Le unità della R. Aeronautica, ora combattenti a fianco degli Allearti, sono impegnate in azioni attraverso l'Adriatico.
Quando Badoglio accettò l'armistizio, tutto ciò che era efficiente,per quanto riguardava gli apparecchi italiani, ammontava soltanto a poche dozzine di macchine.
Il rimanente giaceva infranto al suolo sugli aeroporti dell'Africa e della Sicilia.
I pochi apparecchi rimasti fecero un coraggioso tentativo per assistere la guarnigione italiana a Corfù e abbatterono alcuni degli apparecchi tedeschi oppositori sopra l'isola.
D'allora i meccanici dell'Aviazione italiana sono stati attivissimi nel ricostruire dai rottami, col risultato che gli apparecchi ora in servizio ammontano a centinaia invece che a dozzine.
Il personale tecnico ha ricostruito e rimesso in efficienza alcune officine in differenti località
dell'Italia meridionale le quali erano state bombardate e distrutte dall'aviazione tattica alleata. Questo personale ha rastrellato utensili e macchinario qua e là, e mettendo assieme motori provenienti dalla Sicilia con tralicci di fusoliera recuperati dall'Africa ha ricostituito una rispettabile piccola flotta aerea, la quale ora è guidata e messa in azione da un Comando Italiano, ma controllato e diretto dalla Sottocommissione Aerea della Commissione Alleata di Controllo.
Ufficiali britannici sono dell'opinione che se la caccia italiana fosse stata così forte e così efficiente lo scorso settembre come lo è ora.
Corfù avrebbe potuto essere salvata.
Per di più la R.A., ha dato disponibilità di circa diecimila uomini per rinforzare i servizi a terra alleati.
Gli Italiani hanno messo ora in azione apparecchi da bombardamento i quali operano nei Balcani ed apparecchi da caccia che li scortano e prendono parte alla lotta contro le linee di comunicazione e di rifornimento tedesche fra le isole dalmate.
Infine vi è un raggruppamento di idrovolanti che è impiegato per la lotta sottomarina e per azioni di scorta.
Inoltre questi apparecchi hanno compiuto numerosi salvataggi di naufraghi.
Tutto sommato, gli Ufficiali Alleati che devono trattare con queste Unità si esprimono in termini molto lusinghieri circa il loro lavoro.
Quando Badoglio accettò l'armistizio, tutto ciò che era efficiente,per quanto riguardava gli apparecchi italiani, ammontava soltanto a poche dozzine di macchine.
Il rimanente giaceva infranto al suolo sugli aeroporti dell'Africa e della Sicilia.
I pochi apparecchi rimasti fecero un coraggioso tentativo per assistere la guarnigione italiana a Corfù e abbatterono alcuni degli apparecchi tedeschi oppositori sopra l'isola.
D'allora i meccanici dell'Aviazione italiana sono stati attivissimi nel ricostruire dai rottami, col risultato che gli apparecchi ora in servizio ammontano a centinaia invece che a dozzine.
Il personale tecnico ha ricostruito e rimesso in efficienza alcune officine in differenti località
dell'Italia meridionale le quali erano state bombardate e distrutte dall'aviazione tattica alleata. Questo personale ha rastrellato utensili e macchinario qua e là, e mettendo assieme motori provenienti dalla Sicilia con tralicci di fusoliera recuperati dall'Africa ha ricostituito una rispettabile piccola flotta aerea, la quale ora è guidata e messa in azione da un Comando Italiano, ma controllato e diretto dalla Sottocommissione Aerea della Commissione Alleata di Controllo.
Ufficiali britannici sono dell'opinione che se la caccia italiana fosse stata così forte e così efficiente lo scorso settembre come lo è ora.
Corfù avrebbe potuto essere salvata.
Per di più la R.A., ha dato disponibilità di circa diecimila uomini per rinforzare i servizi a terra alleati.
Gli Italiani hanno messo ora in azione apparecchi da bombardamento i quali operano nei Balcani ed apparecchi da caccia che li scortano e prendono parte alla lotta contro le linee di comunicazione e di rifornimento tedesche fra le isole dalmate.
Infine vi è un raggruppamento di idrovolanti che è impiegato per la lotta sottomarina e per azioni di scorta.
Inoltre questi apparecchi hanno compiuto numerosi salvataggi di naufraghi.
Tutto sommato, gli Ufficiali Alleati che devono trattare con queste Unità si esprimono in termini molto lusinghieri circa il loro lavoro.