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    Attività dell’aeronautica dall’8-9-1943 all’agosto 1944

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    Attività dell’aeronautica dall’8-9-1943 all’agosto 1944 Empty Attività dell’aeronautica dall’8-9-1943 all’agosto 1944

    Messaggio  Fox Mer Set 22, 2010 8:49 pm

    Non possiamo dimenticare la sera dell'8 settembre.
    Sugli aeroporti era ancora viva l'attività di fine giornata;
    attività per alcuni febbrile, per altri stanca e sfiduciata:
    velivoli di ritorno dalle azioni, altri pronti a partire nella notte;
    le sorti della guerra ormai avviate all'estremo compimento, le sorti dell'Italia incamminate verso la definitiva rovina morale e materiale.
    Risuonò il proclama di Badoglio...
    I velivoli in ordine di volo decollarono, altri furono messi fuori uso.
    Da molti aeroporti, ormai sorvegliati, fuggirono, inseguiti dai colpi di mitragliatrice tedesca, macchine febbrilmente riparate, con equipaggi improvvisati, gente che non si era mai vista che non aveva mai volato insieme, ma che era accomunata dalla volontà di tener fede al giuramento prestato al Re.
    Purtroppo, per ogni velivolo evaso, molti uomini restarono a terra.
    Di questi, moltissimi, attraverso le vie più diverse, sotto i più strani travestimenti, raggiunsero in un secondo tempo il territorio liberato.

    L'atto dell'8 settembre non salvava il popolo dagli orrori della guerra, ma riscattava in tempo l'Italia prima che il delitto dell'intervento,perpetrato contro il mondo civile e contro gli stessi interessi e le stesse tradizioni della Patria fosse consumato fino in fondo, con conseguenze non calcolabili, non solo per quanto riguarda l'unità morale, ma anche per quanto riguarda l'unità fisica della Nazione.
    A mano a mano che, sfuggendo alla caccia dei nazisti, i nostri aviatori si raccoglievano su quel lembo di Penisola designato dalla sorte a estremo simbolo della Patria e punto di partenza del suo nuovo cammino verso la vita, nasceva nei loro cuori la convinzione che la vera guerra cominciava ora, e che ora come non mai la salvezza d'Italia era affidata al loro amore e al loro
    coraggio...
    L'Aeronautica iniziò subito il lavoro paziente e faticoso di riordinamento, di recupero, di riparazione.
    Il materiale disponibile fu accuratamente inventariato, furono riorganizzate le squadre tecniche, furono ricostituite e riordinate le riserve.
    E rapidamente fu dato un volto nuovo alla nuova Aeronautica.
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    Messaggio  Fox Mer Set 22, 2010 8:51 pm

    Ma fin dai primi giorni gli aviatori avevano iniziato e sostenuto combattimenti, si erano valsi delle loro macchine per collegamenti isolati con varie regioni d'Italia o con località oltremare, per ricognizioni fulminee, per trasporto di informatori o di sabotatori, e infine per lancio di manifestini e giornali in parecchie plaghe.
    Questa attività si compose via via in un modo migliore e più organico;
    vi furono molti bombardamenti in picchiata e mitragliamenti su aeroporti, su mezzi navali, su mezzi terrestri:
    vi furono combattimenti in volo, nei quali furono abbattuti aerei tedeschi, e in cui fu versato il primo sangue di questa nuova guerra:
    vi furono difficili imprese per i rifornimenti alle truppe italiane combattenti con patrioti jugoslavi:
    numerosissime furono le scorte ai convogli.
    L'Aeronautica italiana tornava a essere un'arma di guerra, e gli stessi cobelligeranti ce ne davano testimonianza...
    Verso i primi giorni di dicembre la stazione di Radio Bari iniziava le trasmissioni dedicate alla nostra modesta ma ancor pugnace e ardita aviazione, che veniva a dare in tal modo segno, oltre le linee di combattimento, della propria vitalità, monito ai nemici, appassionato grido di speranza e di fede ai fratelli lontani.
    Rimarchevole, la lettera aperta rivolta da un nostro cacciatore al Ten. Colonnello Botto, allora Sottosegretario della Aeronautica repubblicana, con cui era già stato legato da intima amicizia, e nella quale era detto fra l'altro:
    “ Qui i Reparti sono rimasti sempre compatti e fedelissimi ai capi diretti:
    i nemici di ieri non ci hanno disarmato, né ci hanno vilipeso;
    nella nostra compagine non si è verificata nessuna crisi.
    Sui nostri apparecchi abbiamo rimesso quelle coccarde bianche, rosse e verdi che seppero portarci a Vittorio Veneto.
    Le avrai viste un giorno sul cielo di Roma quelle nostre belle coccarde!
    Non permettere, Ernesto, che un giorno il travagliatissimo suolo d'Italia assista inorridito ad un combattimento fra due Italiani che guidano apparecchi dello stesso tipo, ma con diverso distintivo.
    Evita spargimento di sangue fraterno, impedisci a quelli che ti circondano di prestar la loro opera di combattenti a fianco dei conculcatori dei nostri elementari diritti di vita..”.

    In un'altra trasmissione effettuata la sera del 10 dicembre, in occasione della festa della Madonna di Loreto, era detto:
    “ Sappiano gli Italiani che moltissimi sono stati oggi gli aviatori presenti al mistico rito, celebrato su quei,campi dove un crescente numero di ali si è andato via via radunando, così da costituire un solido nerbo della nostra superstite Armata...”.
    Con i primi giorni di gennaio s'iniziavano anche, dalla stazione di Radio-Bari, le trasmissioni di notizie riguardanti l'attività operativa della Regia Aeronautica, che giungendo là dove sarebbero rimaste forse per sempre ignorate, recavano ai fratelli, di qua e di là dalle linee, un soffio purificante di fierezza e di fede...
    tratto da :
    Giornale dell'Aviatore del 10 agosto 1944

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