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    Stormo da Caccia

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    Messaggio  White_Group Sab Nov 15, 2008 12:17 am

    Chiara mattinata di sole.
    Le romabanti argentee chiazze degli aeroplani macchiano il verde tenero del campo.
    A mano, affettuosamente, come accompagnandoli a festa, gli avieri spingono i velivoli, lustri, sulla linea di volo.
    Le prime eliche prendono a girare, e lo stormo inizia la sua vita di un giorno, che è la vita di tutti i giorni.
    Il preludio è dei "pinguini" alle prese con i primi segreti del volo acrobatico.
    A sera, negli ultimi raggi del sole calante, gli esperti, gli anziani, uomini per cui il volo non ha più segreti, improvviseranno lo spettacolo finale.
    Due, tre pattuglie, di sette aeroplani ognuna, comporranno la gran gala disegnando nel cielo evoluzioni che fino a poco fa, eseguite da un solo pilota su di un solo velivolo, parevano il non plus ultra dell'acrobazia aerea.
    Decolla il primo apparecchio: è il "la" ad una intensa attività di volo apparentemente indisciplinata, coreograficamente caotica, retta invece nelle sue intime basi da una lucida volontà disciplinatrice e ad ognuno assegna compiti precisi e definiti.
    Ed al decollo del primo apparecchio, presso l'antenna delle segnalazioni, vera centrale nevralgica della vita del campo, e lungo tutta la linea di volo, si formano capannelli di uomini.
    Tra questi, i comandanti, a ricercare ognuno, in mezzo ai tanti che scarambolano nel cielo, il suo "pollo" e lo seguono con quella stessa attenzione, con quello stesso affetto con cui a loro volta furono seguiti lungo i primi passi della loro vita di aviatori.
    Ogni comandante ha il suo modo caratteristico di seguire: ad uno potrai leggere sul volto approvazione o disappunto, gioia od ansietà per quanto "quello" va ingegnandosi di combinare lassù; un altro non ti mostrerà che imperturbabile muta serenità.
    In questi capannelli si riassume e concentra lo spirito, l'essenza del volo.
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    Messaggio  White_Group Sab Nov 15, 2008 12:18 am

    Non vi si parla di altro, non si commenta altro che quanto i compagni stanno facendo lassù.
    In questi gruppetti nascono le leggende, si creano le tradizioni, vengono ravvivati episodi memorabili di questo o quel pilota, il giovane apprende le gesta a cui ispirarsi; si narrano i fasti dello Stormo, dei Gruppi, delle Squadriglie; si foggia la storia orale dell'Aviazione.
    A tratti qualcuno esce dal gruppetto: alla chiacchiera salutare sostituisce l'azione.
    Esegue il suo volo, svolge il suo programma, riatterra e riprende nel coro il suo posto.
    A volte è il tenore, il cantastorie maggiore, quello che abbandona il coro, ed allora tutti, gli occhi al cielo, lo seguono, ne bevono le manovre come a carpire il segreto delle evoluzioni che avvincono.
    Così si rinsalda la tradizione, in queste raccolte di uomini la si vivifica, la si rinnova con l'esempio e con la parola.
    E la tradizione, in aviazione, come del resto in tutte le attività più alte dello spirito umano, è importantissima.
    Si evolve il mezzo, la tecnica, ma le basi sono quelle che sono, solide, buone, resistono nella coscienza degli .anziani, nell'avido desiderio di apprendere dei giovani.
    A osservarla superficialmente, la vita di uno stormo da caccia, la vita intima, quella quotidiana, non vi ritroveresti quegli elementi che contribuiscono a creare quell’ “abitudine al coraggio" che è elemento caratteristico e distintivo del cacciatore italiano.
    Ma a viverla ed osservarla da vicino vedresti che c'è qualcosa nella vita di questi soldati pieni di disciplinata irruenza, che ti dà l'impressione di trovarti di fronte ad una umanità nuova, ad una umanità in "combinazione" abituata a vivere con il cielo e nel cielo.
    E se non leggerai negli occhi adusi di questi uomini il riflesso della vita eroica che ogni giorno conducono, se non ti parrà vero di trovare nella paterna e ad un tempo severa figura del Comandante la serena abilità con cui solo pochi giorni addietro risolveva brillantemente l'ennesima delle "situazioni imbarazzanti" della sua bella carriera di pilota, ti renderai però conto che questa umanità senza retorica vive di fede senza quasi avvedersene.
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    Messaggio  White_Group Sab Nov 15, 2008 12:19 am

    E capirai che non è paradossale definire monastica la vita dei piloti di uno stormo da caccia. Monastica in quel senso per cui il volo ed ogni attività ad esso inerente sono tenuti a guisa di rito, monastica perché il rituale ha i suoi santi.
    Santi prontissimi magari a lanciarsi nella scia delle gonnelle di qualche donzella carina, ma santi per quel loro rigido attenersi a discipline nuove necessarie ed indispensabili per ottenere quei meravigliosi risultati che il mondo, a volte in modo non del tutto gradito, ha avuto modo di conoscere.
    Santi per il mistico slancio che li anima quando nei cieli di guerra si gettano audaci sul nemico, o nei cieli della pace si tuffano in un vorticoso susseguirsi di instancabili "ruote" a pochi metri dal terreno.
    Santi per quell'estasi che li domina quando a te spettatore sembrano impazziti', e li vedi più arditi, più impressionanti, scarambolare geometricamente in formazioni strettissime, serrate ala contro ala.
    E santi, infine, in quella santità del sacrificio finale che ad alcuni, ai migliori, è richesto: in quell'offerta senza reticenze della giovane esistenza agli ideali per cui hanno vissuto.
    Ma mi sembra di tradirli nel rivelare quella loro intima essenza, questo loro mistero.
    Mistero che credo solo svelino agli angeli, quando li incrociano sulle loro rotte celesti, e li invitano a gettarsi con loro nelle più ardite picchiate, nelle più entusiasmanti acrobazie.
    A quegli angeli che danzano sulle loro ali quando l'apparecchio offre al bacio del sole la pancia poderosa ed al pilota il mondo appare rovescio: un mondo cinematografico.
    Cinematografia per bambini, di casette simili a piccoli dadi rovesciati, di monti appoggiati per le cime aguzze nell'azzurro, e verdi laghetti che non ti spieghi per quale magica virtù non si rovesciano ad inondarti.
    A quegli angeli degli aviatori che sanno le tappe della iniziazione, dura iniziazione, lunga scala da percorrere incerti di superare il noviziato.
    Perché il volare è qualcosa di più che un atto materiale, è una dura divisa fatta di disciplina, di tenacia, di obbedienza: e come tale deve essere basata su dei princìpi ideali senza dei quali non c'è posto per il sacrificio.
    Ho detto gli aviatori uomini che vivono di fede senza avvedersene, ma forse non è esatto. Cioè, è più esatto dire che non lo dimostrano con manifestazioni esteriori, ma lo esprimono quando è l'ora delle necessità supreme.

    Oscar Abello 25 novembre 1938
    Aeronautica, Ottobre 1992

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