Neppure una settimana dopo la consegna della licenza di pilota privato ero pronto per volare ovunque.
Non faccio per vantarmi ma l'esaminatore aveva detto pubblicamente che ero stato il migliore del corso.
Ora potevo prendere il mio aeroplano e andare dove più mi piaceva.
Il mio 172 RG non era poi tanto diverso dal 172 con cui avevo fatto tutto il corso di pilotaggio e perciò non avevo problemi a pilotarlo.
Tranne il carrello che era retrattile.
Ma si trattava di sollevare e abbassare una leva dopo il decollo e prima dell'atterraggio.
Feci tirare fuori dall'hangar l'aeroplano e mi preparai al primo volo da solo con il mio RG.
Avevo pianificato un bel viaggio da Milano a Nizza dove mi aspettavano gli amici con i quali avrei passato il week-end.
Al ritorno, tre di loro sarebbero rientrati in aereo con me.
Mi sentivo tranquillo dall'alto delle mie 47 ore di volo, anche se era la prima volta che andavo all'estero:
estero per modo di dire perché ormai l'Europa per noi non è più estero.
Di questo mio viaggio erano tutti informati, parenti e amici, e io provavo la sensazione, comune a molti piloti, di quell'inspiegabile senso di superiorità di chi può sollevarsi da terra verso chi non potrà mai farlo.
insomma il pilota è un uomo che ha qualcosa in più, mi dicevo ora che anch'io lo ero: non dico un essere superiore, ma certo un uomo non comune.
Il motore parti al primo colpo;
avevo messo in moto troppo presto, prima ancora di aver completato il check interno.
Poco male;
non c'era l'istruttore a rompere l'anima e nessuno se ne sarebbe accorta.
Non faccio per vantarmi ma l'esaminatore aveva detto pubblicamente che ero stato il migliore del corso.
Ora potevo prendere il mio aeroplano e andare dove più mi piaceva.
Il mio 172 RG non era poi tanto diverso dal 172 con cui avevo fatto tutto il corso di pilotaggio e perciò non avevo problemi a pilotarlo.
Tranne il carrello che era retrattile.
Ma si trattava di sollevare e abbassare una leva dopo il decollo e prima dell'atterraggio.
Feci tirare fuori dall'hangar l'aeroplano e mi preparai al primo volo da solo con il mio RG.
Avevo pianificato un bel viaggio da Milano a Nizza dove mi aspettavano gli amici con i quali avrei passato il week-end.
Al ritorno, tre di loro sarebbero rientrati in aereo con me.
Mi sentivo tranquillo dall'alto delle mie 47 ore di volo, anche se era la prima volta che andavo all'estero:
estero per modo di dire perché ormai l'Europa per noi non è più estero.
Di questo mio viaggio erano tutti informati, parenti e amici, e io provavo la sensazione, comune a molti piloti, di quell'inspiegabile senso di superiorità di chi può sollevarsi da terra verso chi non potrà mai farlo.
insomma il pilota è un uomo che ha qualcosa in più, mi dicevo ora che anch'io lo ero: non dico un essere superiore, ma certo un uomo non comune.
Il motore parti al primo colpo;
avevo messo in moto troppo presto, prima ancora di aver completato il check interno.
Poco male;
non c'era l'istruttore a rompere l'anima e nessuno se ne sarebbe accorta.