Alla fine della prima guerra mondiale, l'Italia poteva contare su una forza di velivoli da bombardamento validi sotto tutti gli aspetti, grazie so¬prattutto ai progetti dell'ing. Caproni.
Dopodichè, cessata la spinta bellica, per circa una quindicina d'anni non si ebbero pratici sviluppi di rilievo e la nostra Aeronautica - che nel frattempo era diventata arma indipendente - ebbe in dotazione biplani e triplani plurimotori dalle prestazioni non certo eccezionali e dotati di armamento difensivo ed offensivo modesti.
Agli inizi degli anni trenta, quando la SIAI diede il via al progetto relativo all'S.81, i velivoli in linea nei reparti da bombardamento della Regia Aeronautica erano Fiat BR.2 e Caproni Ca.73, Ca.83 e Ca.101.
I disegni dell'S.81 presentavano quindi un aereo considerato d'avanguardia, ed effettivamente la sua struttura monoplana ad ala bassa era tutta un'innovazione nonostante la presenza del carrello fisso che non riusciva comunque a sminuire l'aspetto aerodinamico del trimotore.
La validità del progetto venne confermata dalle minime modifiche richieste per l'adozione da parte della R.A dopo una serie di severe prove svolte presso il Centro sperimentale di Guidonia.
(in pratica si potrebbe affermare che l'unica variazione notevole fu l'allargamento della carreggiata del carrello), e dal fatto che la produzione in serie venne affidata a ben otto ditte, allo scopo di avere il maggior numero di aerei disponibili nel più breve tempo possibile.
A causa di tale dispersione nel programma di produzione e allo scopo di garantire una certa alternativa e una notevole intercambiabilità, venne deciso di adottare contemporaneamente vari gruppi motopropulsori (Piaggio P.IX RCAO e P.X RC.35, Gnome Rhone 14K - poi costruito su licenza dalla Isotta Fraschini -, Alfa Romeo 125 RC/35 e 126 RC.34 quest'ultimo derivato dal Bristol Pegasus inglese), anche se oggi possiamo aggiungere che senza dubbio fra le ragioni di questa molteplicità deve essere annoverato il fatto di non secondaria importanza che i motori al momento disponibili presentavano tutti delle lacune soprattutto in termini di potenza, per cui in pratica si andava ancora alla ricerca della soluzione migliore.
Di fatto, però, una certa comunanza restava perchè tutti i tipi impiegati avevano i cilindri del Pegasus o del Jupiter.
Ultima modifica di Staff il Ven Set 05, 2008 10:55 pm - modificato 1 volta.