Eccoci puntuali al secondo appuntamento con la storia della produzione delle officine “Reggiane” di Reggio Emilia.
Quando,nell’ottobre 1982, apparve il primo volume della collana,facemmo una promessa:
uscire con un nuovo volume (l’opera completa ne comprenderà quatto) ogni anno in ottobre, in occasione dell’annuale “Raduno Nazionale Piloti Aerei Reggiane”.
E la promessa l’abbiamo mantenuta e contiamo di rispettarla anche per i due volumi che completeranno l’opera.
In questo volume viene ampiamente descritto il caccia Re 2000.
Il velivolo,cronologicamente parlando,doveva costituire l’argomento del primo volume, perché la sua nascita è antecedente a quella del RE 2001 ( trattato nel 1° volume).
Ragioni affettive e del tutto personali, ampiamente precisate nella premessa del precedente volume, mi hanno portato a questa scelta, non del tutto logica.
A completamento del 2° volume, ho voluto inserire altri capitoli:
Una storia dell’azienda,con particolare riferimento al settore aeronautico,dalla sua nascita alla cessazione della produzione di velivoli;
la descrizione dei progetti Pegna e dei velivoli di questa serie effettivamente realizzati :
il P32 bis e il procellaria.
Che cosa è stato il RE 2000 per le Reggiane ?
Un grosso salto di qualità;
non solamente per le esperienze più o meno negative delle precedenti costruzioni in legno, ma ha rappresentato un passo avanti rispetto alle tecniche costruttive usate in quel periodo da tutte le industrie aeronautiche nazionali.
Fu una ventata di novità, portate dall’allora giovane ingegnere Roberto Longhi dopo una sua permanenza oltre Oceano, che trovano probabilmente impreparate le massime autorità responsabili e che sfociarono nel rifiuto al velivolo, di cui non ho mai accettato la motivazione.
E’ sufficiente iniziare a parlare del RE 2000 ed è subito polemica:
lascio quindi che il lettore, dopo aver girato l’ultima pagina del libro, ne tragga le proprie conclusioni.
Sergio Govi