Alla fine della 2a Guerra Mondiale, con tutta la popolazione mondiale intenta a ricostruire e a dimenticare gli orrori appena vissuti, nel cuore della Germania occupata, a Berlino, un nuovo focolaio di tensione cominciava a covare sotto le ceneri di una convivenza che si andava facendo sempre più difficile.
Dopo due anni dal « cessate il fuoco» la ex capitale del Reich era stata spartita fra gli occupanti in quattro settori dei quali uno - destinato a divenire poi la Berlino Est - in mano ai sovietici e gli altri tre alle truppe inglesi, americane e francesi.
Il tutto come un'isola nella Germania orientale sotto il controllo russo, con una sola via autostradale, una ferrovia e canali navigabili per raggiungere la città e far giungere agli oltre due milioni di berlinesi e alle truppe alleate le 13.500 tonnellate giornaliere di rifornimenti necessari.
In base ai trattati stipulati, vi erano tre corridoi aerei larghi 20 miglia - in cui all'inizio non si poteva volare a più di 3.000 metri - riservati agli alleati i quali si diramavano da Berlino, due verso il settore inglese a est e nord-est ed uno verso la zona U.S.A. a sud-est.
Questi si sarebbero poi rivelati provvidenziali « cordoni ombelicali» attraverso cui la città bloccata avrebbe tratto tutto il nutrimento necessario alla sopravvivenza.
Quale fosse però la pericolosità di questi corridoi, causa la loro strettezza, è facile immaginarlo ed in effetti il 5 aprile 1948 un Viking della BEA entrò in collisione con uno Yak-9 sovietico in perlustrazione nel cielo circostante, con la morte di tutti gli occupanti.
Nell'ambito del crescente impegno, sia dei sovietici che degli americani, per consolidare il rispettivo potere ed influenza in Europa (gli statunitensi avevano da poco varato i piani di assistenza Marshall, etc ... che riscossero vivo successo) il possesso di Berlino giocò un ruolo primario.
Il « calcolo» sovietico puntava a costringere gli alleati - leggi gli americani - ad abbandonare la città, perdendo così enormemente in prestigio e credibilità.
Iniziò così una graduale escalation nei controlli e nelle perquisizioni a treni ed automezzi, compromettendo gravemente la regolarità delle comunicazioni finchè,- dopo aver tentato invano nel marzo '48 di abolire i diritti di traffico aereo - alla mezzanotte del 18 giugno 1948 fu posto il veto all'ingresso nella città per via terrestre e fluviale.
Il 22 giugno Berlino era virtualmente isolata dal resto del mondo.
A quel punto gli alleati avevano due scelte:
abbandonare la città in mano ai russi oppure rimanervi mantenendola in vita con l'unica via ancora aperta, il cielo.
Un'impresa mastodontica, quasi impensabile, con gravissime difficoltà e col rischio di andare incontro a clamorosi fallimenti con ripercussioni disastrose dal lato politico.
Eppure la posta in gioco era troppo alta e ciò che i russi non si sarebbero mai aspettati accadde:
in un lampo fu messa in piedi la più colossale organizzazione di trasporto aereo mai vista ed iniziò quello che, dopo essere passato attraverso la storia,è entrato nella leggenda come il ponte aereo su Berlino.
Ultima modifica di mik il Sab Ago 30, 2008 6:32 pm - modificato 1 volta.