Staff Mer Ott 01, 2008 10:08 pm
All'atto della firma dell'accordo preliminare era quindi ancora previsto lo sviluppo di due versioni di un medesimo tipo base, uno a medio e uno a lungo raggio.
Il primo passo verso l'unificazione, dettato da motivi di economia e dall'esito dei primi sondaggi di mercato presso le aviolinee, consistette appunto nell'abbandono della versione a corto raggio, per concentrarsi solo sul tipo intercontinentale, da circa 100 posti.
Senza particolari problemi fu invece la scelta dei propulsori, in quanto una versione avanzata del turbogetto Olympus 593, già da tempo prodotto dalla Bristol Siddeley, poi confluita nella Rolls Royce, venne unanimamente prescelta come la più adatta.
La ripartizione non solo del lavoro, ma anche delle responsabilità e delle spese, venne effettuata fra i due partners su un piano di assoluta uguaglianza, seguendo rigorosamente la formula del 50% ciascuno.
Dal momento che il motore, già esistente, era un prodotto totalmente inglese, alla francese SNECMA venne affidata la realizzazione del post-bruciatore, dell'ugello di uscita a superficie variabile e degli inversori di spinta, per un valore pari al 40% dell’intero complesso propulsivo.
Di conseguenza alla Sud Aviation fu attribuita la responsabilità del 60% della cellula (parte centrale della fusoliera e ali), mentre alla B.A.C. spettò il restante 40% (sezione frontale della fusoliera con la cabina di pilotaggio e il "muso" mobile, sezione di coda con gli impennaggi e gondole- motori).
Così pure, essendo assegnata alle francesi Messier e Hispano-Suiza la realizzazione dei carrelli, l'industria inglese si vide assegnare una maggiore quota degli impianti e sistemi di bordo.
Sempre in omaggio al principio dell'uguaglianza, venne prevista fin dall'inizio l'esistenza di due distinte catene di montaggio, quella francese presso gli stabilimenti Sud Aviation di Tolosa e quella inglese presso la B.A.C., Bristol Division, di Filton.
All'atto dell'avvio del programma comune i costi di sviluppo erano stimati in circa 150-170 milioni di sterline, con il primo volo del prototipo previsto per l'inizio del 1968; entrambe queste previsioni erano
però destinate, come vedremo, ad essere clamorosamente smentite dai fatti.
Il nome della nuova macchina, Concorde, fu suggerito da un ragazzo di 18 anni, figlio del Direttore Vendite della B.A.C. e, per alcuni anni costituì una piccola nube nei rapporti fra le due nazioni.
Pomo della discordia fu la grafia del nome Concord all'inglese o Concorde al francese?
Per dirimere la questione si dovette arrivare al "roll-out" del primo prototipo, allorchè gli inglesi con molto fair play, accettarono ufficialmente e definitivamente la denominazione Concorde con la "e" finale.