L’asfalto della pista scorre velocissimo sotto le ruote del mio F-104 appena atterrato.
Da domani dovrò abituarmi a velocità di atterraggio molto più basse.
Sono infatti stato trasferito alle "Frecce Tricolori".
Tiro per I'ultima volta la maniglia di estrazione del parafreno e lo "Starfighter" decelera rapidamente.
Liberando la pista all'ultimo raccordo sfilo vicino alla recinzione dell'aeroporto e non posso far a meno di pensare a quando da ragazzino venivo ad attaccarmi a quella stessa rete sognando di fare il pilota intercettore.
Quel sogno era poi diventato realtà.
L'Accademia, le scuole di volo e, incredibile, I'assegnazione proprio alla "mia base".
Ho lavorato duro nei quasi tre anni trascorsi in questo meraviglioso reparto, guadagnandomi la "combat readiness" e, recentemente, la qualifica di capo-coppia.
Poi, un bel giorno, il comandante di gruppo mi chiama nel suo ufficio:
«Dalla PAN mi hanno chiesto informazioni su di te mi dice in tono serio che ne pensi?».
«Penso che se cercano uno come me forse sono un po' a corto di alternative migliori»,
commento tra I'imbarazzato e il sorpreso per I'improvvisa opportunità che mi viene prospettata. L'idea di andare alla PAN va al di la dei miei sogni, tanto mi sembra lontana e irraggiungibile.
Ma devo dare una risposta, esprimere il mio pensiero.
Qui faccio quello che per me è già il lavoro più bello del mondo, in un ambiente di prim'ordine.