Benchè solo nell'ultimo quarto di secolo l'industria aeronautica sia riuscita nell'intento di realizzare e produrre in serie dei velivoli da combattimento di dimensioni e pesi contenuti, il concetto di «caccia leggero»,particolarmente in voga, non può certo definirsi nuovo.
La storia delle costruzioni aeronautiche è anzi costellata dai tentativi di ridurre dimensioni e complessità dei velivoli e quindi, in ultima analisi, di porre in qualche modo un freno al perenne aumentare dei costi di produzione - creando macchine più semplici e tuttavia capaci di elevate prestazioni.
Il capostipite di questa particolare filosofia costruttiva può senz'altro considerarsi il Lincock, un piccolo biplano realizzato dalla
Blackburn nel 1929, azionato da un motore di soli 200 HP e tuttavia in grado di tenere validamente testa ai normali caccia della RAF.
Il velivolo rimase senza seguito, come pure le teorie che stavano alla base della sua realizzazione, ma bisogna ammettere che in un'epoca in cui il peso al decollo degli aeroplani da caccia o assalto raramente superava la tonnellata e mezzo, difficilmente l'idea avrebbe-potuto fare troppi proseliti.
Fu invece ripresa, e con notevole vigore, alla vigilia della seconda guerra mondiale e i suoi più tenaci assertori furono italiani e francesi, seguiti da inglesi e americani, ma nessuno dei progetti allora elaborati riuscì ad approdare alla produzione in serie.