Non è facile dare un giudizio sulle forze armate italiane durante la II Guerra Mondiale e, forse, ancora più difficile è darlo sulla Regia Aeronautica.
Sicuramente l'Italia fu “l'ultimo dei primi” e si può affermare che le sue forze siano state "povere" e inadeguate ai compiti.
L'industria nazionale aveva delle sacche di arretratezza e certi ritardi non poterono mai essere colmati.
Vi erano, tuttavia, alcune ben delimitate "aree di eccellenza":
ad esempio, nel 1940 la forza da bombardamento strategico della Regia Aeronautica appariva, almeno sulla carta, temibile ed agguerrita ed esisteva una scuola di equipaggi preparati alle lunghe navigazioni che si era forgiata sull'esperienza delle grandi crociere, ma non ci fu rinnovamento e ben presto il livello professionale si abbassò.
Più in generale, la Regia si trovò quasi sempre in condizioni di inferiorità e non ebbe mai una struttura efficiente di difesa aerea;
del tutto inadeguato era anche il settore avionico:
si arrivò tardi alla generalizzazione degli apparati radio e non si arrivò mai a quella del radar.
Al contrario, agli equipaggi non mancarono la determinazione ed il coraggio,come si riscontra dai diari di volo dei reparti, sempre pronti a macinare missioni su missioni anche quando l'esito appariva incerto oppure era scontato un risultato negativo.
LUCIANA AITOLLO E NICO SGARLATO
Supplemento ad Aerei N.49