Un inferno sul ponte della « Akagi » ingombro di aereiCalcolammo che nel tempo necessario ai caccia per rifornirsi di carburante e munizioni, era anche possibile sostituire le bombe terrestri con quelle navali e coi siluri sui bombardieri.
Così fu dato un nuovo contr'ordine, e sulle portaerei ricominciò una frenetica attività.
Dalle 9,20 in poi, cominciarono ad attaccarci gli aerei americani partiti dalla portaerei.
I nostri caccia e la contraerea li abbattevano uno dopo l'altro in mare, ma altri arrivavano di continuo a sostituirli.
Durante questo combattimento confuso, un aerosilurante americano si lanciò deliberatamente verso il ponte della portaerei Akagi: un attacco suicida!
Con una virata all'ultimo istante, l'Akagi evitò il colpo, e l'aereo sfiorò il ponte per finire poi in mare; colpito dalla contraerea.
Così noi apprendemmo che c'erano piloti suicidi anche tra gli americani. Naturalmente non potemmo vedere il volto né conoscere il nome di quel coraggioso nemico: io pregai silenziosamente per la sua anima.
Malgrado tutto, eravamo intanto riusciti a completare la preparazione della nostra seconda ondata d'assalto, che avrebbe ora dovuto attaccare le navi nemiche.
L'Akagi fu la prima portaerei a prendere posizione sottovento per il lancio (mentre le altre la imitavano) e dal suo ponte si lanciò verso il cielo il primo caccia, seguito in cinque minuti dagli altri.
E fu in questo istante, in questo istante davvero cruciale, che ancora una volta sbucò dalle nuvole il nemico: erano bombardieri in picchiata, e scendevano su di noi a catena, come i grani di un rosario.
Passando audacemente in mezzo al nostro fuoco contraereo, gli americani lanciarono le loro bombe proprio al centro del ponte di volo dell' Akagi, ingombro di bombardieri che si apprestavano a decollare dopo i caccia.
La nave cominciò a tremare sotto le esplosioni, gli aerei presero fuoco, scoppiarono le loro bombe e i loro siluri.
Ed io, guardando tra il fumo e le fiamme, vidi che anche le portaerei Kaga e Soryu erano state colpite.
Solo la Hiryu era indenne e continuava a combattere.