michele Dom Gen 18, 2009 2:52 pm
Il sig. Lello Aghito , allora marconista di bordo del B2-04, così ricorda quegli istanti:
“...È il finimondo;
il comandante Sponza riduce con freddezza la manetta per facilitare l'accostata dei gregari ed io comincio a
sparare con la mitragliatrice dorsale. Gli altri cadono uno dopo l'altro e rimaniamo quasi subito da soli ad,
affrontare tre caccia.
Il comandante comincia ad andare a coltello per i viottoli di collina, con ancora il siluro sotto la pancia, tentando disperatamente di liberarsi dei due velivoli che continuano ad inseguirci.
Io sorveglio le loro mosse ed urlo nel laringofono – a destra - , sinistra !
Per farlo uscire dal loro angolo di tiro.
Lui esegue come se pilotasse un aereo da turismo.
D'improvviso, uscendo da una virata un colle si staglia davanti:
neanche col + 200 ce la facciamo.
Allora Sponza sgancia il siluro sull'aia di un cascinale e siamo ancora, in volo oltre la cresta!
Alla fine i due caccia si arrendono e non ci inseguono più, mentre noi riusciamo a posarci sul campo di Peretola con 72 fori di mitraglia a bordo, benzina che esce ovunque e l'S.79 ridotto ad un rottame.”
Lo scontro è ormai concluso e, come ricorda oggi Mr. Frank:
“...eravamo ormai tutti sparpagliati.
L'approssimarsi del tramonto ed il poco carburante rimasto (avevamo sganciato i serbatoi ausiliari) ci fecero invertire la rotta e ritornare in Corsica, al campo di Alto, dove atterrammo dopo poco più di mezz'ora di volo. Nel rapporto dopo il combattimento avemmo molta difficoltà nell'identificare i nostri avversari.
Nessuna delle fotografie e delle silbouette a nostra disposizione sembrava coincidere con l'immagine mentale che ci eravamo fatti degli aerei attaccati poco prima, e solo oggi apprendo che tutti noi, eccetto il maj. Cbamberlain, avevamo erroneamente identificato i nostri avversari (il rapporto parla infatti
di BR.20M ).
Alcuni giorni prima avevamo avuto notizia che aero-siluranti italiani avrebbero probabilmente attaccato le nostre navi alla fonda ad Anzio, ma non avevamo sentito parlare di S.79, né sapevamo dove fossero basati.”
Nonostante le pesanti perdite subite, cinque aerei superstiti del Gruppo Buscaglia, nella notte del 10 aprile eseguirono ugualmente la missione prevista, ma di questi si salvò solo l'S.79 del cap. Bertuzzi, mentre cadde tra gli altri anche il comandante del Gruppo, cap. Carlo Faggioni, a cui venne in seguito intitolato il reparto.
JP4, luglio 1990