Uno degli ultimi progetti della Savoia Marchetti, nati durante la seconda guerra mondiale fu l'interessantissimo SM.93.
Velivolo che, purtroppo a seguito delle vicende armistiziali non superò lo stadio di prototipo.
Classificato dalla ditta quale "mono-motore biposto per combattimento a tuffo o siluramento" fu generato dalla necessità di disporre finalmente di un efficace bombardiere a tuffo di produzione nazionale e di un aerosilurante progettato per il compito specifico che non fosse venuto fuori dall'adattamento di un velivolo ideato, in via primaria, per altri compiti.
Notoriamente, i velivoli utilizzati per il bombardamento a tuffo furono principalmente, se non esclusivamente, gli JU87 Stuka forniti alla Regia Aeronautica in due versioni e in svariati esemplari.
Il numero di Stuka ceduti dai tedeschi, alla nostra aeronautica, però, non fu mai sufficiente a soddisfare le esigenze operative sui vari scacchieri.
La soluzione nazionale al problema, rappresentata dal SM.85, originaria proposta della Savoia Marchetti, fu un vero e proprio fallimento.
Il velivolo, conosciuto tra i piloti con il nomignolo di "banana volante", dopo pochi e inutili tentativi di utilizzo bellico finì ai bordi dei campi di volo a far da aereo civetta per il bombardamento nemico.
Per quanto riguarda, invece i velivoli destinati all'aerosiluramento, basterà ricordare che tutto il peso del conflitto fu sostenuto dal SM.79 "Sparviero", essendosi rivelato il SM.84, l'aereo destinato a sostituirlo, un vero fallimento avendo caratteristiche di volo e di manovrabilità chiaramente inferiori allo Sparviero.
Il SM.93 fu un monoplano biposto a struttura lignea con rivestimento in compensato e tela, avente fusoliera ellittica con struttura a guscio.