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    Lezioni di volo (e di vita)

    michele
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    Messaggio  michele Sab Feb 28, 2009 12:35 am

    Neppure una settimana dopo la consegna della licenza di pilota privato ero pronto per volare ovunque.
    Non faccio per vantarmi ma l'esaminatore aveva detto pubblicamente che ero stato il migliore del corso.
    Ora potevo prendere il mio aeroplano e andare dove più mi piaceva.
    Il mio 172 RG non era poi tanto diverso dal 172 con cui avevo fatto tutto il corso di pilotaggio e perciò non avevo problemi a pilotarlo.
    Tranne il carrello che era retrattile.
    Ma si trattava di sollevare e abbassare una leva dopo il decollo e prima dell'atterraggio.
    Feci tirare fuori dall'hangar l'aeroplano e mi preparai al primo volo da solo con il mio RG.
    Avevo pianificato un bel viaggio da Milano a Nizza dove mi aspettavano gli amici con i quali avrei passato il week-end.
    Al ritorno, tre di loro sarebbero rientrati in aereo con me.
    Mi sentivo tranquillo dall'alto delle mie 47 ore di volo, anche se era la prima volta che andavo all'estero:
    estero per modo di dire perché ormai l'Europa per noi non è più estero.
    Di questo mio viaggio erano tutti informati, parenti e amici, e io provavo la sensazione, comune a molti piloti, di quell'inspiegabile senso di superiorità di chi può sollevarsi da terra verso chi non potrà mai farlo.
    insomma il pilota è un uomo che ha qualcosa in più, mi dicevo ora che anch'io lo ero: non dico un essere superiore, ma certo un uomo non comune.
    Il motore parti al primo colpo;
    avevo messo in moto troppo presto, prima ancora di aver completato il check interno.
    Poco male;
    non c'era l'istruttore a rompere l'anima e nessuno se ne sarebbe accorta.
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    Messaggio  michele Sab Feb 28, 2009 12:36 am

    Preparai invece ben aperta la carta VFR dove avevo segnato la rotta sul sedile
    di destra insieme al pacchetto di sigarette, alle mie caramelle preferite e alla cioccolata con dentro il caffè.
    Misi i guanti nuovi di pacca e chiesi alla torre il permesso di rullare al punto attesa. Eseguii a memoria (ho una memoria di ferro, lo dicono tutti) le prove stabilite e,quando vidi che tutto era a posto, chiesi l'autorizzazione al decollo.
    Quando scatenai sulla pista i miei 200 cavalli vi confesso che mi sentii un altro e capii cosa volesse dire il delirio di onnipotenza.
    Arrivati a 70 nodi sollevai il ruotino anteriore e...
    un gran vento invase la cabina facendo volare tutte le carte.
    Dannazione;
    la porta di destra era rimasta aperta.
    Non me l'aspettavo e rimasi per due o tre secondi senza sapere cosa fare;
    ormai ero in volo e proseguii decidendo però di fare un giro campo e ritornare subito all’atterraggio.
    E così feci,ma dimenticai di avvertire la torre e mi presentai in finale insieme a un aereo della scuola.
    Per fortuna l'istruttore, che era a bordo dell'altro aeroplano, mi vide in tempo e si allontanò con un'improvvisa virata.
    Fu un atterraggio disastroso, anche se mi consideravo il re dell'atterraggio.
    Ma ero riuscito a non far danni grazie alla mia perizia.
    Spiegai tutto alla torre ed evitai di discutere per non perdere tempo.
    Il controllore diceva che avrei dovuto dichiarare emergenza.
    Emergenza per una sciocchezza simile?
    Mi riportai all'inizio pista e ricominciai la manovra.
    Il decollo fu più lungo del consueto e quando ero già in volo mi accorsi che non avevo dato quei dieci gradi di flap richiesti.
    Meno male che l'inconveniente era capitato a me.
    Qualche altro al mio posto poteva anche farsi male decollando senza flap.
    Se proprio devo dirla tutta non avevo neppure inserito la pompa elettrica.
    Ma questo non pregiudicava il decollo.
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    Messaggio  michele Sab Feb 28, 2009 12:37 am

    Se devo proprio essere sincero non nascondo che tutto quel traffico, quella doppia partenza e il resto mi avevano un po' innervosito.
    Santo cielo, un'emergenza al primo decollo avrebbe traumatizzato chiunque.
    Ma io l'avevo superata benissimo.
    Ora ero in volo ed ero assolutamente tranquillo.
    Avevo ritirato il carrello (sia pure un po' in ritardo) ed effettuati tutti i controlli post-decollo.
    Si trattava di eseguire il volo pianificato che, la giornata essendo bellissima, non doveva destare alcuna preoccupazione.
    C'era, questo si non previsto, un gran vento, che creava una noiosa turbolenza.
    Per questo pensai di salire e mi portai a una quota di novemila piedi.
    Quando parlai con l'ente di controllo e dissi la quota, il controllore mi disse di scendere immediatamente alle quote stabilite per il VFB in quella zona.
    Avrei fatto meglio a non parlare.
    Comunque dissi che scendevo subito, ma in realtà rimasi dov'ero, certo che nessuno se ne sarebbe accorto.
    So che questo lo fanno tutti.
    Se si dovesse dar retta ai controllori non si volerebbe mai.
    Due aviogetti militari passarono velocissimi sotto il mio aeroplano.
    Visto che aveva fatto bene a stare alto?
    Il vento era veramente noioso e francamente la turbolenza cominciava a preoccuparmi.
    Non trovavo traccia dei punti di riferimento che aveva stabilito, ma non mi preoccupai più di tanto, prima o poi sarei uscito sul mare e allora, seguendo la costa, sarei andato tranquillamente verso la mia destinazione.
    Cosi fu.
    Arrivai sul mare e seguii la costa.
    E persi il contatto con Milano informazioni.
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    Messaggio  michele Sab Feb 28, 2009 12:38 am

    Facevo fatica a tenere l'aeroplano perché il vento doveva essere ancora aumentato;
    la turbolenza era cosi forte che le carte di navigazione e soprattutto la cartina di avvicinamento VFR a Nizza erano finite chissà dove.
    Provai a cercarle rischiando lo stallo.
    Alla fine ci rinunciai.
    Il guaio è che non conoscevo le frequenze della torre dell'aeroporto di Nizza.
    Ma non mi persi d'animo;
    ricordavo che era 118 e qualcosa.
    Finalmente a 118.7 qualcuno rispose.
    Rispose in un inglese impossibile, ma mi parve di capire che dovevo usare un'altra frequenza. 125.57.
    Cinquantasette?
    Non avevo mai messo questo 57.
    Dissi che non potevo mettere questa frequenza e che me ne dessero un'altra.
    Nel frattempo era arrivato quasi sulla pista, anzi sulle due piste dell'aeroporto.
    Dalla torre mi dicevano qualcosa che non riuscivo a capire:
    per il vento e la turbolenza avevo perso il microfono.
    Attraversai l'aeroporto e mi portai sottovento per la pista 05.
    La torre continuava a dire cose che non capivo e io dissi che avrei riportato in lungo finale.
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    Messaggio  michele Sab Feb 28, 2009 12:40 am

    Quello che accadde dopo lo ricordo a malapena.
    Non potevo rispondere alla torre perché avevo ben altro da fare per mantenere in volo il mio aeroplano.
    Sballottato da ogni parte mi trovai in corto finale e soltanto allora mi accorsi di non aver tirato giù il carrello.
    Lo feci che ero già sulla pista.
    Ma proprio sulla pista accadde il peggio.
    Toccai a velocità certo eccessiva e l'aereo ritornò in aria.
    Ripiombò a terra e rimase su una ruota, certo a causa del gran vento.
    L'ala destra toccò il terreno, strisciò a lungo;
    l'aeroplano girò su se stesso e fini fuori della pista.
    Le conseguenze furono catastrofiche.
    Non soltanto i danni al velivolo che fui costretta a lasciare a Nizza, ma soprattutto i
    danni che avevo procurato a tutto il sistema aeroportuale:
    due aerei di linea avevano dovuta riattaccare.
    Ora ho l'aereo sequestrato per ordine delle autorità francesi.
    Sono accusato di due mancate collisioni e di una serie impressionante di infrazioni alle regole dell'aria.
    Questo volo mi costerà un mare di soldi e chissà, addirittura il ritiro del brevetto.
    E pensare che ero stato il migliore del mio corso.

    Volare, Maggio 1995

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