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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 9:55 pm

    Concorde I371265_ConcordeF1
    Mercoledì 21 gennaio 1976.
    Una data che nella storia dell'aviazione commerciale sarà ricordata a lungo, un giorno che rimarrà nella memoria di molte persone, soprattutto in Francia e in Inghilterra.
    Quel mercoledì, come ha affermato qualcuno degli invitati alla cerimonia per la partenza del primo vola di linea dall'aeroporto parigino Charles De Gaulle, facendo propria una frase pronunciata nel 1972 dal presidente della British Aircraft Corporation, Sir George Edwards, è stato realmente
    "la fine dell'inizio":
    la fine delle traversie di un progetto alle frontiere dell'odierna tecnologia industriale e l'inizio di una nuova era che pone le maggiori città dei cinque continenti a non più di dodici ore di volo l'una dall'altra, l'era del trasporto aereo supersonico, inaugurata dal velivolo commerciale più atteso, veloce, costoso, collaudato e criticato mai realizzato sino ad oggi, il risultato di una collaborazione internazionale senza precedenti e sviluppata interamente sul nostro continente:
    il supersonico anglo-francese Concorde.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 9:57 pm

    L'atto di nascita ufficiale del progetto Concorde porta la data del 29 novembre 1962.
    Fu in quel giorno, infatti, che, a conclusione di una serie di contatti preliminari iniziati l'anno precedente, il Ministro per l' Aviazione inglese, Amery, e l' Ambasciatore francese in Gran Bretagna, De Courcel, sottoscrissero, alla Lancaster House di Londra, l'accordo fra i due Governi per lo sviluppo e la produzione in comune di un velivolo supersonico da trasporto commerciale.
    Se questo fu il primo passo concreto verso la nascita del Concorde, la genesi del supersonico civile europeo si colloca però molto più indietro nel tempo.
    Il primo gradino della lunga scala che ha portato alla realizzazione del supersonico anglo-francese si può far risalire addirittura al 1943, allorché il Governo inglese, dimostrando una notevole lungimiranza, se si pensa che a quell'epoca il volo a reazione iniziava appena a muovere i primi, timidi passi, emise la specifica E 24/43 per un aereo sperimentale in grado di raggiungere la velocità di Mach 1,5.
    In risposta a questa specifica, la Miles progettò l’ M 52,
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 9:59 pm

    Concorde I371274_ConcordeF2
    un piccolo monoreattore monoposto dalla fusoliera cilindrica, con una sezione frontale troncoconica eiettabile che conteneva l'alloggiamento del pilota.
    Nel 1946 la costruzione dello M 52 era giunta al 90%, quando il programma venne cancellato, per lasciare il posto a una serie di esperimenti di volo transonico mediante modelli telecomandati, lanciati in volo da bombardieri Mosquito.
    Negli anni del dopo-guerra le ricerche e le esperienze sui vari aspetti del volo supersonico continuarono tuttavia in Inghilterra attraverso una serie di velivoli sperimentali, dal D.H. 108 Swallow, primo aeroplano inglese a superare nel 1948 la barriera del suono, all' English Electric P.14 del 1954, progenitore del caccia da Mach 2 Lightning, dal piccolo Fairey Delta 2, che nel 1956 conquistò il primato mondiale di velocità con 1.882 Kmh, fino al Bristol 188 del 1962, costruito interamente in acciaio inossidabile, per investigare i problemi del vola a velocità intorno ai 2.500 Kmh.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:00 pm

    Concorde Mkrefaireyd2f01xv5
    La Francia si mosse con un certo ritardo sulla via del volo supersonico causa le vicende belliche, ma recuperò ben presto il terreno perduto, realizzando le prime esperienze con
    Concorde Concordef4
    lo S.F.E. C.M.A.S. 1402 Gerfaut 1A, un piccolo e inconsueto monoreattore con ala a delta, che superò Mach 1 nell'agosto 1954, e sviluppandole successivamente attraverso i S.O. Trident 1 e Trident 2, lo S.E 212 Durandal, il Dassault Mirage e il Nord 1500 Griffon a propulsione mista (turboreattore + statoreattore) che fu il primo velivolo europeo a superare, nel 1959, la velocità di Mach 2.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:01 pm

    Concorde Mkregriffonf01ha9
    Questa somma di esperienze fece si che, verso la fine degli anni '50, il vola supersonico fosse una realtà ormai acquisita ed operante, almeno nel campo militare, in Francia con il Super Mystere B 2 e poi con la famiglia dei Mirage III e IV e in Gran Bretagna con il Lightning.
    E' quindi logico che nella mente dei progettisti delle due nazioni cominciasse a farsi strada l'idea che il successivo passo avanti nella tecnica aeronautica doveva essere l'estensione del volo supersonico anche al settore del trasporto commerciale.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:03 pm

    Questa idea cominciò a concretizzarsi nel 1956, allorchè il governo inglese varò un programma di ricerche per esaminare la fattibilità tecnica ed economica di una prima generazione di velivoli da trasporto supersonici.
    Il 5 novembre 1956 si riunì per la prima volta il Supersonic Transport Advisory Committee (ST AC), un comitato composto da 28 esperti provenienti dalle nove principali case costruttrici di aeroplani, dalle quattro ditte produttrici di propulsori, dalle aerolinee BEA e BOAC, dai principali enti governativi di ricerca (Royal Aircraft Establishment, National Gas Turbines Establishment ed Aircraft Research Association), dal Registro Aeronautico britannico e dai Ministeri delle Forniture, dei Trasporti e dell' Aviazione Civile, sotto la presidenza di Morien Morgan, noto esperto di aerodinamica.
    I lavori del comitato si protrassero per oltre due anni, con un costo di oltre 700.000 sterline, esaminando tutti gli aspetti economici, tecnici ed operativi dell'eventuale realizzazione di un aeromobile di linea supersonico e si conclusero con la redazione di un rapporto finale che, confermandone la fattibilità, proponeva la realizzazione di due tipi base: un velivolo a medio raggio da Mach 1,2 ed uno a lunga autonomia da Mach 1,8.
    Nel contesto dell'attività dello STAC ebbero fondamentale importanza gli studi, condotti in galleria del vento mediante oltre 300 modelli, sulla pianta e sul profilo alare, che dimostrarono come l'ala a delta sottile a profilo ogivale fosse la più adatta per velocità tra 1,8 e oltre 2 Mach.
    Per studiare concretamente il comportamente di un'ala di questo tipo, sopratutto alle basse velocità di volo, il Ministero delle Forniture commissionò alla Handley Page la realizzazione di un velivolo sperimentale, lo HP U5, che compì il primo volo il 17 agosto 1961, mentre la Bristol Aircraft e la Hawker Siddeley furono incaricate di approfondire gli studi per definire il più vantaggioso rapporto ala-fusoliera, scegliendo fra un'ala spessa integrata alla fusoliera ed un'ala più sottile, accoppiata ad una cellula di maggiori dimensioni.
    Quest'ultima fu la soluzione prescelta infine dalla Bristol per il suo progetto Type 198, un velivolo da Mach 2 interamente in lega d'alluminio, propulso da sei esemplari del già esistente motore Olympus installati in gondole subalari.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:03 pm

    Contemporaneamente la stessa Bristol sviluppò in progetto alternativo (Type 213) per un velivolo da Mach 3, costruito in acciaio e titanio.
    Ben presto però ci si rese conto che i tempi e i costi di sviluppo di un aereo da Mach 3 rischiavano di divenire proibitivi, trattandosi di un campo di velocità del tutto nuovo e inesplorato e gli sforzi vennero concentrati solo sul relativamente meno sofisticato tipo bisonico.
    Anche quest'ultimo, però, presentava dei problemi, soprattutto per il peso eccessivo e per i sei motori, che con il loro enorme consumo, ne compromettevano l'economicità; di conseguenza i progettisti della Bristol, nel frattempo confluita nella British Aircraft Corporation, svilupparona un modello di dimensioni ridotte e spinto da soli quattro Olympus, il BAC Type 223.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:05 pm

    Anche sull'altra sponda della Manica, frattanto, ci si era mossi nella stessa direzione.
    Fin dal 1957 il Governo francese rivolse alle tre principali case costruttrici nazionali, cioè la Sud Aviation, la Marcel Dassault e la Nord Aviation, l'invito a redigere dei progetti preliminari per un super-sonico commerciale, sulla base di specifiche suggerite dalla Compagnia di bandiera.
    Gli studi da parte francese si svilupparono in modo singolarmente analogo a quelli di parte britannica. Mentre la Nord Aviation, infatti, si orientava verso un velivolo da Mach 3, che non andò oltre il progetto preliminare, la Sud Aviation, in collaborazione con la Dassault, elaborò il disegno di un aeromobile quadrimotore da Mach 2,2, caratterizzato da una capienza di 76 posti, un peso massimo al decollo di 77 tonnellate e un'autonomia di 4.500 Km.
    Gli studi congiunti delle due ditte si concretizzarono in un modello, presentato al pubblico per la prima volta in occasione del Salone Internazionale dell' Aeronautica di Parigi del 1961.
    Battezzato Super Caravelle, in onore del noto bireattore che si apprestava allora a diventare il maggior
    successo commerciale dell'industria francese, il modello esposto nello stand Sud Aviation al Bourget si presentava notevolmente simile al progetto inglese per la forma della fusoliera, il numero e la disposizione dei motori, di tipo ancora da stabilire e, soprattutto, per la pianta alare della tipica forma ogivale a "calice di champagne" che caratterizza anche il Concorde.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:06 pm

    In sostanza, quindi, i due teams di progettisti, quello francese guidato da Pierre Satre e Lucien Sevanty e quello inglese, sotto la direzione di Archibald Russel e William Strang, affrontando indipendentemente l'uno dall'altro il medesimo problema tecnico, erano pervenuti a scelte e soluzioni in tutto analoghe.
    Rientrava perciò nella logica delle cose che i due progetti, anzichè affrontarsi in una deleteria concorrenza, si fondessero, al fine di unificare gli sforzi e i mezzi a disposizione, tanto più che una delle condizioni poste dal Governo inglese per l'erogazione dei finanziamenti necessari al proseguimento del progetto era che venissero esplorate le possibilità di una cooperazione con l'industria aeronautica di altri paesi, in particolare gli U.S.A., la Germania e la Francia.
    Caduta ben presto la possibilità di accordo con l'industria tedesca, appena rinata dalle rovine della guerra e non interessata al progetto, e con gli Stati Uniti, che intendevano sviluppare autonomamente un proprio supersonico su differenti basi, la Francia rimaneva il più logico e naturale partner di quello che sarebbe divenuto il più vasto, complesso e ambizioso programma di cooperazione industriale mai fino ad allora affrontato da due paesi.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:07 pm

    Il Progetto
    L'accordo siglato a Lancaster House fra i due governi nel novembre del 1962 generò una miriade di problemi, alcuni previsti, altri no.
    Per dare pratica attuazione alla cooperazione fra i due firmatari, dal punto di vista sia industriale che amministrativo, non si trattava solo di unificare i due progetti e di procedere ad una suddivisione del lavoro soddisfacente per entrambi i contraenti, ma anche e soprattutto di risolvere i problemi pratici derivanti dalle non sempre convergenti vedute dei rispettivi governi nazionali, dalla diversità di lingua, da differenti monete e sistemi di misura, da due centri di progettazione, collaudo e produzione distanti tra loro più di mille chilometri e separati da una frontiera non esclusivamente politica ma anche fisica, come la Manica.
    Con il progredire dei lavori si aggiunse anche la difficoltà di coordinamento dei rapporti con i circa 800 fornitori e subcontraenti.
    Tutti questi problemi vennero comunque gradualmente e felicemente risolti grazie alla comune volontà di collaborazione e ad una rigorosa organizzazione del management.
    Il principale organo di coordinamento, a livello governativo, era ed è tuttora il Concorde Directing Committee (CDC) composto da alti funzionari ministeriali dei due paesi ed incaricato della supervisione globale dell'intero progetto e di riferirne ai rispettivi governi.
    Gerarchicamente subordinato al CDC e il Concorde Management Board (CMB), responsabile del coordinamento concreto delle singole fasi del progetto e anch'esso costituito da funzionari ministeriali.
    La presidenza di entrambi questi organismi è affidata a turno a un inglese o ad un francese ed al CMB fanno capo due Comitati dei Direttori, uno per la cellula ed uno per i motori, di cui fanno parte i più alti dirigenti delle ditte costruttrici interessate.
    Come abbiamo visto, i due singoli progetti nazionali, pur se molto simili quanto a configurazione aerodinamica, impianto propulsivo e velocità prevista, differivano nell'autonomia e nella capacita di carico.
    Mentre i francesi, influenzati dal successo del Caravelle, puntavano su un aeromobile per medie distanze da 70/80 posti, gli inglesi erano orientati verso una formula a grande autonomia, con carico pagante intorno ai 125 passeggeri.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:08 pm

    All'atto della firma dell'accordo preliminare era quindi ancora previsto lo sviluppo di due versioni di un medesimo tipo base, uno a medio e uno a lungo raggio.
    Il primo passo verso l'unificazione, dettato da motivi di economia e dall'esito dei primi sondaggi di mercato presso le aviolinee, consistette appunto nell'abbandono della versione a corto raggio, per concentrarsi solo sul tipo intercontinentale, da circa 100 posti.
    Senza particolari problemi fu invece la scelta dei propulsori, in quanto una versione avanzata del turbogetto Olympus 593, già da tempo prodotto dalla Bristol Siddeley, poi confluita nella Rolls Royce, venne unanimamente prescelta come la più adatta.
    La ripartizione non solo del lavoro, ma anche delle responsabilità e delle spese, venne effettuata fra i due partners su un piano di assoluta uguaglianza, seguendo rigorosamente la formula del 50% ciascuno.
    Dal momento che il motore, già esistente, era un prodotto totalmente inglese, alla francese SNECMA venne affidata la realizzazione del post-bruciatore, dell'ugello di uscita a superficie variabile e degli inversori di spinta, per un valore pari al 40% dell’intero complesso propulsivo.
    Di conseguenza alla Sud Aviation fu attribuita la responsabilità del 60% della cellula (parte centrale della fusoliera e ali), mentre alla B.A.C. spettò il restante 40% (sezione frontale della fusoliera con la cabina di pilotaggio e il "muso" mobile, sezione di coda con gli impennaggi e gondole- motori).
    Così pure, essendo assegnata alle francesi Messier e Hispano-Suiza la realizzazione dei carrelli, l'industria inglese si vide assegnare una maggiore quota degli impianti e sistemi di bordo.
    Sempre in omaggio al principio dell'uguaglianza, venne prevista fin dall'inizio l'esistenza di due distinte catene di montaggio, quella francese presso gli stabilimenti Sud Aviation di Tolosa e quella inglese presso la B.A.C., Bristol Division, di Filton.
    All'atto dell'avvio del programma comune i costi di sviluppo erano stimati in circa 150-170 milioni di sterline, con il primo volo del prototipo previsto per l'inizio del 1968; entrambe queste previsioni erano
    però destinate, come vedremo, ad essere clamorosamente smentite dai fatti.
    Il nome della nuova macchina, Concorde, fu suggerito da un ragazzo di 18 anni, figlio del Direttore Vendite della B.A.C. e, per alcuni anni costituì una piccola nube nei rapporti fra le due nazioni.
    Pomo della discordia fu la grafia del nome Concord all'inglese o Concorde al francese?
    Per dirimere la questione si dovette arrivare al "roll-out" del primo prototipo, allorchè gli inglesi con molto fair play, accettarono ufficialmente e definitivamente la denominazione Concorde con la "e" finale.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:12 pm

    Esaurita la fase dell'organizzazione preliminare, l'anno 1963 vide l'inizio della costruzione di alcuni componenti strutturali per prove statiche, affiancata da una serie di colloqui con le principali aviolinee mondiali per sondarne le impressioni nei confronti del supersonico.
    La necessità di collaudare in volo, in tutte le gamme di velocità, la tipica ala a delta composito studiata per il Concorde portò anche alla realizzazione di un apposito apparecchio sperimentale.
    A questo scopo venne utilizzato il già esistente Fairey FD 2 che, ricostruito con una nuova ala, nuove superfici di controllo, un diverso carrello, una fusoli era allungata e ribattezzato B.A.C. Type 221, volo a Filton il 10 maggio 1964 e svolse un intenso ed utilissimo ciclo di collaudi, complementari a quelli compiuti con lo HP. 115.
    Concorde I371276_ConcordeF8
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:13 pm

    La fiducia riposta dai costruttori nel progetto Concorde trovo la prima conferma commerciale il 3 giugno 1963, con la sottoscrizione da parte dell'aviolinea statunitense Pan American di un'opzione per sei velivoli, successivamente portata ad otto esemplari.
    Poco dopo anche le due compagnie di bandiera Air France e B.O.A.C., che fino a quel momento
    non avevano mostrato eccessivo entusiasmo per il supersonico, furono indotte dalle pressioni dei rispettivi governi a riservare a loro volta opzioni per otto esemplari ciascuna.
    Altre opzioni si aggiunsero l'anno successivo da parte di importanti compagnie aeree, fra cui gli altri colossi americani T.W.A ed Eastern, fino a raggiungere un totale di 37.
    Nel frattempo, sulla base dei requisiti espressi dai potenziali clienti, il progetto subiva una prima importante variazione, annunciata ufficialmente al congresso del comitato tecnico della I.A.T.A. tenutosi a Beirut: i prototipi del Concorde avrebbero avuto una superficie alare maggiorata e una fusoliera allungata rispetto ai piani originali, capace di ospitare 118 passeggeri.
    Anche i lavori di sviluppo del motore procedevano soddisfacentemente e nel luglio 1964 cominciò a girare per le prime prove al banco la versione D (= Derivative) dell'Olympus 593.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:14 pm

    Concorde Mkreolympus593f2sr7
    Prima che l'anno finisse, però, il programma Concorde dovette affrontare la prima grave crisi della sua travagliata storia, che ne mise seriamente in forse la stessa sopravvivenza.
    Il nuovo governo laburista inglese, succeduto a quello conservatore nell'ottobre 1964, di fronte all'incessante aumento nei costi di sviluppo, che già allora avevano superato i 275 milioni di sterline, reclamò infatti una revisione generale dell'intero programma Concorde, ventilando anche la possibilità di un suo abbandono.
    La Francia, tuttavia, spinta soprattutto da motivi di prestigio dettati dalla politica di "grandeur" gollista, era ben lontana dall'intenzione di abbandonare la via intrapresa e reagì immediatamente, invocando il rispetto dell'accordo di Lancaster House, che non prevedeva alcuna facoltà di recesso per i contraenti e minacciando, in caso di inadempimento britannico, il ricorso alla Corta Internazionale di Giustizia dell'Aja. La decisa reazione francese, unitamente alle preoccupazioni per i riflessi negativi sull'industria aerospaziale britannica che si era già vista cancellare importanti programmi come il B.A.C. TSR 2 e lo H.S. 681, indussero infine il governo inglese a rivedere il proprio atteggiamento e ad assicurare il suo appoggio al programma Concorde, che potè cosi proseguire regolarmente con il taglio delle lamiere per la costruzione del primo prototipo nell'aprile 1965.
    Fu seguito poi dal montaggio dei primi sub-componenti strutturali nell’ottobre e dall'inizio dell'assemblaggio del prototipo francese 001 a Tolosa nell'aprile dell'anno successivo e del secondo prototipo 002 a Filton nell'agosto seguente, mentre veniva annunciata una versione ingrandita del Concorde, capace di 130 posti, sul cui standard sarebbero stati realizzati i due velivoli di preserie.
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    Messaggio  Staff Mer Ott 01, 2008 10:16 pm

    Di pari passo procedeva intanto lo sviluppo del propulsore, con la realizzazione dell'Olympus 593B (= Big) che, rispetto alla precedente versione sperimentale D, presentava un nuovo compressore e una turbina di maggiore diametro, erogando una spinta maggiorata del 12%, resasi necessaria a seguito del maggior carico commerciale previsto.
    Dopo aver compiuto le prime prove al banco a Bristol nel novembre 1965, terzo anniversario della firma dell'accordo di collaborazione, un esemplare del 593B venne installato per le prove in volo in un'apposita gondola applicata ad un bombardiere Vulcan della R.A.F., che iniziò la serie dei collaudi nel settembre 1966 e servi poi come banco-prova volante per tutto il programma di sviluppo del motore.

    Concorde I371281_ConcordeF10
    L'anno successivo fu uno dei più significativi nella storia del progetto Concorde, vedendo la presentazione al pubblico di un simulacro al vero del velivolo al Salone di Parigi, mentre le opzioni di acquisto raggiungevano la cifra di 74 da parte di sedici aerolinee di tutto il mondo, fra cui Lufthansa, Japan Airlines, Qantas, M.E.A., Sabena e le americane Braniff, Continental, American e United.
    L'11 dicembre 1967, il primo, atteso traguardo fu finalmente raggiunto: di fronte a centinaia di invitati e a tutte le maestranze della Sud Aviation il primo prototipo 001, immatricolato F- WTSS, lasciò la catena di montaggio di Tolosa per il "roll-out" ufficiale.
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    Messaggio  Staff Gio Ott 02, 2008 11:06 pm

    Il Concorde era ormai una realtà tangibile, tuttavia, proprio quando tutto sembrava andare a gonfie vele per il progetto anglo-francese, le prime nubi cominciarono ad addensarsi sul suo futuro:
    i costi di sviluppo che continuavano a salire in una spirale inarrestabile iniziavano a far dubitare che le vendite del velivolo avrebbero mai permesso di ripagare le spese sostenute; gli americani, punti sul vivo dalla sfida europea, avevano prontamente replicato con il progetto Boeing 2707 SST, un velivolo da Mach 3 con maggiore capacità di carico e autonomia nettamente superiore, che in breve tempo era destinato a raccogliere un ben più considerevole numero di opzioni;
    parecchie compagnie aeree, fra cui anche l'Alitalia, si erano chiaramente pronunciate in senso sfavorevole al Concorde, giudicato non economico per i suoi limiti di carico pagante e autonomia, preferendogli il progettato supersonico americano.
    Una potenziale minaccia commerciale veniva anche dall'Est, con la realizzazione del Tupolev TU-144, che le scarse notizie provenienti dall'U.R.S.S. davano ormai come pronto ad iniziare i collaudi in volo.
    A tutto ciò si aggiungeva un notevole ritardo sui piani inizialmente formulati, che fece saltare l'ottimistica previsione di veder volare il primo prototipo a fine febbraio 1968 e il secondo entro l'estate.

    In realtà fu solo nel marzo di quell'anno che lo 001 potè iniziare le prime prove a terra dei motori, seguite a partire dall'agosto da prove di rullaggio sui piazzali e sulle piste dell'aeroporto di Tolosa-Blagnac.
    Concorde I371696_ConcordeF11
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    Messaggio  Staff Gio Ott 02, 2008 11:08 pm

    Il 12 settembre la festosa cerimonia del roll-out si ripeteva a Filton per il prototipo inglese 002 (G-BSST), salutato da una grande folla entusiasta.
    Concorde I371697_ConcordeF12
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    Messaggio  Staff Gio Ott 02, 2008 11:09 pm

    Prove e Collaudi
    Il battesimo dell'aria dei due prototipi concluse la fase di progettazione vera e propria, ma non certo il programma di sviluppo del Concorde, che proseguì con una serie di collaudi e ricerche destinate a farne il velivolo commerciale più a lungo e più intensamente collaudato nella storia dell'aeronautica civile e miranti, in particolare, a tre precisi obbiettivi:
    studiare la reazione della cellula al calore derivante dai lunghi voli a velocità supersonica;
    determinare gli standard ed i relativi limiti di prestazioni della macchina e dei suoi sistemi;
    analizzare le capacità dell'aereo in funzione dell'attività commerciale prevista.
    Il programma di collaudi del Concorde venne convenzionalmente diviso in otto fasi, così distinte:
    - Fase zero: prove a terra dei motori e degli impianti e rullaggi.
    - Fase 1: primo volo del prototipo e collaudi in volo a bassa velocità.
    - Fase 2: proseguimento dei collaudi a velocità subsonica da parte di entrambi i prototipi.
    - Fase 3: prove di volo supersonico fino al limite teorico previsto di Mach 1,25, limite reso necessario dalla mancata installazione del sistema di controllo automatico delle prese d'aria.
    - Fase 4: ulteriori collaudi a velocità supersonica, fino alla soglia di Mach 2.
    - Fase 5: prove di volo alla velocità di crociera di Mach 2, per ottenere dati sull'autonomia e sul carico pagante in condizioni operative.
    - Fase 6: esperimenti di manovrabilità a bassa velocità e alti angoli di attacco e valutazione delle caratteristiche di volo.
    - Fase 7: prove di tutti gli equipaggiamenti e dei sistemi di radionavigazione.
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    Messaggio  Staff Gio Ott 02, 2008 11:11 pm

    Già le fasi 1 e 2, svolte a velocità subsonica, permisero di rilevare ed eliminare alcuni inconvenienti di minore conto, come una eccessiva vibrazione laterale del muso in posizione abbassata, cui si rimediò con una modifica alle guide di scorrimento,
    il difettoso funzionamento del paracadute-freno, corretto con una modifica del sistema di apertura,
    e un errore di progettazione nei radio-altimetri.
    Venne inoltre riscontrata la necessità di un allungamento di circa 10 cm delle gambe del carrello, realizzato sugli esemplari di serie, per risolvere alcuni problemi dovuti alla scarsa visibilità della pista dalla cabina nella delicata fase di atterraggio ed evitare di toccare la pista con il cono di coda.
    Mentre il Concorde 001 superava la barriera del suono e proseguiva gli esperimenti nel campo delle velocità transoniche, raggiungendo gradatamente una velocità massima di Mach 1,56, superiore al limite teoricamente previsto, il suo gemello inglese 002 era stato messo a terra per apportare le modifiche necessarie al raggiungimento delle velocità altamente supersoniche previste dalla fase 4.
    Le modifiche consistevano principalmente nel completamento del sistema di controllo automatico delle prese d'aria a superficie variabile e, soprattutto, nell'installazione dei nuovi motori Olympus 593-2B con una spinta di 14.755 Kg. con postbruciatore.
    Lo 002 riprese i collaudi nei primi mesi del 1970 e il 25 marzo superò a sua volta il fatidico muro del suono.
    Nel frattempo il 31 gennaio lo 001 aveva completato la fase 3 (collaudi transonici) con un totale
    di 106 ore e 52 minuti di volo ed era anch'esso rientrato in fabbrica per ricevere le modifiche già apportate al prototipo inglese,nonchè la versione 3B del propulsore Olympus, con una spinta massima di 15.700 Kg. con post-combustione, in grado di far raggiungere al velivolo i 2 Mach in volo continuo.
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    Messaggio  Staff Gio Ott 02, 2008 11:11 pm

    Nella tarda estate anche sul Concorde 002 venne effettuata l'installazione degli Olympus 3B, così che entrambi i prototipi poterono affrontare contemporaneamente i collaudi della fase 5, raggiungendo per la prima volta Mach 2 a pochi giorni di distanza uno dall'altro nel mese di novembre.
    A fine gennaio 1971 i due prototipi avevano accumulato complessivamente oltre 100 voli a velocità supersonica ed erano stati ripetutamente portati in volo anche da piloti delle aerolinee clienti.
    La fiducia dei due partners nel futuro del Concorde trovò a questo punto ulteriore conferma nell'autorizzazione data dalle autorità governative alla B.A.C. ed alla Aerospatiale (nella quale era intanto confluita la Sud Aviation) per la produzione dei primi dieci esemplari di serie e per l'approvvigionamento dei materiali per altre sei unità.
    Lo stesso Presidente francese Pompidou diede il proprio autorevole contributo pubblicitario con un primo volo sul Concorde il 7 maggio e, nel successivo dicembre, utilizzando il supersonico europeo per incontrare alle Azzorre il Presidente americano Nixon che, pochi mesi prima, aveva dovuto sancire l'abbandono del supersonico statunitense per l'ostilità del Congresso al costoso progetto.
    Il programma di collaudi in volo si sviluppava intanto con voli a lungo raggio, come il primo collegamento intercontinentale Parigi-Dakar in 2 ore e 7 minuti il 25 maggio, in occasione del Salone, un giro di presentazione di 15 giorni nell' America Meridionale in settembre e un volo di 45.000 miglia in Medio ed Estremo Oriente e Australia nel giugno dell'anno successivo.
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    Messaggio  Staff Gio Ott 02, 2008 11:12 pm

    Concorde Mkregaxdn1ip6
    Nel frattempo un nuovo esemplare del Concorde si era aggiunto ai primi due:
    il velivolo di preserie 01 (G-AXDN), costruito dalla B.A.C., che compì il tradizionale primo volo da Filton a Fairford il 17 dicembre 1971.
    Questo esemplare presentava, rispetto ai prototipi, importanti modifiche che lo rendevano più rappresentativo della versione definitiva:
    maggior vetratura della cabina di pilotaggio per migliorare la visibilità durante il volo supersonico,
    ala modificata, fusoliera allungata a 58 metri, maggior capacità di carburante per garantire l'autonomia sufficiente a compiere senza scalo la tratta Parigi-New York, peso totale al decollo aumentato a 161.935 Kg., motori olympus 593-4.
    Alcuni mesi dopo, lo 001 ricevette le ultime, definitive modifiche con l'installazione di motori della versione 593 Mk 602 da 17.100 Kg./s con nuova camera di combustione anulare per diminuire l'emissione di fumo e degli ugelli di scarico di serie, denominati TRA (Thrust Reverser Aft), in grado di ridurre notevolmente il rumore, oltre a fungere da inversori di spinta.
    Su questo standard definitivo venne fin dall'inizio completato l'esemplare di preserie francese 02 (F-WTSA), portato in volo il 10 gennaio 1973, che presentava inoltre un cono di coda di maggiore lunghezza, per migliorare il coefficiente di penetrazione aerodinamica ed aumentare ulteriormente le riserve di carburante.


    L'anno appena concluso aveva portato positive novità sui piano commerciale per il Concorde.
    Ai primi ordini fermi posti simultaneamente il 28 luglio 1972 dalla B.O.A.C. per cinque velivoli e dall' Air France per quattro si erano infatti aggiunti un accordo preliminare sottoscritto il 24 luglio dal governo della Repubblica Popolare Cinese per l'acquisto di due Concorde, successivamente aumentati a tre, e, il 5 ottobre, un analogo contratto con l'Iranair per due esemplari, con opzione su un terzo.
    Di conseguenza, i governi francese e inglese diedero la loro approvazione per la produzione di altri 6 esemplari di serie e per l'approvvigionamento dei primi materiali necessari per altre 6 unità, dal n. 17 al n. 22.
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    Messaggio  Staff Dom Ott 05, 2008 1:46 pm

    Nubi all’orizzonte
    Il nuovo anno si aprì invece con prospettive molto meno rosee:
    alla scadenza del 31 gennaio 1973 la Pan American annunciò ufficialmente che non avrebbe esercitato il suo diritto di opzione sugli otto esemplari prenotati, seguita a ruota dalla T.W.A., che rinunciò alle sue sei opzioni, pur lasciando la porta aperta ad ulteriori discussioni e proposte dei costruttori.
    La motivazione addotta dalla Pan American per giustificare la rinuncia fu che il Concorde non appariva soddisfare le future esigenze della Compagnia in quanto, pur avendo dimostrato di essere in grado di operare servizi di linea a velocità supersonica, offriva una minore autonomia, minor carico pagante e costi operativi notevolmente superiori a quelli della nuova generazione di aviogetti "wide body' ed avrebbe di conseguenza richiesto tariffe sensibilmente maggiorate per poter operare economicamente.
    Il rifiuto dei due big americani fu un duro colpo per i costruttori e per la prima volta Sir George Edwards, direttore della B.A.C., pur riaffermando la propria fiducia nel Concorde, avanzò la proposta, poi non attuata, di rallentare sostanzialmente il ritmo di sviluppo del velivolo e di mantenere in vita una sola linea di produzione, almeno finche le vendite non raggiungessero un livello tale da giustificare due catene di montaggio.
    Purtroppo le rinunce di Pan-Am e T.W.A. erano destinate ad essere solo le prime di una lunga serie:
    man mano che le varie opzioni venivano a scadenza gli abbandoni si susseguivano puntualmente, fino ad assumere l'aspetto di una fuga in massa verso la fine del 1973, quando l'esplodere della crisi energetica mondiale e la conseguente impennata nei costi dei prodotti petroliferi rese evidente che l'esercizio commerciale del Concorde sarebbe divenuto ancora più oneroso di quanto già preventivato.
    Le disavventure commerciali non ebbero comunque ripercussioni sul programma di collaudi , che si sviluppò regolarmente per tutto il1973 attraverso le fasi 6 e 7 con esperienze in clima caldo e atmosfera rarefatta sugli aeroporti sudafricani di Johannesburg e Capetown e successivamente sulla base spagnola di Torrejon e con prove in clima artico in Islanda e Alaska.


    Ultima modifica di Staff il Dom Ott 05, 2008 1:52 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Staff Dom Ott 05, 2008 1:52 pm

    Concorde I372568_ConcordeF14
    In giugno il Concorde 001 venne anche utilizzato per un importante esperimento scientifico in occasione dell'eclisse solare, con un volo supersonico da Las Palmas a Fort Lamy che permise a un folto gruppo di scienziati a bordo di osservare l 'importante fenomeno astronomico per circa 80 minuti, contro i pochi minuti di osservazione consentiti dalle stazioni a terra.
    Il 18 settembre l'esemplare di preserie 02 effettuò la prima visita di un supersonico civile negli Stati Uniti, atterrando a Dallas Fort Worth in occasione della cerimonia di apertura del nuovo aeroscalo e nel volo di ritorno da Washington a Orly stabilì il nuovo record di velocità su questa rotta con un tempo di volo di 3 ore e 33 minuti, contro le 3 ore e 39 minuti del precedente primato, detenuto da un bombardiere B-58 Hustler dell'U.S.A.F.

    Il 19 ottobre il primo prototipo 001, ultimato il programma di collaudi cui era destinato, venne definitivamente messo a terra dopo 397 voli nel corso dei quali aveva volato per 812 ore, 255 delle quali a velocità supersonica, e trasferito sull'aeroporto parigino di Le Bourget, dove tuttora si trova a disposizione del Musee de l' Air.
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    Messaggio  Staff Dom Ott 05, 2008 1:55 pm

    Concorde I372569_ConcordeF15
    IL CONCORDE DIVENTA OPERATIVO
    Il "pensionamento" del prototipo segnò idealmente la fine della fase più propriamente sperimentale del programma di sviluppo del Concorde e l'avvio di una nuova fase di esperienze operative, cui presero parte anche i primi due esemplari di serie, il 201 (F-WTSB) che compi il primo volo a Tolosa il 6 dicembre 1973 raggiungendo Mach 1,57, e il 202 (G-BBDG) che volò a Filton il 13 febbraio 1974,
    entrambi dotati dei motori Olympus 593-602 da 17.111 Kg./sp.
    Se, fino a quel momento, il programma di collaudi aveva mirato a dimostrare che il Concorde era perfettamente a punto e in grado di mantenere tutte le promesse sul piano tecnico, la nuova fase che si apriva all'inizio del 1974 doveva provare che il supersonico anglo-francese sapeva adattarsi alle esigenze di servizio regolare degli utilizzatori e alle normali procedure di circolazione aerea.
    Per rispondere concretamente a questa esigenza e raccogliere dati precisi sui tempi di volo, i consumi e le riserve di carburante, venne concepito un programma di voli a lunga distanza in condizioni di esercizio del tutto analoghe a quella di un normale volo commerciale, con rigoroso rispetto degli orari e delle norme internazionali di navigazione aerea, con a bordo passeggeri, sia pure non paganti, e con equipaggi misti comprendenti, oltre ai collaudatori delle case costruttrici, piloti delle compagnie clienti e degli organismi ufficiali di certificazione.
    Anche gli itinerari di questi voli vennero scelti in funzione delle rotte sulle quali si prevedeva di mettere in servizio il Concorde.
    Cosi, fra maggio e giugno l'esemplare 02 effettuò una serie di cinque voli di andata e ritorno fra Parigi e Rio de Janeiro, con scalo a Dakar, realizzando quello che il presidente dell' Aerospatiale definì
    "un successo totale".
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    Messaggio  Staff Dom Ott 05, 2008 1:55 pm

    Concorde Mkreconcordef17wp2
    Seguirono poi voli a Boston, a Bahrain ed altri aeroporti della penisola araba, a Teheran, a Singapore, a Gander e in numerose città delle tre Americhe, dimostrando un eccellente standard di regolarità e di compatibilità con le normali procedure di controllo del traffico aereo e di handling aeroportuale.
    Prove di misurazione del rumore nelle fasi di decollo e atterraggio e di controllo degli effetti del "bang" sonico vennero compiute a Casablanca e ulteriori prove in clima tropicale a Nairobi.
    Di particolare rilievo fu l'esperimento compiuto il 17 giugno 1974, allorchè un Concorde, decollato da Boston contemporaneamente alla partenza da Parigi di un Boeing 747 dell' Air France, raggiunse la capitale francese e, dopo una sosta di 1 ora e 8 minuti per rifornirsi, volò nuovamente a Boston, atterrandovi 11 minuti prima dell'arrivo del Jumbo e dimostrando concretamente la sua capacità di dimezzare i tempi di viaggio rispetto agli attuali velivoli di linea subsonici.
    Il discusso Concorde non aveva però finito di riservare sorprese e una nuova crisi di natura politica si era nel frattempo profilata.
    I laburisti inglesi, ritornati nuovamente al governo con un programma di austerità economica e decisi a tagliare ogni spesa pubblica ritenuta non indispensabile, non potevano non appuntare la propria attenzione sui programma Concorde, il cui costo totale si avvicinava ormai ai 1.000 milioni di sterline.
    Nel marzo 1974 il ministro dell' industria Antony Wedgwood Benn annunciò la sua intenzione di promuovere un pubblico dibattito sull'intero progetto, allo scopo di raccogliere tutti gli elementi di giudizio necessari per una decisione sul proseguimento o meno del programma Concorde.
    Secondo il ministro inglese era ormai evidente che i costi di sviluppo del velivolo non avrebbero mai potuto essere recuperati attraverso le vendite e che, anzi il prezzo di vendita "politico" deciso per attrarre i potenziali clienti avrebbe causato al contribuente inglese perdite variabili da 115 milioni di sterline per la programmata serie di 16 velivoli fino a 425 milioni, nell'ipotesi di una serie di 100 unità.
    Un ulteriore elemento di pessimismo venne da un rapporto redatto dalla British Airways, secondo il quale l'esercizio regolare del Concorde avrebbe comportato per la compagnia una perdita annua di 25 milioni di sterline, stimando un coefficiente di occupazione posti del 60% e tariffe maggiorante dal 10 al 20% rispetto al normale biglietto di prima classe.

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