In tutte le aviazioni militari del mondo, almeno fino all'avvento degli aviogetti, i piloti da caccia si sono sempre distinti per baldanza, individualismo e magari anche una certa dose di indisciplina.
Così, spesso, aviatori da caccia usciti indenni dai più pericolosi combattimenti aerei sono poi morti per banali incidenti di volo, provocati dalla loro stessa spericolatezza o sconsideratezza. Nel novero di questi rientra anche il neozelandese Edgar James Kain.
Nato a Wellington nel 1918, Kain aveva prestissimo sentito nascere in sé la passione per il volo e appena l'età glielo aveva concesso aveva preso lezioni di pilotaggio.
Nel 1937, avendo compiuto diciotto anni e raggiunto quindi l'età minima per arruolarsi, Edgar aveva lasciato la Nuova Zelanda per l'Inghilterra, dove era riuscito a entrare nei ranghi della RAF.
I due anni di servizio prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale gli permisero di ricevere un addestramento ben più accurato di quello che avrebbero poi ricevuto altri aviatori formati nell'urgenza del conflitto.
Terminato il periodo di addestramento, il sottotenente Kain fu assegnato al 73° Squadron, con base a Digby (nel Lincolnshire), equipaggiato con Hawker Hurricane.
Nel reparto prestavano servizio piloti e specialisti provenienti da vari dominion del Commonwealth e tra essi il giovane ufficiale neozelandese si inserì perfettamente.
I colleghi, i superiori, i subordinati gli volevano bene e lo apprezzavano, mentre non ne approvavano la spericolatezza, le uniformi non ben stirate, la chioma spettinata.
Comunque 'Cobber' (come era stato soprannominato il giovanotto da un termine colloquiale australiano che sta per amico, compagnone) diventò subito molto popolare.
Il 24 agosto 1939, quando ormai appariva certo che Gran Bretagna e Francia avrebbero dovuto tener fede all'impegno di garantire assistenza alla Polonia, il 73° Squadron fu mobilitato per formare con il 1° Squadron, anch'esso dotato di Hurricane, il 67° Wing, cioè la sezione caccia dell'Advanced Air Striking Force (AASF) destinata a operare in Francia.
Ai primi di settembre varcarono la Manica prima i reparti da bombardamento, poi quelli da caccia e quelli assegnati a compiti di ricognizione e appoggio tattico ai reparti terrestri.