WAR REPORT : Sei mesi di guerra dell’ Asso di Bastoni

La lunga tavola della mensa dell’ Asso di Bastoni dopo la cena è un campo di battaglia.
C'è dell'allegria, sana allegria di cacciatori, si ride, si parla, anzi si grida
E' il classico momento dei bicchierini, il capocalotta si è alzato, gli occhi girano in cerca della vittima.
Paga il “pinguino”, ha detto qualche parola di troppo e la punizione non si è fatta attendere: cognac per tutti...
Cognac, si sa, adesso ci sarà qualcuno degli anziani che parlerà di un cognac famoso.
Difatti nell'attimo di silenzio che è seguito al " gheregheghez! ", grido di gioia, di battaglia
e di vittoria di tutti i cacciatori, un tenente ha esclamato:
“Però il Carlos primero! ...
I giovani che non hanno " fatto " la Spagna torcono la bocca in una smorfia: ci siamo.
Sanno gia cosa accadrà, le parole che verranno dette, le località che verranno ricordate con un tono di rimpianto nella voce, a quale punto il Capitano R. " attaccherà “ con Reus per sentirsi controbattere da un:
“ Ma a Siviglia.!... " del Tenente M.
Ci sarà quindi il: " Mi ricordo che alla battaglia dell'Ebro... “
o ed infine qualcuno dei giovani che non hanno fatto la Spagna comincerà in sordina:
“Los italianos de Espana... ".
E si canta, cantano tutti perché ormai anche i giovani con tutte le cene di squadriglia e di gruppo, con tutti i: " Mi ricordo... " che si son dovuti sorbire, sanno vita e miracoli del bel gruppo al quale hanno la fortuna di appartenere, sanno tutte le canzoni nate sotto i cieli di Spagna, dove si combatteva contro i “Curtiss” e i "Rata".
Il coro si fa più impetuoso, scuote i più restii, gli “stonati “ irrimediabili, fa affacciare allo sportello, con un largo sorriso, gli avieri della cucina:

“Los italianos de Espana tienen dos grupos de caza”
“tienen dos grupos de caza primero la Cucaracha "
“Primero la Cucaracha secundo es l' As de Bastos”
“secundo es l' As de Bastos el mas valiente de todos”
“el mas valiente de todos quando se marcha en combate!...

E c'è un motivo di più per essere allegri.
E' la sera del 18 Novembre, al mattino si è sparsa di colpo la notizia:
" Gli Inglesi hanno attaccato sul fronte... ".
Questo è l'ultima sera di baldoria, si sente nell'aria, da domani ci sarà da lavorare e sul serio.
La lunga tavola della mensa dell'asso di Bastoni è un campo di battaglia dopo la cena.
Le raccomandazioni non sono servite, la tovaglia quasi di bucato è nuovamente decorata di appariscentissime chiazze di vino e se non volano le molliche di pane poco ci manca che volino i piatti;
sono di alluminio.
I volti sono accesi, gli occhi brillano, i capelli un po' scomposti, le mani scandiscono il tempo trinciando l'aria...
Il passato è passato.
Domani comincerà qualcosa di nuovo, ma negli occhi di tutti balenano a tratti i ricordi...
Quattro mesi di linea, quattro mesi di crociere a sei settemila metri, di partenze su allarme, di scorte ai bombardieri nel cuore del territorio nemico, oltre il reticolato di frontiera, su Bir Habata, su Bir Mella.
Scorte agli Stukas sulla piazzaforte di Tobruk, rituali come aperitivi prima di ogni pranzo, tra il tambureggiare delle granate contro-aeree e le staffiate delle mitragliere.
Mitragliamenti delle strade a Bug Bug, o Sanyet el Schterasat.
L'arrestarsi improvviso degli automezzi sorpresi, lo schizzar fuori degli autisti e dei soldati, il fiorire degli incendi dai camion capovolti ai lati della pista asfaltata.
Mitragliamenti degli aeroporti di Sidi Barrarni...

La picchiata vertiginosa, musicale, dopo l'incanto dei quattromila metri tra le striature di nuvole orlate di rosso e di oro.
Il sole nascente sul mare al largo della costa nemica, bassa, lineare come un filo teso,
monotono come una pagina vuota, gialla come la disperazione.
L'infittirsi dei particolari del terreno negli occhi dei piloti.
La voluttà acre delle raffiche di mitragliatrice che punteggiano di fuoco il suolo nemico, che colpiscono lo schieramento degli apparecchi.
L'insidia dei cavi d'acciaio lanciati in aria appesi a paracadute che non frena l'attacco, i " passaggi” che si susseguono ed il fumo nero degli incendi che danno la devastazione e la rovina.
Decolli alle prime Avvisaglie dell'alba...
Il Gruppo in volo quando ancora è buio, pattuglie che nell'incerta luce accostano e si
allontanano volando verso l'obiettivo.
Decolli dai campi allagati, con il fango che incolla le ruote al terreno.
Decolli tra il soffiare del “ ghibli “, la sabbia rossa minutissima negli occhi, nella gola.
Decolli dall'infernale rosso campo di El Feteiah, dall'abbagliante bianco campo di Gambut, decolli da Gasr el Arid, da Ein Gazala....

Combattimenti sul mare...
Le navi nemiche sotto le minaccia degli Stukas serpeggiano impazzite svirgolando la lastra
di metallo fuso del mare con scie candidissime.
Musi rossi di "Hurricanes" e di " Curtiss rabbiosi nell'attacco.
Crepitare delle 12.7, sagome guizzanti tra mare e cielo dalle bianche croci o dalle multicolori coccarde.
Balenano i ricordi nelle menti di tutti i piloti seduti attorno alla lunga tavola.
Il passato è passato.
Domani comincerà qualcosa di nuovo ed il nuovo ha il sapore dell'imprevisto ed è più bello.
Il domani è venuto.
Ed è passato.
Sino all'ultimo momento, sino all'ultimo apparecchio, sino all'ultimo pilota il Gruppo è stato in linea;
ha tenuto duro.

Gli Inglesi sono a 30 chilometri dal campo di El... e l' Asso di Bastoni è fermo al suo posto, pronto a ritornare in azione, anche se la lunga tavola della sua mensa ha dei vuoti.
I migliori non sono rientrati.
Sono rimasti laggiù oltre il sogno di vittoria che era nei loro occhi, sono rimasti lontani e soli sulla distesa gialla come la disperazione.
Tre, quattro azioni al giorno, si mangia in fretta o non si magia affatto.
A volte il tempo di rifornire gli apparecchi senza poter guardare dove può essere andata a finire una pallottola.
E via nuovamente in volo contro la massa che avanza, sfugge, riappare in altro luogo, ingrossa, preme...
Ricognizioni sui campi di battaglia, condotte al limite dell'autonomia, sui campi nemici di Bir Dignaish, di Bir Khamsa, di Ridotta Maddalena, sulle piste percorse dalle masse avversarie.
Mitragliamenti sui concentramenti dei mezzi corazzati nemici asserragliati e vomitanti
un fuoco d'inferno...
Combattimenti sulla desolata accecante distese del deserto, raccogliersi delle pattuglie attorno ai bombardieri dopo lo " sgancio ", lotta coi denti e con la volontà tesa fino allo spasimo, tra pennellate nere di apparecchi abbattuti.
Combattimenti sui carri armarti tra Bir el Gobi ed El Cuasc, combattimenti sulla desolata ed accecante distesa del deserto pettinata dai cingoli di centinaia e centinaia di carri armati, tra le fiammate improvvise nascenti nel cielo per finire a terra in uno scoppio che travolge ali e carne, che mescola sangue e benzina.

Combattimenti eterni nel lentissimo scorrere dei secondi.
Combattimenti contro masse soverchianti d'avversari potentemente armarti ed imbaldanziti dal numero e dal getto di fuoco delle loro armi.
Dieci contro venti, quindici contro trenta, tre contro diciotto!
Scorte... Scorte.
Spasmodicamente tesi nello scoprire per primi l'improvvisa minaccia dei caccia nemici che piovono dall'alto come sassi cercando di sorprendere, colpire e fuggire via.
Scorte interminabili, galleggiando dietro il lento serpeggiare degli Stukas alla ricerca di un buon obbiettivo da battere.
E gli Stukas rientreranno tutti dopo l'azione, ad ogni costo, anche se sulla sabbia una macchia oscura e dei rottami abbruciacchiati e contorti segneranno un nuovo sacrificio...
23 Dicembre.
La consegna è stata tenuta, gli Inglesi non sono passati.
Il Gruppo, finito il suo compito, si porta su una base arretrata.
Sei mesi ininterrotti di linea, 4685 ore di voli di guerra, 3591 apparecchi impiegati, ventuno combattimenti, cinque mitragliamenti, diciannove apparecchi sicuramente abbattuti ed altri dodici probabilmente, trentacinque danneggiati o mitragliati efficacemente.
Dodici suoi piloti non sono rientrati da azioni di guerra.
L' Asso di Bastoni può rimpatriare per riprendere su qualsiasi fronte il suo posto di
combattimento.
E lo terrà come sempre; con onore.

GINO DEL BUFALO
L’Ala d’Italia