Con la cessazione delle ostilità, nel 1945, sembrò che per l'industria italiana in generale, e per quella aeronautica in particolare, non esistessero possibilità di rapida ricostruzione.
Fra i tanti complessi che riuscirono a superare questo drammatico frangente un posto d'onore spetta alla FIAT che, nonostante tutto, non cessò mai completamente la produzione di aeroplani, dapprima accontentandosi di riprodurre modelli bellici con piccole modifiche e quindi passando alla progettazione di macchine nuove; non deve destare quindi alcuna sorpresa se nel 1951 la ditta fosse già in grado di portare in volo un velivolo a getto.
Nei primi anni '50 si erano resi disponibili anche in Italia i primi motori a reazione.
L'Inghilterra in particolare non mostrava di avere troppi scrupoli di riservatezza ed assieme ai Vampire ci venne affidata la costruzione su licenza dei turbogetti GHOST e la manutenzione dei meno potenti GOBLIN.
In questo quadro la FIAT impostò un programma ambizioso volto alla realizzazione di un biposto ad alte caratteristiche con cui equipaggiare i reparti da addestramento avanzato dell'Aeronautica Militare.
Il progetto iniziale venne definito nell'estate 1949 e quindi i lavori procedettero velocemente sotto la guida dell'ing. Gabrielli con intense prove volte, soprattutto, a risolvere i problemi connessi all'installazione del nuovo impianto motore.
A questa scopo venne realizzato un completo simulacro della parte centrale della fusoliera comprendente anche le prese d'aria e questo venne provato a lungo nell'apposita sala prove motori.
Un modello di tale impianto modernissimo assieme ai piani di coda veri del prototipo furono esposti al XIX Salone di Parigi nel giugno del 1951.