michele Lun Giu 29, 2009 11:16 pm
Durante le prove comparative svolte congiuntamente da piloti della ditta e dell'Air Corps,gli "Yippees" registrarono velocità, sensazionali per l'epoca, nell'ordine dei 650 km/h a oltre 6.000 metri di quota.
Nel corso di una picchiata da 9.000 metri, il maggiore Signa A. Gilkie raggiunse gli 800 km/h ma subentrarono forti vibrazioni agli impennaggi che resero molto difficile riportare il bicoda in volo orizzontale.
Il fenomeno (detto "flutter") cominciò a manifestarsi non solo alle alte velocità, ma anche in certi assetti di volo al di sotto dei 600 km/h ed era strettamente collegato a quei problemi di compressione che nel dopoguerra travagliarono la messa a punto degli aviogetti in prossimità di Mach 1.
La sua eliminazione fu quindi alla base delle successive sperimentazioni.
In una di queste prove, il 4 novembre 1940 un YP-38 con deriva modificata, pilotato dal collaudatore Ralph Virden, eseguì un'affondata da 9000 metri, ma, raggiunti gli 860 km/h, violente vibrazioni aeroelastiche strapparono di netto l'impennaggio orizzontale.
L'aereo si disintegrò al suolo provocando la morte del pilota.
Il luttuoso evento non interruppe i programmi di realizzazione del velivolo, entrato ormai in produzione con un primo contratto per 66 esemplari firmato nel settembre 1939 e con un secondo di ben 607 sottoscritto nel settembre 1940.
L'insorgenza del "flutter" rimase un grave limite operativo che impose ai primi 276 esemplari di serie (tutte le versioni fino alla P-38E compresa) di non superare i 560 km/h, impedendone la combat readiness, anche se alcuni ebbero comunque l'opportunità di effettuare missioni di guerra.
Storia Militare, giugno 2004