Così i bombardamenti dei Baltimore costrinsero la guarnigione dell'isola di Arbe (Rab), circa 600 uomini, ad arrendersi ai partigiani jugoslavi.
Il 5 maggio, con l'annuncio ufficiale della cessazione dei combattimenti, venne interrotta l'azione di bombardamento allo scalo ferroviario di Zagabria ed i 24 Baltimore già in volo verso l'obiettivo furono fatti rientrare col loro carico bellico.
Dal 18/1/44 al 5/5/45 lo Stormo aveva effettuato 4.886 ore di volo di guerra, altre 425 in missioni varie;
erano state compiute 1.554 missioni/velivolo distribuite in 189 uscite in formazione (9-24 aerei per volta) col lancio di 1.225 tonnellate di bombe.
L'importante è che tutto ciò venne compiuto nell'arco di sole 144 giornate volative.
I risultati ufficiali poterono essere così riassunti:
due ponti stradali colpiti ed interrotti
quattro postazioni di batterie costiere completamente distrutte ed altre 11 colpite
tre batterie da 20 mm distrutte
tre depositi di munizioni distrutti moli ed installazioni portuali colpite.
Il passivo del bilancio era costituito da 3 velivoli caduti e vari altri colpiti con la perdita di 20 uomini (16 morti e 4 dispersi);
oltre al Ten. Grazioli ed al S. Ten. Petruzzelli morti in decollo per l'esplosione del loro velivolo;
altri caduti dello Stormo BALTIMORE furono:
Puggioni, Bastoci,Leuzzi, Maggio, Magliulo, Serafino.
Coloro che avevano portato in combattimento il Baltimore non potevano che essere soddisfatti dei loro sgraziati bimotori;
di facile manutenzione anche con le primitive attrezzature presenti a Campomarino, essi avevano dimostrato caratteristiche di volo eccezionali che permettevano di operare anche senza la copertura della caccia.
Con una velocità di crociera di 400 Km/h indicati a 3.600 m., l'autonomia era solo di 3 ore, ma questo fatto più che come un difetto era considerato una fortuna vista la ristrettezza in cui operava l'equipaggio.