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    Le Macchine e la Storia - Profili

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    Messaggio  daniele Dom Lug 05, 2009 2:44 pm

    Le Macchine e la Storia - Profili I49503_MC202F1
    Non c'è dubbio che uno dei velivoli da caccia più “classici” e noti impiegati dall'Italia nel secondo conflitto mondiale, sia stato il Macchi 202, il monoplano da intercettazione che andò in combattimento nell'autunno del '41 quando già i suoi pari classe tedeschi e britannici (Me 109, spitfire e Hurricane) si affrontavano nei cieli d'Europa da almeno due anni!
    Tardiva, ma comunque brillante, risposta dell'industria italiana alla categoria degli intercettatori monoposto metallici ad ala bassa.
    Riteniamo far cosa gradita ai lettori di questa nuova pubblicazione periodica della STEM-Mucchi, aprire la rassegna dei mezzi -militari (aerei, veicoli blindati, ecc.) presentando questo apparecchio della Regia Aeronautica.
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    Messaggio  daniele Ven Lug 24, 2009 11:01 pm

    Le Macchine e la Storia - Profili Libro_11
    Stesura originalissima del grande Sergio Govi.


    Ultima modifica di daniele il Ven Lug 24, 2009 11:08 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  daniele Ven Lug 24, 2009 11:02 pm

    Le Macchine e la Storia - Profili I373500_profiliF2
    un'altro volume molto interessante!
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    Messaggio  daniele Ven Lug 24, 2009 11:07 pm

    Le Macchine e la Storia - Profili I373499_profiliF1
    Profilo dedicato al Fiat G-55 Centauro.
    L'autore Nino Arena, è una garanzia di qualità.
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    Messaggio  Franz_S Mer Lug 29, 2009 10:41 pm

    Le Macchine e la Storia - Profili Mailar_b79054568a6f
    Nel luglio 1936 il Ministero dell'Aeronautica italiano emanò una specifica con la quale richiedeva all'industria aeronautica un caccia intercettatore che avrebbe dovuto presentare numerose innovazioni ed un certo numero di caratteristiche “ rivoluzionarie” , rispetto agli standard nazionali dell'epoca.
    L'iniziativa mirava a trovare un degno successore alla linea di caccia biplani in dotazione (Fiat. CR. 30 e CR. 32, IMAM Ro. 37, Ro. 41 e Ro. 44) dato che le nazioni più progredite aeronauticamente stavano decisamente abbandonando la formula biplana a carrello fisso orientandosi verso la costruzione di monoplani metallici e preferendo generalmente l'adozione di un motore in linea, considerato di miglior rendimento aerodinamico e propulsivo.
    Il nuovo caccia doveva quindi essere monoplano, di costruzione completamente metallica, dotato di carrello retrattile e di elica a passo variabile a velocità costante;
    tutte queste caratteristiche apparivano per la prima volta nella richiesta di un velivolo monoposto per la Regia Aeronautica ma, nell'indire il concorso, lo Stato Maggiore conservò alcune riserve mentali che dovevano limitare seriamente l'efficacia dei risultati.

    PIETRO TONIZZO
    ENZO ZACCARELLI
    G. PAOLO BORELLI
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    Messaggio  Franz_S Sab Ago 01, 2009 9:57 pm

    Le Macchine e la Storia - Profili Mailar_7794c58fecad
    CANT. Z.506 ( airone)
    Nell'anteguerra in Italia l'idrovolante andava per la maggiore quasi quanto la formula trimotore.
    Oltre alla configurazione orografica giocava il fattore generico della sicurezza.
    Come in realtà sempre meno spesso accadeva in caso di guasti era più agevole
    scendere in acqua.
    Figurarsi poi a volare sul mare, le linee civili sul Mediterraneo erano appannaggio pressoché esclusivo degli idrovolanti.
    Quasi tutte le nostre maggiori industrie aeronautiche curavano il settore idro, particolarmente Macchi e Siai, Piaggio specie negli anni venti, per la Fiat ci pensava la consociata Cmasa.
    I Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone bene eccellevano in modo particolare fin dal 1923 con tutta una serie di velivoli di robusta concezione, dai primi tipi 10 al trimotore biplano civile 22 in servizio fin verso gli anni quaranta, il 501 arrivato fino al dopoguerra.
    Il 509 era un 506 ingrandito,per giungere fino al grande 511 ultimo rappresentante della famiglia idrovolantistica di Filippo Zappata.
    Oltre che il più longevo (24 anni) il 506 resta anche il più famoso, caratteristico, costruito nel maggior numero di esemplari e, ci si consenta, senz'altro il migliore idrovolante italiano.

    ITALO DE MARCHI
    GIANFRANCO MUNEROTTO (Disegni e tavole)
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    Messaggio  Franz_S Sab Ago 01, 2009 9:58 pm

    CANT. Z. 1007 (alcione)

    Il Cant. Z. 1007 è un velivolo alquanto discusso, molti lo considerano - e non a torto - uno dei migliori aeroplani italiani da bombardamento del suo periodo, mentre altri ribattono affermando - e neppure a questi si può dare torto - che la struttura lignea di questo nostro “ miglior bombardiere della Seconda Guerra Mondiale" si deformava e scollava a seconda del clima.
    Comunque, nessuno può negare la validità aerodinamica insita nei disegni dell'ingegner Filippo Zappata, progettista di questo trimotore dalla linea simile, per molti aspetti, ma decisamente più affinata di quella dell'altra validissima creazione della stesso Zappata, l'idrovolante Cant. Z. 506.
    La configurazione trimotore, caratteristica tipicamente italiana comune a molti fra i migliori aerei dell'epoca (basti ricordare la serie S.I.A.I.), era dovuta principalmente alla scarsa potenza dei motori radiali di costruzione nazionale allora disponibili (che erano per la maggioranza derivati da progetti stranieri e costruiti su licenza) e alla totale mancanza di un buon motore in linea.
    Questo aspetto negativo dell'industria motoristica si rivelò particolarmente evidente nel caso del Cant. Z. 1007 in quanto i risultati veramente eccezionali ottenuti con il modello ligneo durante le lunghe prove nella galleria del vento avevano fatto pensare di aver progettato un aeroplano che avrebbe potuto offrire prestazioni molto avanzate grazie alla sua magnifica linea aerodinamica.

    PIETRO TONIZZO
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