Chiara mattinata di sole.
Le romabanti argentee chiazze degli aeroplani macchiano il verde tenero del campo.
A mano, affettuosamente, come accompagnandoli a festa, gli avieri spingono i velivoli, lustri, sulla linea di volo.
Le prime eliche prendono a girare, e lo stormo inizia la sua vita di un giorno, che è la vita di tutti i giorni.
Il preludio è dei "pinguini" alle prese con i primi segreti del volo acrobatico.
A sera, negli ultimi raggi del sole calante, gli esperti, gli anziani, uomini per cui il volo non ha più segreti, improvviseranno lo spettacolo finale.
Due, tre pattuglie, di sette aeroplani ognuna, comporranno la gran gala disegnando nel cielo evoluzioni che fino a poco fa, eseguite da un solo pilota su di un solo velivolo, parevano il non plus ultra dell'acrobazia aerea.
Decolla il primo apparecchio: è il "la" ad una intensa attività di volo apparentemente indisciplinata, coreograficamente caotica, retta invece nelle sue intime basi da una lucida volontà disciplinatrice e ad ognuno assegna compiti precisi e definiti.
Ed al decollo del primo apparecchio, presso l'antenna delle segnalazioni, vera centrale nevralgica della vita del campo, e lungo tutta la linea di volo, si formano capannelli di uomini.
Tra questi, i comandanti, a ricercare ognuno, in mezzo ai tanti che scarambolano nel cielo, il suo "pollo" e lo seguono con quella stessa attenzione, con quello stesso affetto con cui a loro volta furono seguiti lungo i primi passi della loro vita di aviatori.
Ogni comandante ha il suo modo caratteristico di seguire: ad uno potrai leggere sul volto approvazione o disappunto, gioia od ansietà per quanto "quello" va ingegnandosi di combinare lassù; un altro non ti mostrerà che imperturbabile muta serenità.
In questi capannelli si riassume e concentra lo spirito, l'essenza del volo.
Le romabanti argentee chiazze degli aeroplani macchiano il verde tenero del campo.
A mano, affettuosamente, come accompagnandoli a festa, gli avieri spingono i velivoli, lustri, sulla linea di volo.
Le prime eliche prendono a girare, e lo stormo inizia la sua vita di un giorno, che è la vita di tutti i giorni.
Il preludio è dei "pinguini" alle prese con i primi segreti del volo acrobatico.
A sera, negli ultimi raggi del sole calante, gli esperti, gli anziani, uomini per cui il volo non ha più segreti, improvviseranno lo spettacolo finale.
Due, tre pattuglie, di sette aeroplani ognuna, comporranno la gran gala disegnando nel cielo evoluzioni che fino a poco fa, eseguite da un solo pilota su di un solo velivolo, parevano il non plus ultra dell'acrobazia aerea.
Decolla il primo apparecchio: è il "la" ad una intensa attività di volo apparentemente indisciplinata, coreograficamente caotica, retta invece nelle sue intime basi da una lucida volontà disciplinatrice e ad ognuno assegna compiti precisi e definiti.
Ed al decollo del primo apparecchio, presso l'antenna delle segnalazioni, vera centrale nevralgica della vita del campo, e lungo tutta la linea di volo, si formano capannelli di uomini.
Tra questi, i comandanti, a ricercare ognuno, in mezzo ai tanti che scarambolano nel cielo, il suo "pollo" e lo seguono con quella stessa attenzione, con quello stesso affetto con cui a loro volta furono seguiti lungo i primi passi della loro vita di aviatori.
Ogni comandante ha il suo modo caratteristico di seguire: ad uno potrai leggere sul volto approvazione o disappunto, gioia od ansietà per quanto "quello" va ingegnandosi di combinare lassù; un altro non ti mostrerà che imperturbabile muta serenità.
In questi capannelli si riassume e concentra lo spirito, l'essenza del volo.