Buongiorno a tutti,
qualcuno di voi mi conosce già, mi chiamo Vanni e, come molti di voi, ho pochissimo tempo da dedicare a tutto quanto è al di fuori del lavoro e della famiglia.
Ciononostante aderisco all'invito del moderatore e scrivo qui due righe su di me.
Sono nato e cresciuto a Reggio Emilia, città con un retaggio aeronautico di tutto rispetto, soprattutto perchè qui si costruivano aeroplani negli anni '30 e '40.
Da bambino vivevo a poche centinaia di metri dall'aeroporto, che i reggiani allora conoscevano come "campo volo".
Forse anche per questo, io sono appassionato di volo fin da quando riesco a ricordare qualcosa di me, diciamo dai 3 anni d'età o giù di li..
Il mio primo ricordo di tipo... aviatorio, è appunto legato alla mia infanzia.
Quand'ero bimbo mio padre soleva portarmi in bicicletta, seduto sulla canna, a vedere passare i treni presso un passaggio a livello in prossimità della stazione di Reggio Emilia, dove la linea ferroviaria MI-BO costeggia il limite sud dell'aeroporto.
Questo passaggio a livello non esiste più, era situato in una zona in cui si dovevano attraversare parecchi binari paralleli dello scalo merci e della linea MI-BO e, dunque, era sovente chiuso per lunghi minuti, consentendo a chi doveva passare di... pensare lungamente ai casi propri!
Anni dopo costruirono un viadotto, tuttora esistente, per scavalcare la ferrovia e collegare le zone sud e nord della città, e molti bimbi reggiani persero un luogo di meraviglie e di lunghe ed interessanti "gite" con i loro papà.
Un giorno, mentre attendevamo il passaggio di qualche convoglio, il mio sguardo vagava alla ricerca di qualcosa di interessante da vedere.
Improvvisamente un'ombra passò sopra di noi, a coprirci per un istante, seguita dal rombo vicinissimo di un motore.
Alzai lo sguardo e vidi, a poche decine di metri sopra di noi, un aereo che a tutta velocità "picchiava" verso terra.
Poi virò secco verso destra, sempre abbassandosi, e scomparve alla vista per qualche istante.
Secondi dopo, lo rividi arrampicarsi nuovamente verso l'alto in una ripida virata, con un rumore che, seppure attutito dalla distanza, mi parve bellissimo.
Rimasi incantato a guardarlo, mi sembrava la cosa più straordinaria che avessi mai visto.
Mi venne la pelle d'oca.
Ancor'oggi, spesso gli aeroplani mi fanno quest'effetto.
Inutile dirlo, da allora ogni volta che sento un rumore in cielo, il mio sguardo sale a cercarlo.
qualcuno di voi mi conosce già, mi chiamo Vanni e, come molti di voi, ho pochissimo tempo da dedicare a tutto quanto è al di fuori del lavoro e della famiglia.
Ciononostante aderisco all'invito del moderatore e scrivo qui due righe su di me.
Sono nato e cresciuto a Reggio Emilia, città con un retaggio aeronautico di tutto rispetto, soprattutto perchè qui si costruivano aeroplani negli anni '30 e '40.
Da bambino vivevo a poche centinaia di metri dall'aeroporto, che i reggiani allora conoscevano come "campo volo".
Forse anche per questo, io sono appassionato di volo fin da quando riesco a ricordare qualcosa di me, diciamo dai 3 anni d'età o giù di li..
Il mio primo ricordo di tipo... aviatorio, è appunto legato alla mia infanzia.
Quand'ero bimbo mio padre soleva portarmi in bicicletta, seduto sulla canna, a vedere passare i treni presso un passaggio a livello in prossimità della stazione di Reggio Emilia, dove la linea ferroviaria MI-BO costeggia il limite sud dell'aeroporto.
Questo passaggio a livello non esiste più, era situato in una zona in cui si dovevano attraversare parecchi binari paralleli dello scalo merci e della linea MI-BO e, dunque, era sovente chiuso per lunghi minuti, consentendo a chi doveva passare di... pensare lungamente ai casi propri!
Anni dopo costruirono un viadotto, tuttora esistente, per scavalcare la ferrovia e collegare le zone sud e nord della città, e molti bimbi reggiani persero un luogo di meraviglie e di lunghe ed interessanti "gite" con i loro papà.
Un giorno, mentre attendevamo il passaggio di qualche convoglio, il mio sguardo vagava alla ricerca di qualcosa di interessante da vedere.
Improvvisamente un'ombra passò sopra di noi, a coprirci per un istante, seguita dal rombo vicinissimo di un motore.
Alzai lo sguardo e vidi, a poche decine di metri sopra di noi, un aereo che a tutta velocità "picchiava" verso terra.
Poi virò secco verso destra, sempre abbassandosi, e scomparve alla vista per qualche istante.
Secondi dopo, lo rividi arrampicarsi nuovamente verso l'alto in una ripida virata, con un rumore che, seppure attutito dalla distanza, mi parve bellissimo.
Rimasi incantato a guardarlo, mi sembrava la cosa più straordinaria che avessi mai visto.
Mi venne la pelle d'oca.
Ancor'oggi, spesso gli aeroplani mi fanno quest'effetto.
Inutile dirlo, da allora ogni volta che sento un rumore in cielo, il mio sguardo sale a cercarlo.