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    L’ Aeronautica Italiana nella guerra di liberazione (Articolo Times)

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    Messaggio  Fox Mer Set 22, 2010 9:39 pm

    Le unità della R. Aeronautica, ora combattenti a fianco degli Allearti, sono impegnate in azioni attraverso l'Adriatico.
    Quando Badoglio accettò l'armistizio, tutto ciò che era efficiente,per quanto riguardava gli apparecchi italiani, ammontava soltanto a poche dozzine di macchine.
    Il rimanente giaceva infranto al suolo sugli aeroporti dell'Africa e della Sicilia.
    I pochi apparecchi rimasti fecero un coraggioso tentativo per assistere la guarnigione italiana a Corfù e abbatterono alcuni degli apparecchi tedeschi oppositori sopra l'isola.
    D'allora i meccanici dell'Aviazione italiana sono stati attivissimi nel ricostruire dai rottami, col risultato che gli apparecchi ora in servizio ammontano a centinaia invece che a dozzine.
    Il personale tecnico ha ricostruito e rimesso in efficienza alcune officine in differenti località
    dell'Italia meridionale le quali erano state bombardate e distrutte dall'aviazione tattica alleata. Questo personale ha rastrellato utensili e macchinario qua e là, e mettendo assieme motori provenienti dalla Sicilia con tralicci di fusoliera recuperati dall'Africa ha ricostituito una rispettabile piccola flotta aerea, la quale ora è guidata e messa in azione da un Comando Italiano, ma controllato e diretto dalla Sottocommissione Aerea della Commissione Alleata di Controllo.
    Ufficiali britannici sono dell'opinione che se la caccia italiana fosse stata così forte e così efficiente lo scorso settembre come lo è ora.
    Corfù avrebbe potuto essere salvata.
    Per di più la R.A., ha dato disponibilità di circa diecimila uomini per rinforzare i servizi a terra alleati.
    Gli Italiani hanno messo ora in azione apparecchi da bombardamento i quali operano nei Balcani ed apparecchi da caccia che li scortano e prendono parte alla lotta contro le linee di comunicazione e di rifornimento tedesche fra le isole dalmate.
    Infine vi è un raggruppamento di idrovolanti che è impiegato per la lotta sottomarina e per azioni di scorta.
    Inoltre questi apparecchi hanno compiuto numerosi salvataggi di naufraghi.
    Tutto sommato, gli Ufficiali Alleati che devono trattare con queste Unità si esprimono in termini molto lusinghieri circa il loro lavoro.

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    Messaggio  Fox Mer Set 22, 2010 9:41 pm

    L'Ufficiale Generale della R.A.F., che era stato fino a poco tempo fa il Capo della Sottocommissione Aeronautica, scrisse in un messaggio diretto all'Aviazione Italiana:
    “ Lo spirito mostrato dalla R. Aeronautica nell'intraprendere un grande numero di operazioni - sia belli che di collegamento - in cooperazione con gli Alleati è veramente degno di lode.
    Io ho visitato i Reparti Italiani da caccia e da bombardamento durante gli ultimi scorsi giorni e, sia gli Ufficiali che gli Avieri, si sono rivelati molto tenaci.
    L'entusiasmo dei motoristi è pari a quello dei piloti e i montatori gareggiano con gli armieri nel produrre apparecchi messi assieme pezzo per pezzo usando le parti di recupero.
    Ho trovato uomini laboriosamente intenti a raddrizzate con un martello pale d'elica e in atto di eseguire un complicato lavoro di falegnameria onde rendere di nuovo servibile un'ala danneggiata.
    L'unica lagnanza che ho udito è stata quella dei piloti da caccia, che considerano la normale attività d'attacco a navigli,o leggero fra le isole dalmate un lavoro noioso e monotono.
    Essi vorrebbero poter avere gli Spitfires ed avere il permesso di combattere i piloti tedeschi sulle linee.
    Questo fa parte del loro temperamento “.

    Ma vi è un altra questione da tenere presente:
    un motore d'aeroplano, a causa del suo delicato funzionamento, specialmente su apparecchi da caccia, può eseguire un numero di ore di volo strettamente limitato.
    Lentamente ma inesorabilmente questi motori degli apparecchi di caccia stanno logorandosi.
    E' scoraggiante per uomini abituati all'azione, il pensare che il loro lavoro possa finire così e che il loro Reparto possa esaurirsi per mancanza di apparecchi.
    Essi tempestano di domande gli Ufficiali inglesi di collegamento ad ogni visita per sapere se vi sia qualche speranza di aver nuovi aeroplani.
    Sarebbe un peccato se il loro desiderio non venisse esaudito.
    Gli italiani ora combattenti con le Nazioni Unite sono disperatamente ansiosi di mostrare
    la loro tempra e di provare che l'Italia merita qualcosa di meglio che l'umiliazione di un paese sconfitto.

    Il Signor Churchill ha offerto loro l'opportunità di forgiare il loro cammino ed essi intendono di forgiarlo, ma chiedono di poter avere i mezzi per farlo.

    Tratto da
    Giornale dell’Aviazione del maggio 1944


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