Alla vigilia del decisivo scontro di El Alamein, nell'estate del 1942, la situazione sul fronte dell'Africa Settentrionale sembrava volgere a favore delle forze dell'Asse.
L’offensiva di Rommel aveva riportato rapidamente le divisioni italo-tedesche in territorio egiziano e tutto faceva pensare che I'attacco decisivo verso Alessandria e Suez fosse imminente.
Anche lo schieramento delle forze aeree aveva seguito l'avanzata delle truppe di terra e si trovava attestato sulle basi avanzate ad est della Cirenaica.
Nei mesi di maggio e giugno, l'incessante e logorante attività della Regia Aeronautica aveva portato un importante contributo alla riconquista di Tobruk.
Nei due mesi successivi c'era stata una pausa di assestamento del fronte e le unità ne avevano approfittato per riprendere le forze e prepararsi all’attacco decisivo.
Uno dei reparti da caccia in forza alla V Squadra Aerea, il 2° Stormo, formato dall’ 8° e dal 13° Gruppo ed equipaggiato di Macchi C.200, in questo periodo si era dedicato quasi esclusivamente ai defatiganti compiti di protezione del porto di Tobruk e di scorta ai mezzi navali in transito da e verso la Libia.
A fine luglio erano giunti al 13° Gruppo i primi tre sparuti C.202 (del tutto insufficienti per massicce operazioni di caccia libera sul fronte) e numerosi C.200 erano stati adattati per missioni di attacco al suolo con l'installazione di travetti portabombe alari.
Il carico normalmente utilizzato era di due bombe da 50 kg.