E’ il 4 dicembre 1956, sull' aeroporto di Pratica di Mare un aviogetto rulla fino a testata pista e si allinea per il decollo.
Ottenuta l' autorizzazione dalla torre di controllo, il pilota, ten. col, Giovanni Franchini, porta il motore al massimo dei giri.
Sotto la spinta del propulsore l' aereo, trattenuto dai freni, si abbassa comprimendo gli ammortizzatori del carrello.
Constatata la regolarità di funzionamento del reattore, il collaudatore inizia la corsa di decollo.
L'argentea e snella sagoma del prototipo sperimentale si avventa lungo la pista dalla quale, dopo solo 450 metri, si stacca con facilità salendo poi rapidamente in quota.
A 13.500 metri, quando ormai l' aereo ha quasi raggiunto il suo plafond, il Ten. Col. Franchini, avuto il benestare dal controllo aereo, mette il velivolo in picchiata a pieno motore sulla verticale del campo.
L' aviogetto perde quota velocemente in un'affondata vertiginosa fino a seimila metri e, quando ormai la terra si sta avvicinando pericolosamente, il collaudatore lo rimette in linea di volo e sfreccia sull'aeroporto con un boato.
In cuffia gli giungono le congratulazioni del controllore di volo che ha udito i caratteristici due «bang» supersonici.
E un momento molto importante, non solo per il pilota, ma per tutta l'industria aeronautica italiana:
il «Sagittario 2°», così si chiama l' aviogetto, è il primo aereo italiano a superare il muro del suono e il ten. col, Giovanni Franchini è il primo pilota italiano ad infrangere questa invisibile barriera con un aviogetto progettato e costruito in Italia.