I «ricordi di un costruttore di aeroplani», come dice il sottotitolo di questa interessantissimo libro, con prefazione di Gianni Agnelli, sono un ghiotto regalo per chi si interessa di aviazione a qualunque titolo. Giuseppe Gabrielli è nella posizione migliore per offrire, con le sue memorie, un quadro completo dell'evoluzione dell'industria aeronautica italiana:
laureato in ingegneria a Torino nel 1925, dopo un breve periodo all'Ansaldo studiò aerodinamica in Germania con Karman.
Passò poi alla Piaggio, lavorando insieme a Pegna a progetti innovativi come il Piaggio PC.7, e fu l'artefice della conversione dell'S.55 alla struttura metallica, una tappa fondamentale per la nostra tecnologia.
Dal 1931 diventò progettista della Fiat, e la G che era la sua sigla contrassegnò aerei importantissimi, come il trimotore G.2 ad ala bassa, il bimotore G.18, il caccia G.50.
Nel dopoguerra Gabrielli rese possibile la rinascita della Fiat Aviazione con i suoi addestratori G.46 e G.59, progettò il primo reattore italiano, il G.80, fu alla guida dello sforzo per la produzione su licenza dei Vampire, F-86K e F-104 e realizzò infine due protagonisti degli ultimi anni, il caccia tattico G.91 e il trasporto G.222.
Il suo libro ci accompagna per tutte queste tappe, chiarendo soprattutto come ogni progetto si sia inserito nella struttura produttiva Fiat e rivelandone i risvolti di politica industriale e di evoluzione tecnologica.
L'opera di Gabrielli si identifica quindi con la Fiat Aviazione stessa, ma il suo libro è ricco di fatti umani non solo legati all'ambiente torinese, come i ritratti di Marchetti o di Pegna.
Il libro è illustrato da 48 pagine di fotografie e da alcuni disegni, ed è completato da una tabella di tutti i progetti di Gabrielli, compresi moltissimi non realizzati e finora ignoti .