    Gli equipaggi raggiunsero i rispettivi aerei nelle zone di decentramento e,alle 10 e 30,tutti e 19 i Mosquito si trovavano parcheggiati all'estremità della pista principale della base di Hunsdon, pronti per il decollo, programmato per le 11.
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    Messaggio  joe Dom Ago 31, 2008 1:03 pm

    Libertà per i maquisards I353810_mikMosquitoF66
    Come una manovra ad Hendon
    L'incursione doveva avere inizio al di sopra della prigione esattamente alle 12 e 3 minuti.
    Il tenente pilota N. M. Sparks ricorda che quando uscì all'aperto il tempo era orribile:
    cadeva la neve e la visibilità era fortemente ridotta.
    «Se Fosse stata una missione ordinaria certamente sarebbe stata cancellata ».
    Alle 11 i velivoli decollarono in rapida successione.
    Due di essi, appartenenti al 21° Squadron, e due del 464° dovettero invertire la rotta e tornare alla base a causa delle condizioni atmosferiche, ma appena a tre chilometri dalla costa l'atmosfera divenne estremamente tersa e fu questione di minuti essere sopra la Francia.
    Rasentando la costa i Mosquito virarono poi a nord di Amiens preparandosi all'attacco.
    Il tenente Sparks, che faceva parte della prima pattuglia di tre velivoli, ricorda che essi si gettarono in picchiata lungo la strada che conduceva dritta alla prigione, sfiorando i filari di pioppi ai lati.
    Abbassandosi e rallentando il più possibile sganciammo le loro bombe alla base del muro, sfrecciando subito dopo verso l'alto.
    Attraverso le esplosioni e le spesse cortine di fumo le due successive ondate centrarono i bersagli aumentando le devastazioni.
    Pickard vide dall'alto i prigionieri uscire a fiotti dagli squarci nelle mura e scappare lungo la strada e diede quindi ordine al 21° Squadron di tornare alla base.
    Come confermò il Mosquito da foto-ricognizione, l'operazione era risultata un completo successo:
    «Come una dimostrazione ad Hendon », commentò successivamente il comandante Black Smith.
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    Messaggio  joe Dom Ago 31, 2008 1:04 pm

    Libertà per i maquisards I353811_mikMosquitoF64
    Perdite e successi
    Se tutto era andato liscio per quanto riguardava l'obiettivo primario dell'operazione, essa tuttavia non si risolse senza perdite:
    il comandante Mc Ritchie, che guidava la seconda squadriglia australiana, venne colpito dal fuoco contraereo sulla via del ritorno e dovette compiere un violento atterraggio di fortuna ad oltre 300 km orari, sopravvivendo miracolosamente.
    Nel frattempo parecchi Focke Wulf Fw 190 erano apparsi sulla scena sorprendendo il comandante Pickard, che venne abbattuto.
    Tre altri Mosquito seriamente danneggiati riuscirono a riguadagnare la strada di casa.
    Il raid si poteva tuttavia considerare efficacemente riuscito: dei 700 e più prigionieri, 258 riuscirono a sottrarsi ai tedeschi, compresi 12 già condannati all'esecuzione, ed anche se altri furono ricatturati o uccisi nella fuga, 50 soldati della guarnigione tedesca rimasero uccisi sotto il bombardamento.
    E’ giusto che l'attacco alla prigione di Amiens venga ricordato come una delle più brillanti operazioni compiute con gli aerei Mosquito durante la Seconda guerra mondiale.

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