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    Il muro del suono - Charles E. Yeager

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    Il muro del suono - Charles E. Yeager - Pagina 2 Empty Re: Il muro del suono - Charles E. Yeager

    Messaggio  Red_Group Ven Dic 12, 2008 12:09 am

    La squadra del NACA mi riteneva un selvaggio.
    Dick Frost mi diede una solenne lavata di capo per quel tonneau lento.
    Persino Jack Ridley scosse la testa dicendo:
    «Tutti quelli che ti stavano a guardare sapevano benissimo che non era Slick a fare tutto quel casino.
    Va bene, figliolo, ti sei sfogato, ma ora devi rigare dritto ».
    Il colonnello Boyd mi mandò una girata delle sue:
    «Risponda per iscritto per quali motivi ha superato Mach 0,82 violando i miei ordini diretti ».
    Chiesi a Ridley di scrivere lui la risposta. «Sciocchezze », disse. «Tu l'hai combinata e tu la spieghi. »
    La mia risposta fu: «L'aeroplano era in condizioni talmente buone e volava cosi bene che mi sono sentito sicuro di poter superare leggermente la velocità prestabilita senza problemi.
    La violazione dei suoi ordini diretti è stata causata dallo state d'eccitazione del sottoscritto e non si ripeterà ».
    Pochi giorni dopo il vecchio mi mando a chiamare.
    « Per Dio, mi aspetto che tu esegua a puntino il programma e faccia quello che ci si aspetta da te.
    Non diventare zelante e vanitoso.
    Vuoi rovinare il primo programma di ricerche dell'aeronautica? »
    « Signorno. »
    « Bene, e allora ubbidisci alle nostre dannate regole. »
    Da allora in poi lo feci.
    Ma con quel primo volo a motore volli far vedere a coloro che consideravano destinato a fallire il tentativo di volare più veloce del suono.
    Il mio messaggio era: «Mettetevelo la dove non brilla il sole ».
    L'aver superato Mach 0,85 provocò l'arresto momentaneo del programma perchè ci aveva portato oltre i limiti di quanto si conoscesse allora dell'aerodinamica ad alte velocità.
    Le gallerie del vento potevano misurare solo fino a 0,85 Mach e, come Walt Williams del NACA si affrettò a spiegarmi:
    «D'ora in poi, Chuck, volerai nel regno dell'ignoto ».

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    Messaggio  Red_Group Ven Dic 12, 2008 12:10 am

    Il muro del suono - Charles E. Yeager - Pagina 2 I348718_mkreX1F19
    Qualunque cosa succedesse, pensavo di stare meglio dei collaudatori britannici che avevano tentato i voli supersonici con le picchiate al massimo regime.
    Se fosse successo qualcosa, addio! specie in un aeroplano senza coda come «The Swallow».
    Tutti i miei tentativi sarebbero stati compiuti in salita, la potenza del motore al massimo;
    cosi, se sorgeva un problema, potevo rallentare rapidamente.
    Ma il problema col motore a razzo era il propellente volatile.
    Impiegando le quattro camere, il propellente mi durava solo due minuti e mezzo;
    durava cinque minuti con due camere di combustione e dieci con una.
    Ogni minuto salivamo più leggeri e veloci, sicchè quando superavamo i 13.500 metri eravamo al massimo della velocità.
    Chi avrebbe deciso la velocità massima di ogni singolo volo?
    Va bene che era un programma di ricerche dell'aeronautica, ma i diciassette ingegneri e tecnici del NACA si servivano della loro esperienza per il controllo di quelle missioni.
    Erano loro ad avere esperienza di gallerie del vento ad alta velocità, ed erano loro a fare i calcoli sulla base dei dati raccolti con i voli dell'X-1;
    quindi cercavano di imporci la velocità che volevano.
    Ridley, Frost e io volevamo andare più veloci.
    Quelli raccomandavano un dato numero di Mach;
    noi tre ci riunivamo e decidevamo se seguire o no il loro consiglio.
    Erano cosi prudenti che mi ci sarebbero voluti sei mesi per arrivare al muro del suono.
    Volevo, si, essere prudente, ma anche portare a termine il lavoro.
    Cosi continuai i voli con piccoli incrementi di velocità.

    Il colonnello Boyd condivideva la prudenza del NACA, che si traduceva in un aumento di velocità di soli due centesimi di Mach a ogni volo.
    Una volta volai con Hoover per andare a trovare il vecchio e vedere se potevo convincerlo ad accelerare il programma.
    Ci incontrammo di sera in casa sua, ma Bob prese a raccontare perchè fosse stato costretto a compiere un atterraggio di fortuna con un P-80.
    Capivo che il vecchio non si beveva le spiegazioni di Bob: le sue sopracciglia spesse continuavano a inarcarsi mentre Hoover parlava e parlava, emozionandosi al punto da sputare un dente incapsulato in grembo al colonnello Boyd.
    Decisi di dire la mia un'altra volta.
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    Messaggio  Red_Group Ven Dic 12, 2008 12:11 am

    Il muro del suono - Charles E. Yeager - Pagina 2 I349322_mkreX1F5
    Il 5 ottobre compii il mio sesto volo a motore e per la prima volta, mentre raggiungevo Mach 0,86, sperimentai scuotimenti da onde d'urto.
    Mi sembrava di guidare con ammortizzatori scarichi su una strada dissestata.
    L'ala destra improvvisamente si fece pesante e cominciò ad abbassarsi e, quando cercai di correggere, i controlli mi sembrarono rallentati.
    Portai la velocità a Mach 0,88 per vedere che cosa succedesse.
    Vidi l'alettone vibrare per le onde d'urto e solo con uno sforzo potei mantenere l'ala livellata.
    L'X-1 era stato costruito con un piano di coda alto per evitare la turbolenza dell'aria dietro le ali;
    il piano di coda era anche più sottile delle ali, affinchè le onde d'urto non si formassero simultaneamente su entrambe le superfici.
    Fin qui le onde d'urto e gli scotimenti potevano essere controllati, e poichè l'aereo era stato rinforzato per poter reggere fino a diciotto G, non ebbi mai il timore che le scosse lo facessero cadere a pezzi.
    Inoltre io volavo solo due volte la settimana, per dare al NACA il tempo di tradurre in termini matematici tutti i dati di volo e di analizzarli.
    Speciali sensori individuavano i punti esatti di ogni parte della cabina dove si manifestavano le onde d'urto.
    I dati raccolti rivelavano che l'aereo stava funzionando esattamente secondo i piani dei progettisti.
    Ma al volo immediatamente successivo ci trovammo nei guai.
    Stavo volando a Mach 0,94 a quota 12.000 metri e avvertivo i consueti scotimenti;
    tirai indietro il volantino e, Cristo, non successe niente!
    L'aereo continuava a volare con lo stesso assetto e nella stessa direzione.
    Era come se i cavi si fossero spezzati.
    Non capivo che cosa diavolo stesse succedendo.
    Spensi il motore e decelerai.
    Gettai il propellente e atterrai con la certezza di aver compiuto l'ultimo volo sull'X-1.
    Volando a Mach 0,94, avevo perso il controllo sul piano verticale.
    L'equilibratore aveva smesso di funzionare.
    Alla velocità del suono si prevedeva che il muso dell'aereo si alzasse o si abbassasse e senza controllo verticale ero nei guai.
    Dissi a Ridley che pensavo che fosse finita.
    Volando a Mach 0,94, avevo perso il controllo sul piano verticale.

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