La guerra era ormai al suo quarto anno e Reggio, in tutto quel periodo, aveva udito la sirena d'allarme solamente 93 volte e una sola volta era stata attaccata dal cielo da aerei incursori :
il 17 luglio 1943, quando sei Lancaster del 617° Squadrone della R.A.F. sganciarono alcune bombe in piena notte, nella zona periferica, oltre porta S. Stefano.
I morti furono sette e una ventina i feriti, ma nessun obiettivo militare era stato colpito;
la zona ne era completamente sprovvista.
Ma ora le cose erano cambiate;
gli alleati avevano già occupato l’ Italia meridionale e di conseguenza, le basi di partenza delle loro formazioni di bombardieri si avvicinavano sempre più.
Era parere di alcuni che Reggio, almeno per il momento non sarebbe stata attaccata:
obiettivi ben più importanti avrebbero avuto la precedenza
e, poi, le Reggiane, non erano più la fabbrica di alcuni mesi prima, quando cioè la produzione avveniva a pieno ritmo (molti macchinari erano stati, infatti, trasferiti al nord ed alcune produzioni trasferite fuori dalla ditta).
Ma le Reggiane avevano raggiunto, in campo alleato, una certa fama con i RE 2001, che gli inglesi avevano imparato a conoscere su Malta e ultimamente anche con il brillantissimo RE 2005.
Erano, questi,motivi più che validi per temere ugualmente quello che in effetti si sarebbe poi verificato ben presto anche Reggio, ma soprattutto le Reggiane, sarebbero state colpire e anche duramente.
La sera del sette gennaio alle 20,50 precise suonò l'allarme e, contemporaneamente, si udì il caratteristico rombo dei motori dei bombardieri alleati.
Sulla città scesero decine di bengala, che contribuirono ad aumentare ancor più una visibilità già ottima e subito seguirono le prime esplosioni.
Per alcuni minuti continuò quell'inferno, e poi il silenzio:
un silenzio di tomba, rotto solo dalle grida di terrore della popolazione, colta di sorpresa
mentre consumava il pasto serale.
Il fuggi fuggi che ne seguì non aveva più ragione di essere;
i rifugi erano presi d'assalto dai ritardatari mentre i primi arrivati uscivano già all'aperto per vedere cosa fosse successo.
All'indomani, nella pagina di cronaca cittadina de "Il resto del Carlino" si poteva leggere un titolo a quattro colonne :
"La furia devastatrice dei pirati dell'aria si abbatte sul centro e sui quartieri popolari".