Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.


    Come alla corte di Re Artù

    White_Group
    White_Group
    M 0.3
    M 0.3


    Numero di messaggi : 387
    Data d'iscrizione : 18.09.08
    Località : Reggio Emilia

    Come alla corte di Re Artù Empty Come alla corte di Re Artù

    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:18 pm

    Assonnato ed ancora in parte addormentato,all'alba del 28 luglio 1943 ero salito sul mio Macchi 200 in posizione di primo allarme.
    Era il mio turno, per quella mattina, insieme a due sottufficiali piloti della 92a Squadriglia.
    I solerti specialisti avevano già scaldato i motori dei tre velivoli che avrebbero costituito la prima difesa contro gli attacchi dei bombardieri americani diretti verso la nostra flotta ancorata a La Spezia.
    La nostra base era sul corto campo di Sarzana.
    Il particolare non trascurabile era costituito dal fatto che normalmente (ormai quasi ogni giorno) la formazione che ci attaccava era di almeno una cinquantina di bombardieri, due "squadron".
    La squadriglia di “secondo allarme", di appoggio alla pattuglia di primo, era di nove o dieci velivoli.
    Tutta qui la "difesa aerea della piazzaforte”.
    Tralasciamo, poi, il commento relativo all’insufficienza di armamento, velocità e quota di tangengenza del nostro Macchi 200: ma questo passava il convento, visto che i superstiti Macchi 202 e qualche 205 dovevano,per forza di cose, combattere in Sicilia e Calabria.
    Ma la storia è nota.
    Seduto al posto di pilotaggio, protetto da un ombrellone dal cocente sole di luglio appena sorto,mi ero dolcemente addormentato, nonostante il fastidio costituito dal salvagente, il battellino pneumatico sotto il sedere, il paracadute e la “Marus" pesante.
    Improvvisamente il trillo del telefono, piazzato nella “tenda d'allarme" vicina agli aerei mi risvegliò.
    Giusto in tempo per vedere partire dalla torre di controllo un razzo rosso e basta, ossia:
    "decollo immediato per un solo velivolo".
    Misi in moto e, senza fare alcuna prova (erano state fatte dagli specialisti una mezz' ora prima) diedi tutta manetta e decollai.


    Ultima modifica di White_Group il Gio Nov 13, 2008 11:23 pm - modificato 1 volta.
    White_Group
    White_Group
    M 0.3
    M 0.3


    Numero di messaggi : 387
    Data d'iscrizione : 18.09.08
    Località : Reggio Emilia

    Come alla corte di Re Artù Empty Re: Come alla corte di Re Artù

    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:19 pm

    A tutto motore, in salita, mi misi in contatto radio con il carro "1.000", centro operativo collegato col radio-localizzatore "Freja" tedesco, piazzato sull'isola del Tino.
    Un aereo isolato, ad alta quota, si stava avvicinando con provenienza da sud, probabilmente verso Pisa e Livorno.
    Mi diressi verso la zona segnalata, salendo a tutto motore fino alla quota massima operativa del Macchi (circa 7.000 m), dove la manovrabilità era ancora accettabile.
    Arrivato in zona, col sole ancora relativamente basso, mi misi a girare in tondo per tentare di avvistare l'aereo segnalato.
    Di tanto in tanto il sole mi abbagliava, rendendomi il compito ancora più difficile.
    Dopo un paio di giri, un attimo prima di fare la trasmissione che avevo deciso ("qui non c'è nessuno") abbassai lo sguardo e lo vidi un paio di mila metri sotto di me.
    Era un veloce bimotore, di un tipo a me sconosciuto, ma con le coccarde rosso-blu ben visibili sulle ali.
    Feci un rovesciamento e gli piombai in testa, mentre trasmettevo a "Gloria" (il carro 1.000) il necessario messaggio.
    Il mio avversario mi vide all'ultimo momento, quando avevo già iniziato a sparare: ma era un bel pilota perchè sfuggì alla mia prima raffica con una strettissima virata a destra.
    Aveva le idee chiare sul combattimento aereo, manovrando il suo pesante bimotore quasi come un caccia.
    Mentre l'armiere dalla torretta posteriore mi indirizzava serrate raffiche con le due Browning 0,50 (altro che le nostre povere Safat!) per fortuna senza colpirmi.
    Da vicino lo riconobbi, confrontandolo con le sagomine che erano in mostra al nostro ufficio operazioni: era un "Baltimore".
    Strinsi la virata e mi ritrovai in posizione per sparare ancora.
    Dall' ala destra cominciò a perdere del carburante.
    Fece un rovesciamento a sinistra tentando di passarmi sotto: riuscii a stargli in coda, e gli indirizzai una terza raffica sui piani di coda.
    White_Group
    White_Group
    M 0.3
    M 0.3


    Numero di messaggi : 387
    Data d'iscrizione : 18.09.08
    Località : Reggio Emilia

    Come alla corte di Re Artù Empty Re: Come alla corte di Re Artù

    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:24 pm

    Avevano perduto molta quota e nella foschia sul mare improvvisamente lo persi.
    Eravamo appena fuori del porto di Livorno: girai, girai, ma non riuscii a ritrovarlo.
    Riatterrai e tornai al mio posto d'allarme, dopo aver fatto un salto all'Ufficio operazioni per stendere il rapporto sull'accaduto.
    Verso mezzogiorno terminò il mio turno: andai alla mensa a mangiare un boccone (i bombardieri quella mattina forse erano di riposo) e poi nelle nostre stanze (di legno) a tentare di fare un pò di "pennica".
    Mi ero appena addormentato che il piantone entrò senza bussare.
    «Signor tenente, il comandante Bacich la vuole subito nel suo ufficio».
    E seppi che l'equipaggio del "Baltimore" era stato recuperato, incolume, sul battellino pneumatico, da un nostro "MAS", e lo stavano trasportando all' aeroporto di Pisa.
    Bacich, generosamente, mi autorizzò ad usare il "Caproncino" del Gruppo per correre a Pisa.
    Li ritrovai, tutti e quattro (un Flight Lieutenant inglese, pilota, un secondo Flight Lieutenant canadese, navigatore, i sottufficiali armiere e marconista inglesi) fradici ed inffreddoliti, al corpo di guardia, in prigione.
    Mi precipitai dal colonnello ed ottenni per loro del vestiario asciutto.
    Poi li portai a pranzo alla mensa.
    Il pilota inglese aveva capito al volo che io ero "quello".
    Non me lo disse, ma capii che stavano facendo fotografie su Pisa, base dei nostri aerosiluranti (fu bombardata dopo qualche giorno).
    In breve, diventammo amici: con un pò di francese e qualche parola di inglese, parlammo a lungo e mi impegnai su loro richiesta di fare in modo che non fossero consegnati ai tedeschi.
    Ci lasciammo al tramonto stringendoci amichevolmente e lealmente la mano.
    Ripresi il "Caproncino" e rientrai, con un po di tristezza, a Sarzana.
    White_Group
    White_Group
    M 0.3
    M 0.3


    Numero di messaggi : 387
    Data d'iscrizione : 18.09.08
    Località : Reggio Emilia

    Come alla corte di Re Artù Empty Re: Come alla corte di Re Artù

    Messaggio  White_Group Gio Nov 13, 2008 11:24 pm

    Venticinque anni dopo, ormai pacifico pilota di linea, una notte senza una precisa ragione mi tornò in mente il tutto.
    Appena arrivato a Fiumicino, mi precipitai a telefonare per tentare di recuperare il mio vecchio valoroso avversario.
    Attraverso il nostro ufficio storico e quello della RAF in un paio di settimane, con telex e telefonate a Londra, riuscii ad avere il suo indirizzo e numero telefonico.
    Ormai per ragioni professionali masticavo l'inglese abbastanza bene e lo chiamai.
    In un primo tempo lui non capì ma poi fu felice di aver¬mi ritrovato:
    «as a brother», disse con la voce rotta dalla commozione.
    Decidemmo di incontrarci al più presto.
    E dopo un paio di settimane mi arrivò l'invito per un pranzo all’ “Officers Club" della RAF, a Piccadilly.
    Furono ore bellissime.
    I vecchi avversari, come ai tempi Re Artù, erano uno nelle braccia dell' altro, uniti in una confraternita sconosciuta a chi non ha lealmente combattuto.
    Anche le mogli parlavano come due amiche.
    La consorte inglese disse ad un certo punto: «Ma veramente erano nemici questi due ?».
    Al termine, il mio amico disse una frase che non dimenticherò:
    «Oggi qui noi non dovevamo esserci. Le premesse per cui non dovevamo essere qui c'erano tutte.
    E invece ci siamo.
    Di fronte a questo, tutte le difficoltà sono un’ inezia, confrontate con l'insperato dono della vita».

    Rivista Aeronautica 1/1998

    Contenuto sponsorizzato


    Come alla corte di Re Artù Empty Re: Come alla corte di Re Artù

    Messaggio  Contenuto sponsorizzato


      La data/ora di oggi è Mar Nov 26, 2024 5:54 pm