Il Breda 88 venne progettato nel 1937 presso la Societa Italiana Ernesto Breda di Milano, come velivolo da combattimento, in sostituzione dei superati Caproni A.P. 1 e Breda 65.
Il velivolo era un monoplano biposto ad ala alta, bimotore con impennaggi sdoppiati, di costruzione interamente metallica;
esteriormente si presentava ben proporzionato ed assai curato sotto il profilo aerodinamico.
Il prototipo, dotato di motori radiali Gnome-Rhone K14, colse nel dicembre del 1937 il primato internazionale di velocità sulla base di 1.000 km., con carico utile di 1.000 kg., alla media di 524,185 km/h.;
nello stesso mese, in un volo precedente raggiunse la media di 554,748km/h. sulla base di 100 km. e sempre con carico utile di 1.000 kg.
Trattandosi di un velivolo rappresentante una formula tecnica e militare nuova, questi brillanti risultati sembravano essere la premessa ad un notevolissimo mezzo bellico;
la messa a punta mise in luce però difetti talmente gravi da rendere praticamente impossibile l'impiego del Breda 88.
Nel 1940 la Breda e la I.M.A.M. costruirono 105 esemplari del Ba. 88, modificato rispetto al prototipo con l'adozione dei motori Piaggio P XI RC 40, la sostituzione della capottina con altra di disegno più aerodinamico e l'abolizione della torretta dorsale tipo Breda, sostituita da una mitragliatrice brandeggiabile montata su uno speciale sostegno.
All'inizio della Seconda Guerra Mondiale, il Breda 88 equipaggiava il 1° Stormo Combattimento, suddiviso nel 7° Gruppo Autonomo Combattimento, basato a Camiplia, e nel 19° Gruppo Autonomo Combattimento, basato ad Alghero.
Poco dopo l'inizio delle ostilità, i Breda 88 del 19° Gruppo compivano le prime (ed ultime) azioni belliche.
Il 16 giugno, infatti, 12 Ba. 88 attaccavano con bombe di piccolo calibro e mitragliamento gli aeroporti di Bonifacio, Portovecchio, Travo e Ghisonaccia;
il 19 giugno 9 Ba. 88 ripetevano l'azione sui campi di Ghisonaccia, Portovecchio e Bonifacio.
Ad equipaggiare lo Stormo erano piloti volontari di grande abilità, nel tentativo di rendere possibile l'impiego del velivolo, che continuava a presentare scarse prestazioni e difficile manovrabilità, nonostante si fossero tentati vari accorgimenti tendenti sopratutto a diminuire il forte carico alare, principale difetto del Ba. 88.